Necessità del nome


La risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto è qualunque tu vuoi che sia.

Questa storia inizia 5,391 x 10-44 secondi dopo il Big Bang quando il nulla si divise in particelle e antiparticelle che cominciarono immediatamente ad annichilirsi di nuovo ma per qualche motivo, per certe infinitesime anomalie dicono i fisici, un miliardesimo di questo materiale avanzò ed esso rappresenta tutta la materia presente nell'universo.

Se nel momento immediatamente successivo al Big Bang la velocità di espansione dell’universo fosse stata inferiore di solo un centomilionesimo di miliardo, dicono i fisici, l’universo sarebbe collassato su se stesso. Se i protoni fossero solo due millesimi più pesanti di quanto sono non sarebbero riusciti a legarsi in atomi stabili e l’universo non sarebbe mai venuto in essere. Se la carica elettrica di un elettrone fosse solo minimamente diversa da quella che è le stelle della prima generazione non sarebbero nate e non ne sarebbero derivati sistemi solari come il nostro.

Ma è successo.

All'incirca quattro miliardi di anni fa una nebbia rotante carica di detriti si addensò in una massa compatta e cominciò a girare intorno a un neonato Sole ad una distanza assai vantaggiosa aggiustata ulteriormente dall'impatto con un pianeta più grosso che portò alla formazione della Terra e della Luna.
Se una opportuna concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera non avesse causato un effetto serra in grado di compensare la debolezza dei raggi del Sole, la Terra sarebbe rimasta gelida e inospitale. La perfetta sincronizzazione di determinati fattori, dicono i fisici, portò a quarantamila anni di pioggia che formarono gli oceani e lì, nelle profondità marine, avvenne il miracolo: in un’ambiente impensabile e con condizioni poco favorevoli gli atomi si legarono nelle molecole organiche a catena lunga che chiamiamo DNA.

Due miliardi di anni fa iniziava la più grande era glaciale della storia della Terra: il Precambriano. Duecentoquarantacinque milioni di anni fa una grande estinzione di massa fece scomparire il 95% delle specie presenti sul pianeta. Sessantacinque milioni di anni fa un meteorite colpì la superficie terrestre causando la scomparsa dei dinosauri che per milioni di anni erano stati la specie dominante.
Se la forza dell’impatto fosse stata inferiore i dinosauri non si sarebbero mai estinti, se fosse stata di poco superiore si sarebbe estinta anche la creatura rattiforme progenitrice di tutti i mammiferi.

Ma non è successo.

Duecentomila anni fa comparve l’Homo Sapiens o meglio, rimase solo il sapiens dopo che tutte le altre specie di Homo si erano estinte per vari motivi. Nacque l’intelligenza e diventò un fattore distintivo. Quarantacinquemila anni fa emigra in Europa, tra gli undici e i diecimila anni fa scopre l’agricoltura e l’allevamento, diventa stanziale, e adotta una forma di vita geneticamente non programmata che in un primo momento abbassa l’aspettativa di vita, produce guerre, classi e carestie ma, in ultima analisi, porterà alla realizzazione di locomotive, libri, smartphone.

E blog come questo.

Questo blog è nato con il nome di Post Scriptum molti anni fa ed era gestito da un gruppo di ragazzi appassionati di cinema, musica e sport ma, come scrisse qualcuno, la passione è un impegno e non tutti sanno impegnarsi – o hanno voglia di farlo – allo stesso modo quindi vari componenti del gruppo hanno abbandonato e il blog si è rinnovato varie volte fino alla svolta evolutiva che ha fatto nascere Pulp Standoff.

Lo stallo è una condizione necessaria per l’evoluzione perché è il momento in cui tutti i fattori, anche il più insignificante, concorrono per far accadere qualcosa. Il Pulp è sempre presente perché niente in natura è lineare ma tutto è affetto dalla tendenza ad ingarbugliarsi inesorabilmente.

Post Scriptum, Pulp Standoff sono solo nomi, etichette che servono da riferimento ma che non qualificano definitivamente questo progetto che ha fatto del cambio di pelle la sua forza.
Forse anche per questo motivo, molto probabilmente, il nome che porta adesso potrebbe cambiare ancora….

Nota bibliografica sulla prima parte di questo testo tratto liberamente da
Il disperso – Eugen Ruge, Mondadori 2018