American Gods: un sì carico di significati



C’era tantissima carne sul fuoco e parecchio vino per mandarla giù. 

E detto da un vegetariano convinto ha un effetto contraddittorio ma coraggioso.

Coraggioso come chi ha deciso di adattare per il piccolo schermo il romanzo American Gods di Neil Gaiman.

Per quanto mi riguarda per me American Gods merita un sì convinto.




Tantissime divinità, alcune conosciute altre un po’ meno, altre ancora proprio per niente, in una guerra epocale che segnerà il destino del mondo divino. Una prima puntata col botto come avrete sicuramente avuto modo di leggere qui e anche una continuazione in crescendo con una parte centrale che mi aspettato confusa come nel romanzo invece è stata parecchio diretta.

E poi a me piace tanto la recitazione di Ian McShane (Mr Wednesday)... 



... e Peter Stormare (Chernobog)


I significati del sì


1) A differenza di tante altre serie ho trovato pochissimi filler e poche variazioni rispetto al romanzo, a testimonianza del fatto che non sempre aggiungere o togliere deve essere la prassi ma a volte basta solo andare dritti alla meta.

2) L'atteggiamento sornione e meditabondo di Mr. Wednesday. Questo personaggio sembra essere quasi di passaggio nella storia pur tirandone le fila sin dalla prima scena in cui compare. Sembrerà distaccato, svagato e a volte persino annoiato ma, quando il gioco si farà duro, ebbene, non ve lo posso proprio dire...

3) American Gods si prende del tempo per raccontare storie nella storia (non i filler di prima) ma senza che questo risulti noioso o simile a un meccanismo furbo per allungare le puntate.

E per non risultare noioso nemmeno io la chiudo qui. Breve e diretto.

Buon binge watching e buona vita a tutti.

Commenti

  1. Significa che se le cose sono fatte bene, lo spettatore non percepisce la digressione come "allungabrodo" ma come parte integrante dell'opera :)

    Moz-

    RispondiElimina

Posta un commento