La Casa: non svegliate il mal che dorme...

 


Abbiamo un problema con il termine inglese rise che viene bistrattato e torturato sicuramente più di quanto non lo siano stati tutti i personaggi del franchise La Casa.

wordreference.com restituisce un bel po’ di significati per il termine, ma nessuno di questi è “risveglio”. Si parla di sorgere, alzarsi, innalzarsi o al massimo ascendere; in nessun caso si parla di risvegliarsi o si accenna al fatto che qualcosa dormisse beato finché qualche fesso non abbia deciso di svegliarlo causando morte e distruzione.

Eppure in questo La Casa di Lee Cronin sembra proprio che il Male si debba risvegliare. Vabbè…


Se per un capriccio dello sceneggiatore ti trovi in una stanza il cui aspetto metterebbe in soggezione anche un cultista di Cthulhu, ci trovi un tomo che ha le zanne, come il libro che molto intelligentemente Hagrid consiglia ai ragazzi di Hogwarts, te lo porti pure in casa durante un temporale e poi ancora non contento lo apri pure e inizi a leggerlo non ti deve stupire se ti arriva addosso la madre di tutte le sfighe.

Solo che qui non si parla di sfiga, ma di male anzi del Male con la M maiuscola perché è totale, inarrestabile, inspiegabile, archetipico e se gli gira ti prende anche un po’ per il culo.

Siamo sempre in un film ambientato nell’universo creato da Sam Raimi, non scordarlo. Anzi, qui Raimi, ma anche Bruce Campbell, sono addirittura produttori.




Torniamo a noi.
Anche se sei Il Male indomito mantenere una seconda casa per la villeggiatura e gli occasionali massacri è un costo considerevole quindi tagliamo la testa al toro e il massacro lo organizziamo nell’appartamento in affitto in un palazzo prossimo alla demolizione. Magari ci concentriamo su un nucleo familiare di quelli lasciati indietro, dimenticati dal sistema perché sì. Una specie di carico residuale di memoria italiota che anche se massacriamo senza pietà va bene perché tanto nei palazzi vicini si fanno tutti gli affari loro e nessuno se ne accorge.

Ma come il massacro? Sto forse spoilerando quello che succede nel film?

Il film si chiama La Casa - Il risveglio del Male. Secondo te quel sottotitolo che cosa comporta? Se quando il fesso del piano di sotto sbaglia citofono e mi suona alle quattro del mattino io vorrei scendere giù tipo diavolo della Tasmania, pensa cosa può succedere se vai a rompere le scatole al Male.
Suvvia, mica siamo qui a grattugiarci i polpacci. O forse sì…


Fatto sta che la mommy Alyssa Sutherland si trasforma in un demone incarnato cercando di fare a pezzi figli e sorella.

Chissà cosa avrebbe pensato Ragnar Lothbrok di Viking se dopo aver chiesto alla principessa Aslaug (sempre la Sutherland) di presentarsi al suo cospetto né sazia né affamata, né sola né accompagnata, né vestita né nuda si fosse trovato di fronte questa versione dell’attrice: occhi iniettati di sangue, denti grigi e perenne sorriso da indemoniata.
Certo, Alyssa è sempre bellissima, ma sono certo che non la vorrei in casa sempre pronta a pugnalarmi coi tappi delle Bic. E credo che Ragnar sarebbe stato d’accordo con me.

La Casa - Il risveglio del male è un film piacevole, un horror che riflette lo spirito del film che ha dato il via al franchise e che se anche paga un citazionismo fin troppo esagerato, soprattutto nella seconda parte, offre qualche bella idea registica e un paio di scene veramente ispirate.
Lee Cronin ha fatto un buon lavoro sia in fase di scrittura che di regia. È riuscito a mantenere lo spirito rainiano, quello più smaccatamente fumettoso, ma anche a inserire delle novità che potenzialmente possono riavviare il franchise. E furbescamente ha anche inserito qua e là qualche dettaglio per chiudere la bocca allo spettatore nostalgico più esigente.



Una piccola pecca che mi ha dato veramente troppo fastidio è stato l’utilizzo dei jumpscare che io odio particolarmente. Ne avrei tolti una buona metà o forse non li avrei usati affatto. Ma sono gusti. E pare che oggi non si possa nemmeno pensare a un horror con un volume del sonoro che ti spacca i timpani e almeno un salto-spavento ogni 10 minuti.



In ogni caso questo è quanto. Se vuoi una recensione vera un po’ più dettagliata ti rimando al post ddi Cassidy del blog La Bara Volante QUI.
 
Ci si legge alla prossima gente

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