La grande scommessa è stata vinta?









Scommettereste contro un sistema economico all'apparenza solido, prospero e consolidato da anni di inattaccabilità? Non credo.

E se qualcuno avesse scoperto una colossale falla in questo sistema? Sareste disposti a rivedere la vostra posizione?

Il sistema in questione è quello immobiliare americano e il qualcuno è rappresentato da una manciata di folli che possiedono il coraggio di piazzare una scommessa simile. La madre di tutte le commesse. La grande scommessa.

Quando il sistema immobiliare americano, consolidato e gestito per decenni dalle banche senza una regolamentazione o un controllo (almeno sulla carta) da parte del governo, è crollato nel 2009, ha dato il via a un effetto domino che ha generato la famosa crisi dell'economia mondiale di cui oggi ancora sentiamo gli effetti. Leggenda vuole che diversi anni prima un ristretto gruppo di persone, operatori del settore della finanza, che non si sono mai parlati, incontrati o conosciuti, avesse scoperto un'enorme falla nel sistema e in modo diverso l'uno dall'altro ci avesse speculato sopra. La grande scommessa racconta la loro storia.

La grande scommessa racconta anche la storia di uno degli esempi più lampanti di mala gestione e malaffare degli ultimi 50 anni: per diversi anni le grosse banche americane hanno disposto come meglio credevano dei capitali investiti dai contribuenti, hanno concesso mutui senza alcun controllo sul beneficiario, hanno creato prodotti azionari vendendoli agli investitori come oro ma in realtà si trattava di spazzatura confezionata in modo da sembrare altro. Risultato? Collasso economico, bancarotta, 8 milioni di persone che perdono la casa e i risparmi di una vita, 6 milioni perdono anche il lavoro.

La grande scommessa è la storia di come un sistema gestito da opportunisti, imbecilli e criminali possa devastare l'economia mondiale e di come chi poteva intervenire ed evitare tutto ció ha deciso semplicemente di guardare da un'altra parte per mero interesse personale.

Il film, diretto da Adam McKay e basato sull’omonimo romanzo (dal titolo The Big Short ma, noi dobbiamo sempre italianizzare tutto), è estremamente convincente dal punto di vista della narrazione e della gestione della regia. Se quest’ultima non presenta particolari espedienti, ci pensa il montaggio a dare al film quel tocco di leggerezza senza il quale chi non capisce un piffero di finanza si sarebbe annoiato a morte: ben venga allora Margot Robbie immersa in una vasca da bagno che ci dà lezioni di matematica finanziaria.



Scelta vincente anche per il cast. Un Brad Pitt molto preciso dimostra maturità, Christian Bale conferma il suo essere un attore poliedrico ma la palma della migliore interpretazione, a mio parere, va a Steve Carell che dimostra ancora una volta (e non che ce ne fosse bisogno) quanto sia bravo a caratterizzare e interpretare un personaggio. Gosling non mi è mai piaciuto particolarmente ma qui ha la faccia (da culo) perfetta per quel ruolo, per il resto potrebbe tranquillamente fare compagnia a Antonio Banderas e Rosita.

Sai, Rosita, presto ci raggiungerà un nuovo amico. Si chiama Ryan e crede di saper recitare ma, tu che sei un pupazzo sei più espressiva.


In definitiva: La grande scommessa è un film che tratta un argomento “facilmente” presentabile alla notte degli Oscar, è girato benino, costruito bene e interpretato ancora meglio. Merita un certo interesse se non altro per fare luce su un argomento di cui si parla tanto ma si capisce molto poco. Il mio voto è un 7 convinto.

P.S. Per correttezza devo ammettere che l'idea della vignetta con Banderas e Rosita l'ho presa dal sito Pensieri Cannibali, non me ne volere Marco, le tue sono più belle comunque.

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