Cosa significa essere un blogger nel 2020 [TAG]



Essere blogger nel 2020 e non sentirsi un dinosauro



Ringraziando l’amico Moz del blog Moz O’Clock (QUI il suo blog) per il tag, partecipo con piacere all’iniziativa promossa dal blogger Nino Baldan (QUI il post originale) riguardo alla domanda fondamentale sul blogging, la blogosfera e tutto quanto: 

cosa significa essere un blogger alle soglie del 2020?



Prima di tutto: andate a leggere il post originale di Nino QUI

Vi aspetto.

Bentornati, andiamo a cominciare.



  • QUALI SONO LE RAGIONI CHE TI HANNO SPINTO AD APRIRE UN BLOG?
Partiamo da un presupposto: io sono convinto che prima di usare un canale di comunicazione si debba avere qualcosa da dire e si debba volerlo dire. Detto questo, mi è sempre piaciuto esprimere le idee per mezzo della parola scritta: ho iniziato con un giornalino di paese e poi ho sfruttato il servizio di microblogging offerto da Windows Messenger prima di aprire Pulp Standoff che in origine si chiamava Post Scriptum (la storia completa di questo blog la potete leggere QUI).
Credo che il motivo per cui ho voluto iniziare quest’avventura sia stata la voglia di fuggire da una realtà cittadina opprimente in cui le idee faticavano ad essere espresse.

  • COME NASCE L’IDEA DIETRO AI TUOI POST?
Mi piace moltissimo il concetto di trasversalità ovvero raccontare qualcosa non in maniera lineare, dall’inizio alla fine, dall’alto in basso, ma colpire l’argomento ai fianchi. A volte il punto di partenza è un semplice pensiero che schizza fuori dalla matassa all’improvviso, altre volte le emozioni che mi suscita una notizia, un film o un argomento in generale mi spingono a mettere le idee nero su bianco. 

  • QUALI MEZZI UTILIZZI PER IL BLOGGING?
Appunto le idee al volo sull’app Note del mio smartphone e se ho tempo sufficiente allego link e immagini per creare l’ossatura del post. Il resto lo fa il notebook grazie alla splendida funzione di sincronizzazione delle note tra smartphone e pc. Ma ho passato anche la fase post-it, foglietti di carta, quaderni, appunti e agende.

  • QUANTO IMPIEGHI PER UN POST E COME INSERISCI IL BLOGGING NEL TUO TEMPO LIBERO?
Non inserisco il blogging nel mio tempo libero. Il blogging ha una fascia oraria settimanale (a volte giornaliera, se serve) in cui mi dedico esclusivamente alla ricerca delle informazioni e all’assemblaggio del post. Il tempo impiegato può variare dalla quantità di informazioni che ho bisogno di ricercare, dall’argomento trattato e dall’ispirazione. In media posso valutare un tempo che va dai 45 ai 60 minuti per post.
  • QUAL E’ IL TUO RAPPORTO CON I SOCIAL NETWORK E COME SONO LEGATI AL TUO BLOG?
Io non credo che un blog debba essere necessariamente legato al mondo social poiché immagino la blogosfera come un mondo virtuale a sé stante, ma è chiaro che i vari social network permettono una diffusione più capillare dei contenuti e in alcuni casi veicolano gli utenti fino al blog. Non succede sempre ma ogni tanto si. Ho aperto una pagina Facebook collegata a questo blog (che potete visualizzare QUI) che conta un centinaio di likes ma pochissime interazioni. Instagram invece lo uso per un progetto a sé stante che riguarda un argomento che non riesco a trattare qui nel modo che preferisco. Twitter lo uso per informarmi ma non in maniera continua.
  • VEDI QUESTA CRISI DEL BLOGGING IN PRIMA PERSONA, TANTO DA AVER AVUTO LA TENTAZIONE DI TRASFERIRTI IN PIANTA STABILE SUI SOCIAL?
Comincio dalla fine. Si, ho pensato di trasferire il progetto Pulp Standoff su una pagina social e ho creato un esperimento che è durato quasi un anno per vedere se il gioco valesse la candela. Dal mio punto di vista il social mi permetteva di essere più veloce nella creazione dei contenuti a prezzo di regole di pubblicazione più stringenti. Alla fine mi ritrovavo sempre a pensare come impostare il post sul blog sicché ho capito che l’esperimento era stato utile per capire che volevo rimanere nella blogosfera almeno con questo progetto. Riguardo la crisi posso dire, data la mia età anagrafica, di aver vissuto la desolazione dei servizi Windows Messenger e MySpace in un momento in cui i social erano una versione molto meno accattivante di come sono oggi e in rete c’erano veramente quattro gatti. Considerando che il mondo della tecnologia va a una velocità folle non mi sorprende che oggi si sia impiantata la dittatura dell’immagine e del fotogramma perché la massa degli utenti semplicemente non vuole impiegare del tempo neanche nelle cose che li interessa e i social favoriscono questo tipo di comportamento. Inoltre, conosco per averlo vissuto sulla mia pelle il modo con cui ci si deve rapportare con i social quando vuoi creare dei contenuti, i parametri che devi tenere sotto controllo (e sono tantissimi), le regole a cui devi sottostare, le mode che devi seguire per essere incisivo: siamo esseri umani e non possiamo cambiare così velocemente come fa un prodotto tecnologico, abbiamo bisogno di tempo.
In ultima analisi posso dire che il mio essere blogger (nel mio piccolo) quasi nel 2020, è un’attività che faccio principalmente per me stesso, perché ho bisogno di affermare la mia identità colonizzando una minuscola porzione di quella terra virtuale che diversi anni fa è stata promessa a chiunque volesse andare a viverci. Quindi credo che la blogosfera finirà di esistere solo quando noi che ne rappresentiamo il cuore smetteremo di scandire il tempo del suo battito cardiaco a colpi di post.

E adesso i TAG.

Nomino: Giuseppe di Ieri, Oggi, Domani, Erigibbi dell’omonimo blog e Cannibal Kid di Pensieri Cannibali

Che dovranno: 
1) rispondere alle domande in un post
2) linkare il post originale di questa iniziativa (cioè QUESTO) e far sapere con un commento che hanno partecipato
3) Taggare altre cinque persone

Commenti

  1. Io sono molto più ruspante di te come mezzi (tu addirittura sincronizzazione ecc XD), ma ti assicuro che la questione di colpire l'argomento ai fianchi, qui, si avverte.
    Infatti i tuoi post sono molto particolari, si vede proprio.
    E mi piace la tua filosofia sul blogging e sulla blogosfera!

    Moz-

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    1. Spesso sono in giro per lavoro e portarmi quaderni e fogli in macchina risulta difficile; essendo poi alquanto disgrafico il risultato sembrerebbe un elettrocardiogramma. Grazie per i complimenti😉

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    2. Capisco! Beh allora ci sta, anche io in quei casi - se sono fuori, se sto in un locale ecc- uso il tel^^

      Moz-

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  2. Grazie Mick per le tue risposte! Anche a me piace la trasversalità del blogging, il poter affrontare un argomento a partire da uno stimolo, da un'idea, in modo - aggiungo io - anche intercurriculare.
    E leggo nello specifico anche della tua esperienza con i social: anch'io inizialmente credevo potessero espandere il mio pubblico, ma i risultati furono deludenti. Mi ero messo in testa che fosse "colpa mia", che facessi io qualcosa di sbagliato. E invece, come dici tu, ci sono mode da seguire, artifici da adottare, che si possono riassumere con "appiattirsi" e "standardizazzarsi".
    Ma forse a farmi rendere conto che il gioco non valesse la candela è stato apprendere la reale consistenza dell'argoritmo di Facebook, fatto apposta per farci sborsare denaro in cambio di visibilità.
    Con il Blog mi sento libero di esprimermi, e devo dire di aver trovato molto più riscontro nella "blogosfera" di quanto non ne abbia mai ottenuto spendendo ore sui social network.
    Continua così, Mick: questo è il vero te!

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    1. Il succo del discorso social sta proprio nel paradosso: per essere incisivo ti devi standardizzare e contemporaneamente ti devi distinguere, il tutto con lo stesso contenuto. Personalmente trovo sia una realtà spersonalizzante e avvilente.

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    2. Oppure è una sfida, no?
      Ogni luogo ha le sue regole... ;)

      Moz-

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    3. Certo! Chi vuole puó anche raccogliere la sfida.

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  3. Grazie mille per avermi taggato!
    Appena ho l'ispirazione giusta, cerco di continuare la "catena". Sperando di essere all'altezza delle tue risposte. ;)

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    1. Figurati. Sono sicuro che saranno altrettanto interessanti

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