Terminator Genisys: cyborg e crisi generazionale



Ogni generazione ha i suoi cult



In tutti gli aspetti della cultura, ma specialmente nel mondo del cinema, la proposta varia a seconda dei gusti del target generazionale a cui è rivolta per determinare i quali ci vogliono studi di settore, previsioni e una buona dose di fortuna. Pensare che il cinema sia una macchina che vada avanti con le sole idee di registi e sceneggiatori come unico carburante è un’utopia: quello che fa muovere il tutto sono i soldi. Nella fattispecie il rapporto tra capitale investito e incassi al botteghino. Se poi il titolo diventa un cult, meglio, sennò pace perché ci siamo riempiti lo stomaco.

Le prossime generazioni non avranno alcun cult


Dribblando la polemica annosa sui sequel, prequel, reboot e varie, rimane da dire che sarà molto difficile che le future generazioni possano avere film di culto poiché quando si lavora solo per il guadagno è chiaro che non puoi rischiare di rimetterci del denaro se l’idea innovativa che hai scelto di portare avanti non si rivela un successo. Quindi ti butti sull'usato sicuro.

Vecchio ma non obsoleto. Ricordiamoci di questa battuta perché ci ritorneremo in seguito.

Ma che succede se anche con l’usato sicuro fai un buco nell'acqua? Se spendi una camionata di milioni di dollari per il reboot di un cult anni ’90 e poi ne incassi una manciata che non basta neanche a coprire le spese di produzione?

Probabilmente è quello che si stanno chiedendo molti produttori di Hollywood ed è anche – con le dovute modifiche linguistiche – quello che stanno urlando molti manager nelle orecchie dei propri collaboratori.

Specie se parliamo della produzione di film come Terminator Genisys


Mi aspettavo una delusione da Terminator Genisys – ne avevo sentito parlare malissimo – invece ho avuto una sensazione di deja vù. Ho ricordato quello che ho provato mentre guardavo Jurassic World. Tristezza infinita.

Terminator e Jurassic Park fanno parte del mio bagaglio cinematografico, credo di averli visti così tante volte da ricordarne le battute a memoria. Ciononostante ho accolto con curiosità i loro reboot ma il tutto si è risolto in tristezza.

Le tematiche narrate dai due film erano di grande impatto negli anni in cui sono apparsi al cinema, suscitavano meraviglia e stupore e bastava poco per farti stare attaccato allo schermo a vedere il terribile cyborg T-800 distruggere la città o uno spaventoso T-Rex uscire dal suo recinto. Ma oggi è tutta un’altra storia: oggi è difficilissimo impressionare un ragazzino. Robot e dinosauri non hanno più la presa di una volta.

Quindi, come puoi pensare che proporre un nuovo capitolo del franchise Terminator possa avere successo?

Fatto sta che l’hanno girato nel 2015 con il titolo di Terminator Genisys. Nuova sceneggiatura, nuovi effetti speciali, nuovo cast ad eccezione di Schwarzy nel ruolo, ovviamente, del Terminator T – 800.
Il plot principale è più o meno lo stesso di quello del film capostipite. John Connor è l’ultima speranza nella guerra tra le macchine e l’umanità quindi Skynet decide di mandare indietro nel tempo un cyborg per eliminare la madre di John, Sarah Connor. John allora manda l’amico Kyle Reese a salvarla pur sapendo (SPOILER) che egli sarebbe stato in realtà suo padre.

Ok, c’è un po’ di mindtwisting ma va bene.

Reese è convinto di trovare un cerbiatto impaurito ed invece trova Daenerys Targaryen con i capelli tinti, senza draghi ma con un Terminator tutto suo che si presenta sparando contro un cyborg T-1000.
Ok, la trama è stata riscritta. Va molto bene, qualcosa di nuovo. Vedere Emilia Clarke sullo schermo è sempre un piacere, peccato solo che sia lei sia il resto del cast recitino parecchio sottotono.

RIVOGLIO I MIEI DRAGHI! RIVOGLIO JOHN SNOW!

Ma non è solo la recitazione a rappresentare un problema per Terminator Genisys.

La trama nuova di pacca si infrange come il Titanic contro un immenso iceberg rappresentato dallo spiegone scientifico tanto caro agli sceneggiatori di oggi.

Nel 1984 James Cameron e Gale Anne Hurd non ci hanno spiegato nulla di quello che stava succedendo finché non si è arrivati a metà film e, anche in quel caso, si trattava di una spiegazione così semplice da passare inosservata in mezzo a un oceano di azione.

In Terminator Genisys, Laeta Kalogridis e Patrick Lussier hanno deciso che ci sarebbero dovuti essere spiegoni ad ogni evoluzione della trama. Una pesantezza e una confusione incredibile che ha fatto perdere alla nuova sceneggiatura parte della freschezza che avrebbe dovuto avere.
E la cosa peggiore è che dopo ogni spiegone arrivava la battutina insofferente di qualcuno dei protagonisti.
Ricordate la battuta di prima (Vecchio ma non obsoleto)? La ripete il T-800 interpretato da Shwarzy. Un cyborg killer con il senso dell'umorismo. Vabbè....

Questo è un altro problema di questo ma anche di tanti altri film reboot: la comicità esasperata. La battuta a tutti i costi che ai ragazzi di oggi piace tantissimo ma che è utile solo per allentare una certa tensione. Se la tensione, però, non l’hai fatta neanche montare quella battuta serve solo a esasperare lo spettatore attento e che vuole seguire il corso dei dialoghi. Dialoghi che, tra l’altro, sono anche parecchio banali.

MA GUARDA! UN BUCO DI SCENEGGIATURA


Ultimo punto: complicatezza.

Terminator (1984) è un film molto lineare: olocausto nucleare, umanità che combatte contro le macchine, viaggio nel tempo per assicurarsi un futuro e tanta azione.

Terminator Genisys (2015) è un polpettone parascientifico con qualche scena action diretta così così, uno humour fastidioso e un buonismo finale che lascia senza fiato. La complicatezza con cui viene ricamata la trama intorno a un viaggio nel tempo dal 2027 al 1984 e poi al 2017 (!!!) serve a mascherare il deserto di soluzioni narrative che si estende per tutto il film e ti lascia disarmato di fronte a scene montate con lo scotch in cui si capisce veramente poco.

Se anche questa può sembrare una stroncatura per Terminator Genisys vi assicuro che non lo è poiché il film è stato confezionato ad uso e consumo di una generazione che i particolari non li nota nemmeno, che fa della superficialità un vanto e che si diverte se ci sono cazzotti, esplosioni e battute becere. Non si può salvare qualcosa che nasce per non essere salvato.

Concusione

In Terminator del 1984 la cosa che mi ha sempre fatto paura e contestualmente amare il film è l’indefesso impegno con cui il cyborg da la caccia a Sarah Connor: sembra davvero che niente possa fermarlo.
In Terminator Genisys la cosa che mi ha fatto paura e che ricorderò per sempre è questa


Buona vita

Commenti

  1. Sì, vero che oggi complicano i film inutilmente.
    Vabè, che dire... hai ragione.
    Le battute le facevano, e bene, pure nei film anni '80, ma avevano già una vena ironica tutta loro :)
    Pur nella loro serietà.

    Moz-

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  2. Dici bene: le battute le facevano e gli riuscivano pure. Chissà perché non gli riescono più così bene....

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