Credere o dimostrare?




Il problema sta nell'approccio




Tempo fa mi sono avvicinato a una corrente di pensiero che abbracciava moltissime teorie e tematiche e che traeva in qualche modo spunto dalle illuminazioni raccontate da James Redfield.

Per chi non lo conoscesse, James Redfield è diventato famoso verso la metà degli anni ’90 per aver scritto il romanzo La profezia di Celestino in cui attraverso la psicologia e lo spiritualismo esponeva una delle più potenti tra le teorie poi definite New Age: energie che fluiscono da una persona a un’altra, campi di energia in cui siamo immersi e che modifichiamo sia consapevolmente che involontariamente, interpretazioni spirituali del comportamento proprio e altrui e tantissime altre idee di questo tipo, alcune ben strutturate altre solo abbozzate.

C’è stato un lungo periodo in cui sono stato molto ricettivo nei confronti di questi argomenti.

Se gli argomenti di interesse fossero paesi del mondo allora Redfield e le sue teorie sarebbero gli Stati Uniti d’America mentre l’Europa sarebbe il paese in cui vivono i miei pensieri oggi. Tra l’interpretazione della realtà di Redfield e l’approccio scientifico c’è di mezzo un oceano.

Ciò non vuol dire che l’approccio non scientifico sia errato mentre quello scientifico corretto ma piuttosto che credere in una cosa non è la stessa cosa rispetto a poterla dimostrare.

Quando si crede in qualcosa senza avere prove della sua esistenza si parla di fede religiosa mentre quando si ripone fiducia in una cosa che si può dimostrare allora si parla di scienza ma non deve essere necessariamente vero che una escluda l’altra. E’ solo una questione di approccio. Mi approccio alla realtà che mi circonda credendo in forze invisibili che smuovono energie e condizionano il comportamento umano oppure studiando come gli effetti a distanza di un fenomeno modificano lo stato energetico di un corpo. Tra le due la prima è indimostrabile con le leggi della scienza e tuttavia può dare conforto a qualcuno o spingere qualcun altro ad azioni di grande positività; la seconda è inaccettabile per la religione perché i disegni superiori non si possono spiegare con equazioni e formule matematiche.

Il punto della questione è scegliere quale approccio seguire in totale armonia e nel rispetto di chi dovesse avere un’opinione diversa.

Se sei un forte sostenitore della scienza non puoi negare che la religione abbia giocato un ruolo fondamentale nell'evoluzione del pensiero umano nella misura in cui si parla di percezione del divino; viceversa se credi in (un qualsiasi) Dio non pensi che nell'atto di creare l’uomo avesse infuso pure l’intelligenza per renderlo più simile a se stesso?

E’ tutta una questione di approccio in cui l’uno non esclude l’altro finché si rimane dentro il contesto specifico.






Ringraziare voglio il divino

labirinto degli effetti e delle cause

per la diversità delle creature

che compongono questo singolare universo,

per la ragione, che non cesserà di sognare

un qualche disegno del labirinto,

per l’amore, che ci fa vedere gli altri

come li vede la divinità,

per il saldo diamante e l’acqua sciolta,

per l’algebra, palazzo dai precisi cristalli,

per Schopenhauer,

che forse decifrò l’universo,

per lo splendore del fuoco

che nessun essere umano può guardare senza uno stupore antico,

per il linguaggio, che può simulare la sapienza,

per l’oblio, che annulla o modifica il passato,

per la consuetudine,

che ci ripete e ci conferma come uno specchio,

per il mattino, che ci procura l’illusione di un principio

per la notte, le sue tenebre e la sua astronomia,

per il coraggio e la felicità degli altri,

per i minuti che precedono il sonno,

per il sonno e la morte,

per due tesori occulti,

per gli intimi doni che non elenco,

per la musica, misteriosa forma del tempo.




Da Poesia dei Doni di Jorge Luis Borges



E’ tutto gente, buona vita.

Commenti

  1. Mi ha colpito molto questo post.
    Sì, conosco l'autore ma solo di fama e per il titolo che hai citato. La questione delle energie mi ha sempre affascinato ma io resto una persona molto razionale.
    Non che non creda che possa esserci appunto un'energia (spesso io stesso le percepisco) però ecco... sono più scientifico (e penso che siano cose spiegabili, prima o poi).

    Moz-

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    1. Grazie. Il mio intento era di sfatare il mito della convivenza impossibile tra scienza e religione, una cosa stupida se si pensa che in un ceto senso l'una può spiegare l'altra. La dinamica delle energie è un concetto interessantissimo soprattutto da punto di vista scientifico. Purtroppo è territorio anche delle pseudoscienze dove si affermano cose straordinarie senza avere prove straordinarie a sostegno. (Quest'ultima non è mia ma di Carl Sagan)

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  2. Non è un po’ come quella regola che ci insegnavano in matematica che scambiando di posto i numeri delle moltiplicazione e nelle addizioni il risultato non cambia.
    Credi in Dio o credi nelle energie che smuovono l’universo ma comunque sempre a qualcosa devi credere e non necessariamente lo devi dimostrare perché aggiungo io entrambe il dogma e l’energia sono forze invisibili.
    Spero d’averci centrato un po’..?
    Ciao

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