SETTE INDAGATI, SEI ARMI, CINQUE CORPI E TRE FINALI
Se negli anni ’80 cercavi un attore in grado di attirare
l’attenzione del pubblico e di tenere da solo in piedi un film non potevi che
pensare, tra gli altri, a Tim Curry. Prima che i programmi di cucina spopolassero
in TV se dicevi curry non pensavi alla spezia, ma al bravissimo attore
britannico istrionico mattatore del Rocky Horror Picture Show che dopo qualche
anno sarebbe diventato l’iconico Pennywise del film IT.
Anche se il film in questione è stato ispirato da Cluedo un
celebre gioco da tavolo a tema delitto e indagine prodotto prima da Parker
Brothers e poi da Hasbro, e quindi ti chiedi come possa reggere una trama con
delle basi così fragili, ecco che Tim Curry ti aggiusta tutto generando quel
mix di humour, confusione e divertimento che da solo vale la visione.
Clue è un film del 1985 diretto da Jonathan Lynn su un
soggetto a cui ha collaborato John Landis (e l’interesse sale) che vede come protagonista assoluto Tim Curry, ma anche qualche altro volto noto in quegli anni come un ispiratissimo
Christopher Lloyd (il celeberrimo Doc Brown della trilogia di Ritorno al
futuro).
Sei personaggi vengono invitati a cena da un certo Boddy.
Giunti alla dimora del misterioso anfitrione, ovviamente sperduta nella
campagna inglese, vengono accolti dal maggiordomo logorroico Wadsworth (Tim
Curry) che ce li presenta uno ad uno: la signora White, vedova di uno
scienziato morto in circostanze poco chiare, il professor Plum, psichiatra
radiato dall’ordine perché ha avuto una relazione con una paziente, la signora
Peacock, moglie di un senatore in odore di corruzione, la signorina Scarlett,
una discinta tenutaria di una casa di piacere, il signor Green, un funzionario
di stato, e il colonnello Mustard, un militare impettito.
Il delitto è servito.
I sei vengono accolti a casa di Boddy poiché questi conosce
un segreto di ognuno di loro e sembrerebbe volerli ricattare, ma cominciano ad
accadere fatti stranissimi subito dopo la cena e ne scaturirà una serie di
delitti in cui tutti sono sospettati e sospettabili e nella confusione totale,
tenuta in piedi da Wadsworth, si arriva a una fine rocambolesca a dir poco.
Clue in inglese significa indizio e infatti il film si basa
tutto sugli indizi che dovrete interpretare e collegare per farvi un’idea di
cosa sia potuto succedere. Tutto questo mentre Wadsworth monta un casino
indescrivibile facendovi perdere spesso il filo del ragionamento. La bellezza
del film sta proprio in questo tipo di divertimento: è un film ma sembra un
gioco da tavolo.
Vi lascio con una sfida: se volete guardate Clue e fate le
vostre supposizioni prima di arrivare alla fine. Ci avete azzeccato?
Veniamo ai giudizi:
Storia: 7
Personaggi: 7
Tematica: 6,5
Effetto Sorpresa: 7,5
Tecnica: 6
Media: 6.8
E per ora è tutto gente, buona vita.
Visto più di una volta, senza fare spoiler devo dire che il finale multiplo è una delle mie cose preferite. Una discreta commedia degli equivoci che gioca quasi esclusivamente sulla bravura degli interpreti.
RispondiEliminaEsatto, senza quegli attori forse staremmo parlando di un film pessimo. O non ne staremmo parlando affatto!
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