...DA RISULTARE IRREALE
Rispondo io: qualsiasi cosa. Compresa questa.
Il fatto è che un calciatore oggi è come una rockstar di
qualche decennio fa. Prova ad andare da un quindicenne qualsiasi cresciuto con
miti come Francesco Totti o Cristiano Ronaldo e dirgli che è meglio farsi una
cultura piuttosto che correre dietro a un pallone e vedi cosa ti risponde. Che
poi, se proprio vogliamo dirla tutta, non è che ci sia del male ad essere
famosi, ricchi e a fare uno sport per lavoro. Sono convinto che almeno 8
ragazzini su 10 vorrebbero fare il calciatore.
E da qui a scrivere un film su un ragazzo talentuoso ma dal
carattere fumantino è breve. Meglio ancora se attraverso la sua storia puoi
mettere in luce per la trecentomiliardesima volta i mali del mondo del calcio e
infinitamente meglio se ci puoi ficcare una bella morale finale finta come i
soldi del monopoli ma che fa tanto prodotto educativo.
Il campione, film del 2019 diretto da Leonardo D’Agostini
con Stefano Accorsi, Ludovica Martino e Andrea Carpenzano.
Il campione in questione sarebbe Christian Ferro (Carpenzano)
ovvero un ragazzo di vent’anni con un grande talento, ma con un caratteraccio
sia in campo che fuori: viziato e sconsiderato, con la lingua tagliente e molto
maleducato. Christian gioca per la Roma e il presidente non vede più di buon
occhio le sue intemperanze poiché causano parecchio imbarazzo alla Società e ne
rovinano l’immagine, così decide di assumere un tutor, Valerio Fioretti (Accorsi),
per permettere al ragazzo di dare l’esame di stato da privatista. L’accordo è:
se ti impegni e passi l’esame allora giochi titolare sennò stai in tribuna.
A questo punto mi sono detto: adesso accade questo, questo e
quest’altro. E puntualmente le mie previsioni si sono verificate.
Per dare corpo alla storia ci hanno messo anche Alessia (Martino),
una tipa tosta che non cede facilmente alla avances di Christian.
Ci sono delle cose che mi sono piaciute e se fossero
state approfondite in modo un tantino più deciso forse questo film avrebbe
potuto dire qualcosa di più. Essendo un tutor anch’io ho empatizzato con
Valerio e compreso subito le difficoltà che affronta all’inizio del lavoro con
Christian. In gergo il problema principale del ragazzo è una scarsa
scolarizzazione e un disinteresse totale nei confronti dello studio e delle
nozioni. Ora, chi fa questo lavoro sa che la prima cosa che su cui si lavora è
il rapporto di fiducia con il ragazzo in modo che ci sia un dialogo più profondo
tra professionista e studente. Valerio inizia un po’ alla rinfusa ma poi ha l’illuminazione.
Questa parte del film è quella che mi ha interessato di più perché sono
convinto che non esistano ragazzi inadatti allo studio o “scemi” come qualcuno
ha fatto credere a Christian, ma solo ragazzi che non hanno ancora scoperto il
loro ritmo di apprendimento.
Purtroppo però il film si scosta subito da questo tema per
scivolare su tematiche più spicciole e superficiali senza però mai spiegare
fino in fondo. Tutto quello che avviene lo potete facilmente immaginare nei
primi minuti e andrà esattamente come lo avrete immaginato: una cosa che a me
dà sempre un fastidio enorme.
La cosa che appesantisce di più Il campione sono gli
stereotipi sul calcio.
Christian è ricco e famoso quindi deve per forza essere uno
spendaccione e deve per forza essere circondato da ochette e da amici caciaroni
e ignoranti all’inverosimile. C’è l’immancabile manager opportunista fintamente
interessato al suo benessere e minuto dopo minuto si scopre la classica vita
distrutta che fa da alibi stantio per i comportamenti fuori dalle righe del
giovane calciatore.
Il mondo del calcio non sarà certo l’ambiente più sano e
virtuoso, sarà competitivo come qualsiasi altro ambiente e avrà i suoi pregi e
i suoi difetti però perché tutte le volte che si deve fare un film con il
calcio come riferimento si deve per forza raccontare la vita e gli eccessi di Mario
Balotelli o di Paul Gascoigne e mai la professionalità di un Javier Zanetti o
Roberto Baggio? Anche un professionista serio può avere una vita difficile o
meglio, anche una persona che ha avuto una vita difficile può diventare un
professionista serio.
Poi io non sopporto la capacità di Accorsi di andare in
overacting ogni volta che si deve manifestare un’emozione. Questa cosa me lo rende indigesto come pochi.
Quindi, in conclusione Il campione può essere un film
sicuramente piacevole da vedere senza molte pretese, si lascia guardare
abbastanza bene a fronte di una prevedibilità molto accentuata soprattutto nel
finale. Insomma niente di incredibilmente originale e sicuramente qualcosa di
stereotipato e fin troppo family-friendly.
Il mio giudizio:
Storia: 6
Personaggi: 6
Tematica: 4
Effetto Sorpresa: 4
Tecnica: 6
Media: 5,2
E per ora è tutto gente, buona vita
Film come questi se ne sono visti tanti, magari cambiavano le storie e i soggetti. Avevo sentito parlare di questo film ma sinceramente non rientra ancora nella mia lista delle "mille cose arretrate".
RispondiEliminaLo dico poche volte: se non sei convinto lascia perdere proprio. Non è un film che vale la pena recuperare a meno che non si è curiosi.
EliminaLa spiegazione è che la vita di Javier Zanetti o Roberto Baggio, per quanto istruttiva, non sarebbe altrettanto interessante da vedere, almeno per il grosso pubblico, che quella di Maradona o di George Best, purtroppo!
RispondiEliminaMa già Maradona e Best sono leggende. Che senso ha raccontare la storia di chi si brucerebbe prima di diventarlo?
EliminaEcco.. Accorsi di per se, è già un grossissimo ostacolo alla visione di qualsiasi cosa.. se poi anche l'argomento lascia più o meno indifferenti.. ;)
RispondiEliminaAhahaha. Bellissimo commento...
EliminaDici bene, un film sulla vita di Roberto Baggio o, mi permetto di aggiungere Alex Del Piero, sarebbe stato sicuramente più originale ed educativo.
RispondiEliminaMa no, il trash fa gola a tutti (anche nel cinema) ed inevitabile trovarlo, ormai, ovunque.
Inoltre, come te, detesto i film prevedibili, per cui potresti spegnere la tv dopo mezz'ora (o anche meno) e sapere già come andranno a finire.
Insomma, passo. ;)
Nulla da eccepire alla tua analisi
EliminaScena memorabile quella di Accorsi che per insegnare al suo allievo utilizza il metodo..schemi calcistici. Terribile la scena invece in cui abbandonano il ristorante di lusso per il solito paninaccio con la porchetta. Film discreto, a me la coppia di protagonista è piaciuta...
RispondiEliminaDue scene di uno stantìo assurdo.
EliminaStudiare con gli schemi a freccette: che trovata geniale mai vista!!
Ecco, sono un tutor anche io e a persone del genere continuerei a dare il calcio... nel culo, e vedi come imparano e prendono anche ottimi voti all'esame :D
RispondiEliminaComunque, anche se abbastanza superficiale, mi hai incuriosito...
Moz-
Sai che ho avuto uno studente molto simile al protagonista del film? È una bella sfida anche perchè la realtà è diversa dallo schermo: nella realtà ci vogliono mesi a conquistare la fiducia del ragazzo e potrebbe anche non avvenire mai.
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