The Terror: come un romanzo di Conrad ma più horror

 


Capitani coraggiosi tra i ghiacci

 

La linea d’ombra, Cuore di Tenebra, Lord Jim, Nostromo sono romanzi del celeberrimo autore Joseph Conrad. Chi abbia avuto il piacere di leggere Conrad saprà già che il suo stile diventava molto tagliente quando si parlava di critica al colonialismo (britannico soprattutto) e questioni che riguardavano l’onore e l’eroismo, specie se si trattava di capitani e ufficiali impegnati in grandi imprese di esplorazione. Quello di cui Conrad non si è mai occupato è la componente horror che invece è l’aggiunta fondamentale di The Terror, una storia alla maniera dell’autore (e navigatore) anglo-polacco con un sotto testo horror molto gustoso.

Ispirata al romanzo omonimo di Dan Simmons, la prima stagione di The Terror è ambientata intorno alla metà del XIX secolo e racconta le avventure degli equipaggi di due navi da esplorazioni britanniche, la Erebus e la Terror, impegnate nella ricerca del passaggio a Nord-Ovest, una rotta commerciale che avrebbe permesso di raggiungere l’Asia risparmiando parecchie miglia nautiche rispetto alla rotta che circumnavigava l’Africa e il Medio Oriente.



Si tratta di una storia d’avventura con una forte componente psicologica e un po’ di sano horror che aggiunge quello sprint in più.

Per via di decisioni estreme e circostanze avverse le due navi rimangono incagliate tra i ghiacci del Polo Nord per cui oltre alla ricerca della gloria ci sarà da affrontare il tema della sopravvivenza in un ambiente ostile all'uomo. Qui, tra risorse razionate e medicinali che diminuiscono velocemente, il morale degli uomini è un fattore da tenere in massima considerazione per evitare il caos e se già non bastasse l’oscurità che si cela nella mente delle persone che perdono ogni speranza, un pericolo ancora più agghiacciante è rappresentato dal sovrannaturale.



The Terror è una serie vincente fondamentalmente per tre punti. Il primo è che la presenza del sovrannaturale non è preponderante rispetto alla storia principale ma è una componente della stessa; poi c’è una gestione intelligente dei tempi di narrazione che ti permette di sentire sulla tua pelle il lento scorrere del tempo che condiziona la vita degli equipaggi; e infine c’è il tema dell’oscurità dell’animo umano: tutti, ufficiali, marinai, mozzi e medici di bordo, si sono portati dietro ambizioni, aspettative, vendette personali e filosofie di vita che quando vengono messe insieme in una situazione di estremo pericolo e con le speranze che si riducono progressivamente diventano combustibile per creare il caos.

Alcune scene potrebbero risultare abbastanza disturbanti per chi ha lo stomaco un po’ debole mentre altre sono proprio rivoltanti a causa del livello di dettaglio. Il che, credo, serve ad agganciare il senso del disgusto dello spettatore che – come ci insegna Stephen King – è il primo stadio della paura.

Un punto controverso di The Terror è collegato con uno dei suoi punti di forza ovvero alla gestione del tempo. Nonostante ci siano alcuni salti temporali che fanno fluire la storia in avanti e lateralmente (fatti che avvengono simultaneamente in luoghi diversi) per il resto il tempo è gestito quasi in rapporto 1:1. Il risultato è che stai guardando una cosa che riesce ad assorbirti completamente e che ti tiene la tua concentrazione altissima ma, contemporaneamente ti stanca parecchio e può portarti  alla pennica improvvisa se la guardi dopo una pesante giornata di lavoro.



 In conclusione , The Terror è una serie che ho apprezzato parecchio e se tanto mi da tanto, dopo aver visto i primi episodi della seconda stagione, credo che l’intenzione sia quella di creare una serie antologica sul rapporto esperienza umana\situazione di estremo pericolo con un occhio alla narrazione storica, al lato psicologico e alla componente horror.

Nota storica in chiusura: con il romanzo The Terror da cui la serie trae ispirazione e che in origine si intitolava La scomparsa dell’Erebus, Dan Simmons scrive il suo nome insieme a quelli di Charles Dickens e Jules Verne. Questi autori hanno in comune l’interesse per la spedizione del capitano John Franklin che il 19 maggio del 1845 partì con le navi Erebus e Terror e 128 uomini verso la conquista del passaggio a Nord-Ovest. Nessuno di loro fu mai più ritrovato eccezion fatta per qualche tomba e alcuni resti e per le due navi che furono ritrovate rispettivamente nel 2014 e nel 2016.

Il passaggio a Nord-Ovest venne scoperto nel 1906 dal famoso esploratore norvegese Roald Amundsen.

 

E per ora è tutto gente, buona vita.

Commenti

  1. Come ti ho già detto, Serie davvero straordinaria. E mai qualcosa di così "lento" (che per me non è mai stato un difetto, come per tanti, riguardo Film e Serie) allo stesso tempo mi richiedeva con forza la voglia di continuare e andare avanti con gli episodi. La parte sovrannaturale, poi, proprio come hai scritto tu, è dosata alla perfezione. E che dire delle prove degli attori?!
    Chissà se la Seconda Stagione ti conquisterà. Con me, forse complice il troppo amore per questa Prima, non l'ha fatto. Per niente.

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    1. Della seconda stagione so qualche informazione sul tema centrale che mi attira moltissimo. Questo weekend comincio a vederla e speriamo che le aspettative quanto le buone impressioni della prima stagione non vengano tradite. Ti sapró dire in un prossimo post.

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