Io ho una brutta
malattia. Se sto spulciando il catalogo film di un servizio di streaming vengo
attirato da alcune parole chiave che farebbero fuggire qualsiasi altra persona
sana di mente: se leggo le parole come “zombie nazisti” nella sinossi di un
film non posso non vederlo. Ben sapendo, ovviamente, quello che mi aspetta.
Così, vedendo le suddette
parole nella presentazione di Dead Snow, film del 2009 diretto e sceneggiato
dal norvegese Tommy Wirkola, mi sono immediatamente deciso a godermi questo
capolavoro del trash senza senso.
Sebbene mi aspettassi dei grossolani errori
di sceneggiatura (che ci sono), un uso criminoso e scellerato del green screen
(che c’è) e tutta la serie di peculiarità che garantiscono la pecoreccia esistenza
di un film trash, quello che mai mi sarei aspettato è il non sense che pervade
la sceneggiatura di questo prodotto. E’ come se il film fosse stato scritto a
tratti nel corso di decenni e ad ogni sessione di lavoro lo sceneggiatore si
fosse fatto cancellare la memoria.
La trama di Dead Snow è
piuttosto semplice: un gruppo di amici si reca in vacanza in una sperduta
regione innevata della Norvegia. Dopo qualche ora di sano divertimento il
gruppo viene attaccato da un esercito di zombie in divisa nazista.
Ammetto che la trama è vagamente ammiccante al
genere trash anche se l’inizio del film, la cui fotografia assomiglia a quella
di una soap opera spagnola o alternativamente di un porno casalingo, assume più
le tonalità dell’horror da quattro soldi. I personaggi sono caratterizzati
molto alla buona e si fa fatica a scegliere un beniamino visto che risultano
tutti piuttosto saccenti e antipatici. Lasciamo stare poi il design degli
zombie, i loro movimenti e la loro intelligenza.
Purtroppo l’elemento
horror viene introdotto con una grossolana forzatura rappresentata da un
vecchio che terrorizza i ragazzi piombando nella loro baita, scroccandogli
caffè e sigarette e raccontandogli senza alcun motivo logico del massacro di un’intera
compagnia di nazisti ad opera della gente del posto durante la seconda guerra
mondiale. E di li a poco comincia il caos. Altre forzature insensate sono
sfruttate per dividere il gruppo e realizzare uno dei cliché più sfruttati del
cinema horror scadente e, di forzatura in forzatura, la trama si svolge mentre
voi vi chiederete cosa diamine stia succedendo in questo film.
Perché i soldati nazisti
sono diventati zombie? Chi era quel vecchio che ha raccontato la storia? Perché
due persone dovrebbero andare a scopare in un capanno che funge dal latrina?
Il film non risponde a
queste domande.
C’è anche una fase
splatter/gore in Dead Snow ma anche questa è forzata con il solo scopo di
aggiungere qualcosa al nulla rappresentato dallo spessore dei vari personaggi
che si contraddicono a ritmo incalzante scena dopo scena. E poi c’è una motosega. Una dannata motosega
che fa schizzare il livello di epicità del film e ci insegna una cosa
importantissima: se abbiamo una motosega possiamo affrontare tanto un uragano
pieno di squali quanto un esercito di zombie. Altro che la balestrina di Daryl
o il revolver di Rick in The Walking Dead…
A peggiorare le cose (o a
migliorarle, dipende dai punti di vista) ci pensa l’infinità di siparietti
comici durante i combattimenti che offre la misura dell’aspetto più putrido di
questo film. Ci sono scene epiche che, per quanto siano imboccate manco fossero
una medicina per la tosse, vi faranno fare delle grasse e sincere risate. E poi
c’è tutto il non sense tipico della commedia horror trash. Perché tornerete a
chiedervi più e più volte ma la risposta sarà sempre la stessa: perché avete
pigiato quel dannato play un’ora e mezza fa.
Ovviamente alla fine del
film si scoprirà perché un’intero esercito di zombie nazisti se la prende con
cinque poveri ragazzi ma non vi piacerà affatto perché sarà la spiegazione più
senza senso e forzata che avrete mai visto: al suo confronto un episodio di
Spongebob diventa Eyes Wide Shut.
Commenti
Posta un commento