Disney, e i bambini?

 


Un’analisi personale

 

Da venerdì scorso il catalogo di Disney+ si è arricchito con il nuovo film animato targato Disney/Pixar dal titolo Soul che dribblando i problemi logistici causa chiusura delle sale è sbarcato direttamente sulla piattaforma streaming del colosso dell’intrattenimento.

Non ho ancora visto Soul e quindi non voglio parlare del film anche se, a quanto leggo nella blogosfera, il film è un altro colpo di classe della Disney che prosegue la linea narrativa sulle emozioni iniziata con Inside Out e continuata con Coco. Sicuramente un’ottima idea quella di spostare il focus narrativo su qualcosa di immateriale che spesso trasforma il prodotto visivo in meta-cinema e se i film citati sopra hanno tracciato un confine tra l’intrattenimento passivo e l’intrattenimento consapevole allora tanto di cappello alla casa madre di Topolino&Co.

Un intero capitolo si potrebbe poi dedicare al progetto Star Wars che tra serie TV e film di prossima pubblicazione sta facendo rivivere il mondo della galassia lontana lontana forse oltre alle aspettative di un fan di questo universo narrativo come il sottoscritto.

Non dimentichiamoci poi dell’enorme operazione nostalgia che sta trasformando i classici Disney in live action dall’aspetto grafico nuovo fiammante e con adattamenti che si incastrano meglio nella società attuale. Non tutti i film sono riusciti bene, però anche quest’idea è buona nell’ottica di creare un enorme calderone in chi mischiare i ricordi dei 30-40 enni di oggi con la richiesta dei loro figli e delle nuove generazioni in generale.



Già, tutto molto bello. E i bambini?

Esistono dei progetti dedicati esclusivamente ai più piccoli come fiabe, storie edificanti, favole, come quelle che abbiamo avuto noi quando eravamo piccoli? Prodotti spensierati?

Mi spiego e mi scuso se sembrerò polemico. Prendete questo post come un pensiero ad alta voce.

Molti della mia generazione sono cresciuti con classici come Il Re Leone, Aladdin e La Sirenetta e qualche generazione prima c’erano stati Bambi, La Bella Addormentata Nel Bosco, Biancaneve, La spada nella roccia e Robin Hood: tutti cartoni animati che intrattenevano, divertivano e mandavano messaggi positivi mentre raccontavano la loro storia.



Oggi i film di animazione di Disney Pixar si concentrano su altri temi, vanno oltre il racconto fine a se stesso o la favola in sé, si spingono verso tematiche più mature, come le emozioni, il senso della perdita, la morte, tutte tematiche che un adulto recepisce facilmente, forse anche molti adolescenti riescono a confrontarcisi meglio attraverso un cartone animato piuttosto che un film serioso, ma i bambini non credo che possano andare oltre il vedere pupazzetti colorati che si muovono sullo schermo senza capire il senso di quello che stanno dicendo. Ecco, magari posso anche pensare che mio figlio, ad esempio a 8 anni, sia troppo piccolo per guardare qualcosa dove si parla di tematiche così serie, magari vorrei che a quell’età si goda spensieratamente la vita e il suo essere “piccolo” perché poi il mondo si complicherà da sé mentre cresce.

Il mio pensiero è che Disney per portare la gente al cinema abbia trascurato questo piccolo particolare.

La leggerezza di vedere Robin Hood e Little John gabbare lo sheriffo di Nottingham, Merlino che fa la valigia cantando, le coreografie del Genio. Certo, anche nei film classici c’era il lato più serio (Mufasa che muore su tutti, per me) ed era quello che risaltava quando da piccolo guardavi un cartone animato.



Credo che tematiche come quelle affrontate da film come Inside Out, Coco e anche Soul, immagino, siano non ancora adatte ai più piccoli ma si servano della presenza degli stessi per non far vergognare il papà quarantenne o la zia trentacinquenne ad andare al cinema (o di questi tempi sul divano) per vederli.

Sono film bellissimi, io per primo sono rimasto colpito dai colori e dalla profondità narrativa di Coco, ad esempio, ma non lo farei vedere a mio figlio perché quando ho perso i miei nonni non mi è servito a niente pensare alla morte e al senso di perdita come me lo avevano servito i cartoni animati: è stata un’esperienza totalmente nuova, spiazzante e dolorosa.



Ecco, finché i piccoli possono essere spensierati e non pensare a tutto ciò, non vedo perché ci debbano essere costretti da una logica commerciale che punta – a mio avviso – a portare quanti più adulti (paganti) possibile in sala...o sul divano.

Ammesso che siate riusciti a seguire questo delirio, voi che ne pensate?

 

E per ora è tutto gente, buona vita.

Commenti

  1. Premesso che malsopporto i live action della Disney e quello che ha fatto con Star Wars (The Mandalorian a parte), non credo sia un problema.
    Il guaio dei remake live action è la generale mancanza di inventiva e voglia di stupire, che i Classici avevano: c'era la voglia di giocare col pubblico e stupirlo.
    Ma non credo che i "cartoni" siano roba da bambini nè debbano esserlo per forza. Disney è uscita dalla sua nicchia ormai da molto tempo, e non credere che a 8 anni un bambino non sia pronto per certi film della Pixar. A vederli ha tutto da guadagnare e niente da perdere.
    Io a 7-8 anni ero pronto per Terminator e Aliens e pur ghiottissimo di cartoni i film Disney non erano il mio centro dell'universo (va bè, sono un caso anomalo).

    A me scoraggiano di più i cartoni televisivi attuali, lontanissimi dalla figaggine nipponica e dalla volontà di raccontare grandi storie.

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    1. Seguo la tua logica e capisco (e apprezzo) il fatto che Disney stia cercando di portare avanti questa uscita dalla nicchia. Quello che rilevo però è che di prodotti studiati per i più piccoli ce ne sono pochi, un'azienda può decidere di uscire da una nicchia di mercato, ci mancherebbe, ma pensare che possa trascinarsi dietro il pubblico dei bambini con tematiche da adulti è un po' un'esagerazione. Capisco che alcuni bambini a 8 anni possano anche apprezzare quei contenuti ma farli crescere come manager di se stessi, distruggendo prima del tempo la magia che c'era nei classici e che c'è nella vita di un bambino possa rappresentare un problema. Sottolineo le parole io credo, sia chiaro, non ho nessuna pretesa di avere ragione su questo.

      Per i cartoni animati di oggi ci sarebbe da fare un discorso a parte. Non è un caso se moltissimi sono delle fiere di lucette colorate e versi divertenti senza alcuna logica. Ma questa è un'altra storia...

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    2. Si ho capito il tuo discorso.
      Penso che alla Disney però convenga di più quello che sta facendo, economicamente dico. Fare prodotti che può vendere a una platea più ampia possibile. A mandare il "sistema Disney" in cortocircuito non è stata la Pixar, ma Shrek. Shrek ha trasformato l'animazione in 3D in quella mainstream, e un intrattenimento rivolto tanto ai bambini quanto (se non di più) agli adulti.
      Prima di Shrek era difficile vedere ventenni, trentenni e quarantenni andare a vedere film di animazione spontaneamente. Era quella la "nicchia Disney", coi grandi "costretti" a vedere i cartoni animati.
      Dopo Shrek la Disney ha inseguito, e per raddrizzarsi ha comprato la Pixar capace di fare quei film per un pubblico più ampio, che poteva portare in sala non solo i bambini ma tutte le altre fasce di età.

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    3. Si, e ci sta anche. Quello che mi piacerebbe è che venisse curato anche una linea di prodotti per i più piccoli creando dei nuovi classici tutti per loro. Io a vedere un cartone animato non avrei problemi. Da adulto, intendo.

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  2. Forse si sta andando verso una distinzione del tipo: Pixar= cose con temi "da adulti" ma che anche i bambini possono vedere, Disney = cose da bambini...vedremo Raya e l'ultimo drago che uscirà l'anno prossimo per la Disney come si collocherà

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  3. Bella riflessione e aggiungo che Fabrizio, nel suo commento, ha colto nel segno. In generale ho avuto anche io la sensazione che la Disney stia volando troppo alto, tra Inside Out, Coco e questo Soul.

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    1. Credo che ci sia un denominatore comune tra quanto dice Quinto Moro e quanto dice Fabrizio: la Disney che esce da una nicchia di mercato per allargare il giro; poi i film come Inside Out e Coco hanno dimostrato di tirare tantissimo quindi è anche giusto sfruttare il prodotto vincente.

      Su questo non pensi ci sia da discutere: Disney deve massimizzare gli incassi, sta lì soprattutto per quello.

      Mi piacerebbe però che non dimenticassero le origini e dedicassero delle attenzioni ai più piccoli senza per forza trasformarli in piccoli adulti.

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  4. Ho visto solo Inside Out e no, non mi è sembrato assolutamente adatto ai bambini.
    L'altra sera Raiuno ha trasmesso il film de La bella e la Bestia.
    Mio figlio di cinque anni se n'è letteralmente innamorato, tanto che ho deciso di procurarmi il cartone (il mio preferito).
    Glielo farò vedere domani pomeriggio e sono pronta a scommettere che ne sarà super entusiasta.

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    1. Noi abbiamo appena visto Soul e credo risulti complicato anche per molti adulti.

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  5. Discorso interessante.
    Io penso che anche prima i film Disney avevano più piani di lettura.
    Oggi semplicemente il mercato è cambiato perché i fan sono sempre quelli di prima... ahah XD
    Certo, ho capito che intendi, ma anche i bambini sono cambiati e si rischia di farli sentire scemi, anche perché i capolavori perfetti sono già stati realizzati.
    Inoltre, penso che molto, per i piccoli, lo facciano per la televisione...

    Moz-

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    1. Capisco e mi chiedo: tra vent’anni un bambino che ne ha 6 oggi, quale titolo potrà chiamare “classico della sua infanzia”?

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  6. Si, questo l'avevo letto (riferendomi al tuo ultimo post e al mio commento) credevo si trattasse di una recensione su Inside Out.
    Mi ritrovo nei tuoi ragionamenti, il mondo sta correndo velocemente, inseguendo più numeri che ragionando sull'efficacia di un cartone e sulla fruibilità da parte di un bambino. I classici Disney ancora oggi sono intramontabili, con la Pixar c'è stata un'evoluzione.
    Inside Out richiede un'età ben diversa, anche se io sinceramente non ne sono uscita completamente soddisfatta, Coco lo trovo bellissimo e a un bambino potrebbe sicuramente arrivare, hanno i loro filtri, hanno un'elaborazione diversa dalla nostra ma non per questo meno intrigante.
    Però, è vero quel che dici, sembra si rivolgano ad un bambino già adulto, concordo.
    Che ne dici di Monster & Co? Io lo adoro!
    Up? Dovrei rivederlo.

    Fuori da questo contesto Disney voglio chiederti se hai visto "La storia della principessa splendente".
    Ciao Mick.

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    1. Up e La storia della principessa splendente ce li ho in lista da recuperare. Credo che presto ci scriverò su qualcosina

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    2. Monsters&Co sinceramente non me lo ricordo. Devo fare un ripassino.

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