Le strade del male: alla ricerca di Dio

 


Quello che deve essere fatto

 

Tutti noi speriamo che il futuro ci riserbi grandi cose, successi, amori, onori e per questo siamo convinti che se ci comportiamo bene allora ci avviciniamo sempre di più alle cose belle e soddisfacenti. Secondo alcune filosofie di vita, poi, chi agisce per il bene attira a sé il bene e se scendiamo nel campo religioso questo concetto si declina in modo più articolato. Il tema religioso non mi serve solo come completamento del discorso ma anche come nodo centrale per parlare di Le strade del male, film recentemente distribuito su Netflix che mi ha fatto fare una capriola sul divano.

Le strade del male (in originale The Devil All The Time, maledetti adattamenti italioti!!) è un film del 2020 diretto da Antonio Campos. A dispetto del titolo è tutt'altro che un film horror di carattere religioso/demoniaco ma piuttosto un dramma o, meglio, un collage di drammi che investono le vite sfortunate di diverse persone in diversi archi temporali e che le portano a prendere delle decisioni e a fare delle cose che eludono una collocazione semplicistica di giusto o sbagliato. Qui si parla di cose che devono essere fatte. E si parla anche di Dio.

Il concetto di Dio è onnipresente in questo film sia sotto forma di guida morale di alcuni personaggi,  di rifugio spirituale per altri oppure di avversario in una sfida ossessiva per altri. In ogni caso, tutti i personaggi del film hanno a che fare con Dio, in una certa misura Dio è entrato nelle loro vite e ne ha condizionato il corso.



Ah, Le strade del male è un film che parla anche di fanatismo religioso e della violenza che ne consegue.

Il film è ambientato tra due cittadine della provincia dell’Ohio e del West Virginia, Coal River e Knockemstiff.

La prima sequenza racconta del soldato Willard Russel (Bill Skarsard) che, tornato a casa incolume dopo la seconda guerra mondiale, inizia a ricostruirsi una vita e a farsi una famiglia: il passato e le esperienze di Willard si riflettono ovviamente sull'educazione del figlio Arvin e ne determineranno il futuro.

Nella seconda parte il protagonista diventa lo stesso Arvin (Tom Holland) poco meno che ventenne che si deve buttare alle spalle un passato abbastanza difficile e doloroso in un’America in cui i sentimenti di ottimismo e fiducia permettono che si possa viaggiare in autostop nelle campagne senza il timore di essere rapiti e in cui il fervore religioso, soprattutto nella provincia, diventa aberrante. Se Willard aveva con Dio un rapporto intimo e per nulla scalfito dalla verve del predicatore Lafferty (Henry Melling), Arvin invece prova risentimento e si allontana dalla preghiera covando rancore anche e soprattutto dopo aver conosciuto il reverendo Teagardin (Robert Pattinson). Curiosamente sia la madre che la sorellastra di Arvin, per contro, saranno sempre totalmente “rapite” dalla sicumera dei due ministri. E badate bene che in inglese il verbo “to rape” ha un significato diverso dell’italiano rapire.  All'intreccio, infine si aggiungono anche una coppia di serial killer (Riley Keough e Jason Clarke) e un poliziotto corrotto (Sebastian Stan).

Avete notato niente di strano? Ve lo dico io: il cast!

Le strade del male ha un cast della madonna. Il che per un film che parla di religione sarebbe anche giusto.



Tom Holland sveste i panni dell’amichevole Spiderman di quartiere e mostra tutta la sua bravura dando ragione a chi lo ha selezionato per questa parte. Il pupillo di casa Skarsgard, Bill, dimostra di avere un’ottima presenza scenica anche senza il costume di Pennywise mentre Jason Clarke con i suoi lineamenti molto riconoscibili e particolari si sta ritagliando uno spazio di considerazione anche per pellicole di livello come questa di cui stiamo parlando. Anche Sebastian Stan nei panni di un poliziotto corrotto e sovrappeso fa la sua bella figura e si smarca dall'immagine del soldato d’inverno che dovrebbe anche cominciare a stargli stretta. Tra tutti, però, l’attore che mi ha convinto di più è stato Robert Pattinson: lui aveva la parte difficilissima di un predicatore viscido e opportunista (per non dire cos'altro...) e l’ha resa benissimo. Il suo personaggio è quello che vorresti prendere a pugni dal primo minuto in cui apre bocca.



La struttura temporale di Le strade del male non è lineare ma, anzi, va avanti e indietro di mesi o anni a seconda di quale parte della storia vuole raccontare e di quali personaggi agiscono, il tutto con una voce narrante (che nella versione originale è quella di Donald Ray Pollock, autore del romanzo omonimo da cui il film è tratto) che anticipo alcune cose o che cerca di distrarci per depistare i nostri tentativi di comprensione. Le storie dei vari personaggi sembrano inizialmente slegate tra loro ma poi, piano piano, si cominciano a intrecciare fino a diventare una sola storia che parla dell’abisso della natura umana, un luogo così buio, profondo e minaccioso da cui nemmeno l’invenzione di Dio ci può trarre in salvo.



Il drammaturgo irlandese Samuel Beckett in una sua celeberrima opera costringe i due protagonisti ad aspettare Dio su una spiaggia: se i due fossero andati a Knockemstiff forse l’avrebbero trovato, ma non sono sicuro che sarebbe stato un’incontro felice.

Con Le strade del male Netflix dimostra di riuscire a produrre film di ottimo livello oltre a serie cult. Se l’immagine della piattaforma è legata indissolubilmente al successo di Stranger Things, sul lato film originali aveva sempre lasciato a desiderare, da un po’, però, gli investimenti e le idee hanno dato i loro frutti e dopo la co-produzione di Sto pensando di finirla qui (di cui abbiamo parlato QUI) adesso arriva un altro bel colpo per la piattaforma.

E per ora è tutto gente, buona vita. 

Commenti

  1. Cazzo, bro... questo me lo hai proprio venduto!! :o
    Nelle prime righe della rece, non so perché, mi è venuto in mente Benicio Del Toro fanatico religioso e duro coi figli, in un celebre film di qualche anno fa.
    Molto bella la struttura che "viaggia" nel tempo, ed è vero: cast della madonna.
    Me lo vedrò a breve.

    Moz-

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  2. "Le storie dei vari personaggi sembrano inizialmente slegate tra loro ma poi, piano piano, si cominciano a intrecciare fino a diventare una sola storia che parla dell’abisso della natura umana, un luogo così buio, profondo e minaccioso da cui nemmeno l’invenzione di Dio ci può trarre in salvo".
    Gran bell'espediente narrativo. E film di cui ne ha parlato bene anche l'amico Bonigol. Anche piuttosto splatter, come film. Ma ovviamente tutto funzionale al tipo di storia. La spiritualità che diventa fanatismo, tema sempre attuale e affascinante!

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    1. E' un film tosto, uno di quelli che ti appaga da quanto è corposa la storia, a mio parere.

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