La sveglia era impostata
alle 8:00 ma lui alle 7:59 aprì gli occhi come se avesse dimenticato di fare
qualcosa. Il tempo di fare mente locale, come dicono quelli fighi, e partì Così
Parlò Zarathustra. La stramaledetta sveglia. A quel punto si fece una risata e
si preparò ad affrontare la faticosa giornata di lavoro.
E' risaputo che tra i
maggiori fattori di stress riconosciuti dalla mentalità collettiva dei giovani
lavoratori single, o (in)felicemente accoppiati, o che almeno sperano di
diventarlo, c'è proprio lo svegliarsi prima del suono della sveglia: un fenomeno
che potremmo chiamare destazione anticipata. Clinicamente non ha alcuna
influenza sull'attività biologica del corpo umano ma psicologicamente ha lo
stesso effetto avvilente di venire via dalla festa proprio quando è arrivata la
ragazza che ti piace. Il fatto che molto spesso veramente ti svegli mentre stai
sognando di stare a una festa in cui è presente la ragazza dei tuoi sogni
(sogni dentro ai sogni: Inception docet, grazie Nolan) è una coincidenza del
tutto casuale sull'esistenza della quale gli scienziati di tutto il mondo si
stanno aggrovigliando le meningi da tempo. Invece di lavorare sul serio, tra
l'altro.
Passarono diversi giorni
senza che si accorgesse di svegliarsi sempre qualche minuto prima che la
sveglia suonasse. Quando se ne accorse erano 20 minuti. Bene, pensò. Visto che
sono in piedi mi porto avanti con il lavoro. Abituato al nuovo ritmo di vita
nemmeno fece caso al fatto che ogni giorno che passava si svegliava sempre
prima finché una mattina non fu colto da un pensiero. Che ora é? Mi sembra di
lavorare da almeno 6 ore... Sono le 10:00! E adesso che faccio?
Chi non è abituato ad
alzarsi alle prime luci dell'alba, a fare colazione e magari andare anche a
fare una corsetta prima di mettersi a lavorare non può capire cosa si prova
quando si guarda l'orologio convinti che siano almeno le 16:00 e invece sono
ancora le 10:30 del mattino. Quella sensazione di essere convinti di aver fatto
già tanto anche se non è trascorsa nemmeno mezza giornata spaventa ed eccita
allo stesso tempo: ti senti un dio solo per aver fatto metà del lavoro che ti
spetta fare e al tempo stesso ti angosci al pensiero di cosa ti aspetterà nel
resto della giornata. A quel punto si finisce per andare a coccolare
ripetutamente la macchinetta del caffè, cosa che lui fece durante le
interminabili mattinate di lavoro anticipato arrivando a consumare in una
settimana ben 2 pacchetti di caffè. Oltre alle sortite in cucina, comunque,
trovò modo di dedicarsi a tutta una serie di attività che per mancanza di tempo
aveva sempre accantonato come sistemare una certa categoria di appunti o dare
ordine alla libreria o ancora fare dei lavoretti in casa.
Se la scienza fosse meno
seria di quel che è ci direbbe che il soggetto affetto da destazione anticipata
è solito consumare in maniera compulsiva bevande a base di alcaloidi naturali
volgarmente definite tè e/o caffè spesso accompagnate dall'aspirazione di
alcaloidi parasimpaticomimetici contenuti in prodotti volgarmente detti
sigarette. In realtà l'organismo non avrebbe alcun bisogno di assumere tali
sostanze ma il consumo delle stesse durante un'interruzione volontaria
dell'attività lavorativa che viene definita pausa caffè, o anche pausa
sigaretta in alcuni ambiti, comporta un effetto psicologico simile alla
sensazione che si prova quando stai per andartene da una festa dove è presente
la ragazza dei tuoi sogni ma all'ultimo secondo l'amico che ti deve riportare a
casa decide di fermarsi un'altra oretta. Il fatto che questa cosa succeda
sempre e solo nei tuoi sogni è sintomatico di una dipendenza da idiozia onirica
visto e considerato che la macchina nella realtà ce l'hai e non c'è motivo
alcuno di esserne sprovvisto nei tuoi sogni.
Dopo un mese si era
convinto che tutto dipendesse dall'avere smesso di consumare lo zucchero. Aveva
da tempo abbandonato i dolci sia confezionati che artigianali e anche smesso
l'abitudine di aggiungere zucchero di canna al caffè o al tè. Da qualche parte
aveva anche letto che lo zucchero in eccesso oltre a rovinare la linea finisce
con il sovraccaricare il cervello provocando uno stato di agitazione
permanente. Nel suo caso non si trattava di sovraccarico ma di una vera e
propria attività continua e lucida. Cominciava tutto verso le 6:00 del mattino.
Il sonno scompariva all'improvviso e nonostante si costringesse a rimanere
sotto le coperte per almeno un'altra ora, alla fine si alzava e cominciava a
lavorare fino a mezzogiorno, poi pranzo e di nuovo a lavoro. Anche se la sera
tornava a casa stanchissimo e andava a dormire molto spesso dopo aver fatto
serata con gli amici, ogni mattina era sempre la stessa storia.
Un giorno, sistemando i
libri dell'ultimo scaffale della libreria, gli capitò in mano un libro che non
ricordava di avere. Uno di quei libri pieni di aforismi che ti regala un amico
distratto per il compleanno o che acquisti sull'onda di una spiritualità che
dura giusto il tempo di uscire dalla libreria e, tornato a casa, scoprire che
hanno caricato in streaming l'ultima puntata di The Walking Dead.
C'era un segnalibro più o
meno a metà libro. Aprendolo si ricordò di quella storiella letta mesi prima
che lo aveva colpito e la rilesse con piacere.
Un uomo si presenta
dinnanzi alla statua di Buddha e chiede: “ Signore, io voglio tempo”. Dopo
qualche minuto Buddha risponde: “ tu
stai chiedendo tempo?”
“ allora togli l'IO”
“togli il VOGLIO”
e infine, con un sorriso:
“ ecco ora hai TEMPO”.
E allora andasse al
diavolo la festa, l'amico con la macchina e la macchina stessa. La ragazza dei
suoi sogni non doveva aspettarla alla festa ma andarle incontro. Andò a letto
con questo pensiero e la mattina dopo si svegliò, con sua enorme sorpresa, alle
11:00. Ricordando a quello che aveva sognato non riuscì a reprimere un sorriso
e si disse: “ Ok, adesso facciamolo nella realtà”.
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