Life: quando strizzare l’occhio ad Alien non basta

Ci sono dei film che rappresentano dei punti di riferimento per una certa tipologia di cinema, che dettano le linee guida e separano la cultura cinematografica in prima e dopo la loro apparizione sullo schermo.



Alien è uno di questi.



Difficile pensare un film che si avvicini alla storia trasposta dal capolavoro di genere di Ridley Scott senza fare gli opportuni paragoni. 
Quando Alien uscì nei cinema, nel 1979, era ancora piuttosto neonato il genere sci-fi mescolato con le tematiche horror e slasher per cui il titolo ebbe vita facile e oggi dimostra di essere invecchiato egregiamente.




Alien è un punto di riferimento di genere e in quanto tale qualsiasi film che ripercorra in qualche modo le sue tracce non può non esservi paragonato.

A supporto di quanto dico basti pensare a un film che ho visto qualche giorno fa e che strizza l’occhio ad Alien ma non riesce - a mio avviso - a ritagliarsi la sua nicchia seppur presenti parecchi spunti interessanti.
Il film in questione si intitola Life e in Italia hanno pensato di aggiungerci un sottotitolo chiarificatore: non oltrepassare il limite.



A me viene da ridere quando leggo i sottotitoli perché mi immagino i service italiani che si chiedono cosa possa indurre la gente ad andare a vedere il film al cinema e spesso decidono di appiccicarci delle tagline ridicole che spoilerano il senso del film e rovinano la sorpresa allo spettatore.

Così mi sono chiesto cosa significasse quel non oltrepassare il limite e alla fine mi sono dato due risposte e le esporrò qui di seguito senza però spoilerare il film.

Dunque Life è la storia di un gruppo di astronauti impegnati in una missione sensazionale: intercettare una sonda che proviene da Marte e sta riportando indietro campioni di materiale organico e studiarli sulla stazione spaziale internazionale in orbita intorno alla Terra.

Il team è composto dal comandante Ekaterina Golovkina, il biologo Hugh Derry, l’ingegnere Rory Adams, il tecnico di missione Sho Murakami e i medici Miranda North e David Jordan. Il gruppo appare subito molto affiatato e si intuiscono subito i ruoli sia professionali che emozionali che i vari personaggi avranno nel film: ci sono il riflessivo David, il buontempone Rory e la professionale Miranda, solo per farvi degli esempi.

La missione è di quelle capaci di lasciare il segno nella storia dell’umanità: studiare la prima forma di vita proveniente dal pianeta rosso per cui la tensione è palpabile ogni volta che la scena è ambientata nel laboratorio, si percepiscono una certa preoccupazione ma anche un’euforia dilagante che purtroppo verranno spazzate via dalla natura piuttosto aggressiva del marziano soprannominato Calvin.

ultima immagine di Calvin in versione pacifica

Da questo momento Life diventa uno slasher sulla falsissima riga di Alien con tanto di sacrifici, morti accidentali ed evitabilissime e anche la final girl.

Il film è godibile anche se ci sono delle cose che nel 2017 non dovevano proprio essere inserite in un lavoro del genere però il difetto maggiore è l’indecisione. Quel non oltrepassare il limite che vuol dire?

Secondo me le possibili spiegazioni sono due:

1 - Se trovi una cellula marziana ibernata da centinaia di migliaia di anni, non svegliarla, ammesso che si possa fare. Cioè, c’è stata gente che ha risvegliato i dinosauri e si è visto com’è andata, per cui studiala da dormiente o, al limite, in un ambiente controllato dove puoi premere un pulsante e ucciderla se diventa aggressiva.

2 - C’è un limite alla sete di conoscenza ed è rappresentato dalla sicurezza della sopravvivenza della specie. Studiare un essere sconosciuto, ibernato da un tempo lunghissimo e che magari appena sveglio non capirà bene la differenza tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, secondo la concezione umana della differenza, può essere potenzialmente un pericolo per il futuro dell’intera razza umana. Quindi in questo caso meglio ignoranti e salvi che informati ed estinti.

Una nota finale sul cast.

Io adoro Jake Gyllenhaal. E’ dai tempi di Donnie Darko che apprezzo il modo in cui sa stare davanti alla macchina da presa. Anche in questo film la sua presenza mi ha permesso di sorvolare sui numerosi difetti che mi passavano davanti agli occhi.


Bravo anche Ryan Reynolds che dopo Deadpool non riesco a prendere più sul serio e per questo mi sta ancora più simpatico. Mi è dispiaciuto vederlo cadere vittima di uno dei cliché più sfruttati del cinema horror: il simpaticone muore per primo.

Detto questo, consiglierei Life?
Si, perché un'oretta e mezza di divertimento non si nega a nessuno.

Ma Alien rimane Alien...

Buona vita a tutti

Commenti

  1. Non è il mio genere, sorry.
    Apprezzo Alien, ma un qualcosa che ne abbia gli echi non mi piacerebbe.

    Moz-

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  2. Aggiungo che io lo valuto perchè c’è Gyllenhaal sennó lo avrei stroncato di netto

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  3. Ciao .
    A me il genere piace .
    Se si mischia l’horror con la fantascienza si ottiene spesso qualcosa d’interessante.
    Non ho visto il film...magari me l’appunto.
    Per un divertente guilty pleasure.
    Il problema è che è sempre più difficile inventarsi qualcosa di originale.
    Mi vengono in mente anche i vari Sharkado o i Piranha in 3D o meno😀.
    O i sequel di tanti film distribuiti solo per mantenere i diritti sul marchio del titolo originale.
    Però ci son state anche delle eccezioni...se non si riesce a inventare niente di nuovo, si reinventa il vecchio.
    E ultimamente ci sono stati dei validi remake.
    Vedi IT o più indietro nel tempo 2013 credo anche il remake di Evil Dead.
    Scusa forse sto andando un po’ fuori tema😀

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  4. Proprio sul tema dell'originalità verte il mio ragionamento. Se ti confronti con un mostro sacro come Alien (perché a meno che gli sceneggiatori non avessero vissuto su Marte fino a oggi, non può che essere così) allora devi necessariamente trovare una chiave di volta per stupire lo spettatore. Sennò il fatto che nella seconda metà del film gli astronauti vengano messi sotto scacco da un cosino che sembra dello zenzero marinato diventa quasi ridicolo.
    Meglio Sharknado, allora.

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