Seta di Alessandro Baricco, una poesia romanzata o un romanzo poetico?


Non riesco a pensare a Seta di Alessandro Baricco se non come una poesia che riempie cento pagine con le sue rime, le sue figure retoriche e le sue strofe. Una poesia che scorre come seta, appunto, negli occhi di chi ha la fortuna di leggerla.

Si potrebbe definire Seta come una poesia romanzata o come un romanzo poetico ma quello che colpisce è la potenza narrativa che è racchiusa nello stile espressivo di Baricco. La cifra artistica che fa da denominatore comune a ogni suo lavoro.
In questo caso il dono della sintesi è essenziale per raccontare una storia sulla nostalgia per ciò che avrebbe potuto essere ma che non è stato e non sarà.

Hervé è un commerciante di bachi da seta. La sua vita si svolge tra la Francia e l'Oriente, dove si reca una volta l'anno per acquistare i preziosissimi bachi da seta. Hervé è uno di quegli uomini che amano assistere alla propria vita, ritenendo impropria qualsiasi ambizione a viverla e ben presto però dovrà fare i conti con un sentimento del tutto nuovo nel suo ventaglio personale: la nostalgia.
Non la nostalgia per la patria o la moglie lontana ma bensì la nostalgia nei confronti di un'idea, di una possibilità che non si è materializzata ne mai lo farà ma, ciò non toglie che il cuore decida di testa sua giocando al nostro eroe un brutto scherzo. Che poi, a mio modo di vedere, tanto brutto non è.

Di Seta non occorre dire altro perché è un'esperienza che mi sento di lasciare a chi abbia la voglia di provare, semmai vi riporto un passaggio che esprime tutta la potenza espressiva di cui scrivevo poc'anzi.

Per mille volte cercò gli occhi di lei e per mille volte lei trovò i suoi. Era una specie di triste danza, segreta e impotente. La ballò fino a tarda notte, poi si alzò e se ne andò. Prima di uscire dalla stanza, guardò un'ultima volta verso di lei. Lo stava guardando, con occhi perfettamente muti, lontani secoli.

Che dire? Buona lettura a voi..

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