DICIASSETTE ANNI DOPO
Ti ricordi quel film in cui succedeva che...? Quante volte
ci siamo trovati a dire una cosa del genere e quante volte ci siamo sorpresi a
ripescare dalla memoria il titolo del film apparentemente senza fatica? Questo
accade – ed è un mio parere, badate bene – perché alcuni film hanno creato un
immaginario ben specifico ascrivendosi come punti di riferimento di un genere.
Saw è proprio uno di questi film. Incasellato nel genere
horror/splatter, il primo episodio della lunga serie di film, perché è solo del
primo film che parliamo in questo post, ha sconvolto le coscienze di noi poveri
spettatori in quell’inverno del 2004. Leggenda vuole che Saw sia stato girato
in appena una ventina di giorni e pensare che in meno di un mese James Wan e
Leigh Whannell abbiano realizzato un prodotto di questo genere ha del
fantastico ed è uno dei motivi per cui ci appassioniamo così tanto al cinema.
Una buona idea, una regia spietata e ispirata e un bel colpo di scena finale
che se non è uno dei più belli di tutti i tempi poco ci manca.
Si, ma com’è invecchiato?
Ovviamente nessuno potrà mai restituirci l’innocenza che
avevamo prima di quel colpo di scena alla fine del film per cui dobbiamo far
finta di non averlo mai visto. Ecco, se si affronta il film con questo impegno
e facendo finta di dimenticare anche tutti gli altri film (riusciti o meno che
siano) ci rimane una visione ansiogena che risponde al ritmo della domanda
perpetua: e adesso?
La scenografia è terrificante, dei personaggi si sa il
giusto, quello che vengono chiamati a fare disgusta e attira in egual misura.
Anche se gli effetti speciali risentono dei diciassette anni trascorsi, e non
per colpa loro, riescono ancora ad ottenere l’effetto desiderato.
Quindi si, Saw vince la partita a scacchi con il tempo e
rimane ancora un gran film anche se sono passati tutti questi anni.
Gli altri film che hanno giocato a scacchi col tempo qui
Per ora è tutto gente, alla prossima e buona vita
Io ricordo che non accorgersi per tutto il film di uno che ti respira accanto mi fece sì stupire inizialmente, ma poi bonariamente sorridere in seguito. Tant'è che evitai serenamente ogni singolo sequel. ;)
RispondiEliminaInteressante chiave di lettura
EliminaIl colpo di scena vale il film, anche se, un po' come altri film che puntano molto (o tutto) sul colpo di scena finale, visti una volta poi è difficile rivederli e riviverli con la stessa passione. Un po' come in The Others, per citarne un altro.
EliminaSu quello che dice Franco: buona obiezione, ma ci sarebbe anche da calarsi nei personaggi. Io, sinceramente, credo che se mi ritrovassi in una situazione del genere, difficilmente starei lì a notare il --- (SPOILERISSIMO) --- respiro del morto a terra. Poi, ma qui potrei sbagliarmi perché la mia memoria è quello che è, mi pare di ricordare che l'enigmista si fosse iniettato qualcosa per rallentare il respiro e sembrare più morto che vivo. Ma, ripeto, potrei sbagliarmi... perché non lo vedo da tempo, e questa è una cosa vista e rivista in tanti film.
Si, aveva preso delle droghe per rallentare il respiro.
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