Brutte cover italiane di successo (più o meno)




Le cover italiane che non ci hanno creduto abbastanza. 



Se gli USA sono il paese d’origine del Rock’n’roll, L’italia è la patria indiscussa del cantautorato: nessun paese al mondo è riuscito a sfornare tanti cantautori come il nostro.
Gusti e ideologie a parte, il nostro panorama musicale ha prodotto artisti come Francesco Guccini, Fabrizio De Andrè, Adriano Celentano, Mina, Luigi Tenco e mi fermo qui perché la lista potrebbe veramente essere infinita. Ne abbiamo veramente per tutti i gusti, per l’orecchio più esigente, per quello più generalista e per quello assolutamente inconsapevole di cosa sia la musica.

Oltre ai nomi, un altro settore in cui il panorama musicale italiano ha saputo distinguersi è quello delle cover dei brani stranieri. Ci sono i casi più famosi come i Nomadi con Ho perduto il mio amore (in origine: Night In White Satin dei Moody Blues), Caterina Caselli con Sono Bugiarda (I’m a believer di Neil Diamond), i Dik Dik con Senza Luce (A Whiter Shade Of Pale dei Procol Harum), Gianni Morandi con Scende La Pioggia (Eleanore dei Turtles) e i Camaleonti con L’ora dell’amore (Homburg dei Procol Harum); ci sono anche casi meno conosciuti come A Chi di Fausto Leali (Hurt di Timi Huro) o Pregherò di Adriano Celentano (Stand By Me di Ben E. King).

Nella mentalità musicale di molti italiani la controparte straniera del brano non è nemmeno conosciuta e per molti intenditori addirittura la cover è preferibile alla sua versione originale. In molti casi questo è vero poiché spesso i gruppi americani registravano con standard qualitativi bassi o semplicemente l’estensione vocale del loro vocalist impallidiva se confrontata con un cantautore nostrano.

Purtroppo, ci sono dei casi, e sono quelli che ci interessano in questo post, in cui la cover italiana è un vero e proprio disastro sotto ogni punto di vista.

Un avvertimento: da qui in poi il post diventa un massacro per gli amanti della musica. Affrontarlo con coraggio vuol dire voler bene alla musica e farsi due…mila risate.

E allora iniziamo.

Che i rocker de’ noantri abbiano provato a rilanciarsi sfruttando dei pezzi iconici di artisti stranieri lo avremmo anche potuto perdonare. Non se il risultato, però, è una tortura uditiva.

Qualche tempo fa Vasco Rossi, in preda a un delirio di onnipotenza che solo lui può concepire, decise di fare una cover di Creep dei Radiohead. Farebbe già ridere così, ma purtroppo il suo proposito va in porto e questo è il risultato.



Anche Gatto Panceri, uno che con quel nome te lo immagini vestito come Tonio Cartonio a presentare un programma per bambini, dall'alto della sua sconfinata discografia decide di omaggiare i The Cure e quindi ecco una bella cover di Lullaby.



A me cominciano a sanguinare le orecchie, non so a voi.

Ci sono poi i Pooh che decidono di incidere La casa del sole (The House Of Rising Sun degli Animals) e un certo Simone Tomassini che si lancia in una sua personale versione di Don’t Cry dei Guns’n’Roses.


Se non altro il pezzo dei Pooh è musicalmente potente.


Ma questa no, non ce la faccio proprio a salvarla.

Adesso fate un bel respiro perché da qui si fa dura. 

Terzo gradino del podio per Nicola di Bari con Dammi Fuoco. Cover di Light My Fire dei Doors. Tra l'altro la cover è arrangiata sulla versione di Will Young. Quindi cover di cover. Aiuto!



Al secondo post un insospettabile Marco Masini con E Chi Se Ne Frega. Se traduciamo in inglese otteniamo, più o meno, nothing else matters. Vi ricorda qualcosa?




Dominio incontrastato in vetta a questa classifica per Nino D’angelo che, non contento di essere il cosplayer partenopeo di Luke Skywalker, decide di fare una bella cover e la intitola Gesù Crì. Indovinate un po’ di quale brano famoso parliamo.



Fuori classifica ma solo perché mi sono incazzato non poco ad ascoltarla per scrivere questo post Jo Squillo e la sua Whole Lotta Love presentata al Festivalbar del 1990. Non mi sono ancora ripreso. (Di questa il link non lo metto nemmeno)


Allora, le conoscevate tutte? Che ne pensate?

Buona musica e buona vita a tutti.

Commenti

  1. Ahaha una bella carrellata di trash, mamma mia :)
    Masini la riascolto ancora ogni tanto, altre sono davvero imbarazzevoli (più che imbarazzanti)... Dammi fuoco già dal titolo esorta ad agire in tal senso.

    Moz-

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  2. Dammi fuoco è istigazione a delinquere secondo me. Per il resto, Nino D’Angelo è il top del trash

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