La corrispondenza: quando il cinema italiano esprime il meglio







Ad alcuni registi servono trame complicate e soluzioni narrative al limite della forzatura, devono abbellire il film con inserimenti culturali, citazioni e altri espedienti per confezionare bene il prodotto e renderlo appetibile. A Giuseppe Tornatore no. Tornatore può prendere una trama di un paio di righe e trasformarla in un film che è tanto semplice quanto meraviglioso.

Per La corrispondenza vale proprio questo assunto. Semplicità e bellezza.

Ovviamente il tutto regge perchè c'è la solita attenzione ai particolari che contraddistingue ogni lavoro del maestro Tornatore: la telecamera non è mai piazzata a caso, le angolazioni di ripresa
sottolineano l'emozione della scena, la regia è sempre presente ma mai opprimente o preponderante rispetto al valore intrinseco della scena e delle emozioni che essa racchiude.



La corrispondenza esalta il manierismo italiano che punta sulla narrazione visiva, è un romanzo fatto di immagini e costruito su una successione di idee vincenti seppur piuttosto semplici e soprattutto mai scolastiche. Si tratta di una storia d'amore e di morte nella quale il primo non diventa mai melenso e la seconda mai spaventosa, tutt'al più  i due temi si compenetrano l'uno nell'altro per raccontare di come possa nascere un sentimento immortale tra due esseri mortali come un uomo e una donna. Di come un'errore nel corso dell'esperienza umana renda quest'ultima non impoverita ma bensì arricchita dalla perdita dell'immortalità. E di come questo ci renda tutti - Shakespeare se n'era accorto - generati della stessa sostanza di cui sono fatte le stelle i sogni.

E allora la corrispondenza d'amorosi sensi che sublima ne l'amor che move il sol e l'altre stelle diventa un perno sul quale si basa una storia semplice ma profonda, a tratti quasi fantascientifica ma sempre fermamente ancorata alla realtà e, sopra ogni altra cosa, verosimile, credibile e mai stereotipizzata.

Regia accurata, trama semplice, sceneggiatura particolareggiata. Cosa manca? Mettiamoci anche una colonna sonora, diretta dal maestro Morricone, che sottolinea le emozioni senza sovrastarle, e un casting perfetto (Jeremy Irons è una sicurezza, Olga Kurylenko una piacevole scoperta) e avremo tutti gli ingredienti di un film che riesce a spiegare nella maniera più semplice un sentimento così complesso come l'amore.

La corrispondenza merita tantissimo, non lasciatevelo scappare.

E badate bene che ve lo dice uno che non ha mai apprezzato le storie d'amore al cinema. Mai.

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