‘Speak if you
can,’ said Macbeth. ‘What are you?’
‘All hail,
Macbeth!’ cawed the first witch. ‘Hail to thee, Thane of Glamis!’
Macbeth and
Banquo glanced at each other.
‘All hail,
Macbeth,’ screamed the second witch. ‘Hail to thee, Thane of Cawdor!’
Macbeth laughed
nervously. Banquo stared at the women.
‘All hail
Macbeth!’ cawed the third witch. ‘That shalt be king hereafter!’
Quello che nasce per il teatro difficilmente è adattabile al cinema: i tempi,
le atmosfere e il ritmo del teatro non si possono allineare alla dinamicità
cinematografica, a meno che non si compia un monumentale lavoro di
arricchimento. Macbeth è un film ricco, sontuoso, pieno di arte e poesia. Arte
rappresentata da un uso pressoché perfetto della fotografia e del sonoro,
poesia perché stiamo parlando di Shakespeare.
L'impatto visivo è devastante almeno quanto quello uditivo. I filtri opachi
e sfumati rendono meravigliosamente il contenuto emozionale delle scene. L'uso
di diversi livelli di audio con il volume che si attenua oppure schizza al
massimo all'improvviso induce una sensazione quasi di partecipazione
ravvicinata allo svolgersi dei fatti. La Scozia appare lugubre e selvaggia
almeno tanto quanto il Macbeth interpretato da un Fassbender ispiratissimo.
L'attore caratterizza bene le varie fasi dell'evoluzione del personaggio e
sebbene la trasformazione psicologica del nobile scozzese in effetti sia decisamente
rapida, l'espressività, sottolineata da un uso della distanza cinematografica
che vuole simulare la componente teatrale, è straordinaria.
La forza del lavoro di Fassbender è presentarci un Macbeth all'inizio fedele
a re Duncan ma che poi, irretito da una profezia che si trasforma presto in
maledizione, ordisce un sanguinoso piano per la sua scalata al potere dalle
conseguenze del quale viene irrimediabilmente corrotto.
She didn't think
he could pull it off. He was too full of the milk of human kindness to do ....
what was necessary
A rubare la scena a Fassbender è talvolta Marion Cotillard che interpreta
una Lady Macbeth ora croce ora delizia del consorte. L'attrice francese ancora
una volta conferma una cifra artistica eccezionale: la sposa di Macbeth è
risoluta nell'aiutare affinchè il turpe piano si compia, a tratti è lei la voce del
male che instilla idee velenose nella mente del protagonista; poi invece,
diventata regina, evolve in un atteggiamento di fedele censura e infine di
estrema negazione.
Grande scelta quella di rendere le battaglie nel modo più artistico possibile,
sono quasi oniriche, combattute dall'alternanza dei volumi del sonoro di cui ho
parlato prima più che dalle armi o dai guerrieri. È perfetta anche la
commistione tra i monologhi, i dialoghi e i fatti d'arme che non viene mai
forzata per adattarsi alla narrazione ma fluisce libera.
‘Oh hello, my
Lord,’ she said, taking his hand. ‘Why do you hide away with your sad thoughts?
They should have died with the person they're thinking of. You shouldn't worry
about things you can't do anything about. What's done is done.’
C'è un problema, però, che ci riporta alla considerazione che ho fatto all'inizio
di questo post e che implica gli appunti critici che seguono.
Innanzitutto il
linguaggio e i dialoghi. Nessuno, in nessun'altra opera artistica, si esprime
con tanta eleganza quanta ne hanno i personaggi delle opere di Shakespeare.
Questo è grandioso ma anche snervante perché ti obbliga ad avere una costante
attenzione per tutta la durata del film e alla fine della proiezione il senso
di stanchezza mentale è troppo preponderante rispetto alla soddisfazione per il
bellissimo spettacolo per l'anima che è il lavoro di Shakespeare.
Macbeth è talmente bello da essere quasi freddo. Nelle telecomunicazioni,
trasmettere troppe informazioni equivale a trasmetterne nessuna: questa è la
sensazione che ho provato in alcuni passaggi del film. Tante, troppe emozioni
ravvicinate che su un palco teatrale magari sarebbero state trasmesse centellinate
goccia a goccia dalle parole dell'attore ma che al cinema diventano un
bombardamento per i sensi e un massacro emotivo per l'anima.
‘Can't you treat
a sick mind? Remove a terrible experience from the memory? Rub out the troubles
printed on the mind and cover over the terror of a guilty heart with some
pain-killing drug?’
Pur essendo tecnicamente uno dei migliori film che io abbia visto, credo
che Macbeth finisca per scontentare tutti. L'amante del teatro, come il mio
amico Soncox, rimarrà deluso dall'adattamento dinamico fatto ad hoc per il
cinema mentre l'appassionato di cinema troverà un prodotto che per quanto sia
perfetto dal punto di vista tecnico, contenutistico e stilistico risulta
comunque di difficile fruizione.
Difficilmente, infatti, ti viene voglia di rivedere un film così artistico.
La tua recensione mi fa pensare che questo film potrei anche odiarlo. O se non altro farmi addormentare. :)
RispondiEliminaMa magari no, chissà...
Bè, l'intento non è sicuramente quello. Nè il mio nè quello del regista ma il rischio c'è
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