Cari Mostri: impressioni mie, illustrazioni di John Kenn Mortensen



Tempo fa, ma in realtà dovrei dire anni fa, scrissi una specie di racconto in cui il protagonista era un mostro, concepito come qualcosa che la ragione non può comprendere e che la morale non può tollerare. Tale racconto non ha mai visto la luce nemmeno sul blog  e credo che resterà nel suo bozzolo per parecchio altro tempo. Fatto sta che leggendo Cari Mostri di Stefano Benni ho rivissuto per qualche giorno le atmosfere del periodo in cui scrivevo il racconto.


La prosa di Benni mi piace molto e di lui avevo letto qualcosa che non basterebbe comunque ad inquadrarlo come autore, così come non basta la lettura di Cari Mostri, però questa antologia di racconti che spaziano dallo humor nero all’horror gotico, passando per la fantascienza, mi ha convinto. Tra la statua di una madonna che ride invece di piangere, un vampiro nei guai con il fisco, un’accolita di esorcisti imbelli e un hotel popolato da fantasmi ci ritroveremo a leggere storie che dissacrano in qualche modo il tema di riferimento, riproponendolo in una veste nuova, spogliandolo dalla polvere dei secoli che separano la sua concezione dal nostro tempo e ridandogli quel minimo di dignità che le speculazioni letterarie e cinematografiche gli hanno colpevolmente tolto.


Venticinque storie che tra alti e bassi ci tengono attaccati alle pagine di Cari Mostri, alcune veramente intelligenti e sorprendenti, altre un po’ sottotono e altre ancora già lette da qualche parte (almeno per quanto mi riguarda) ma che non scadono mai nella spiacevolezza o nella noia. Si potrebbe anche dire che questo libro contenga gran parte dei temi mostruosi che hanno caratterizzato la nostra infanzia ma sono convinto che se spostiamo la nostra attenzione verso una visione d’insieme meno nostalgica possiamo notare che Cari Mostri è un contenitore di storie così come potremmo esserlo noi se ricominciassimo a far uso dell’immaginazione.


A questo proposito mai titolo fu più appropriato ed esplicativo di Cari Mostri. Ci sono cari perché fanno parte della nostra esistenza, ci conviviamo e ci abbiamo a che fare con fortune alterne più o meno ogni giorno. Alcuni di questi mostri finiscono per sostituirsi a noi, di tanto in tanto.


D’altra parte, lo dice anche un personaggio di una delle storie:

Diciamo che noi vediamo spesso cose che ci turbano e terrorizzano, e pensiamo che siano nate all'improvviso nella nostra mente ma non è così. Abbiamo paura perché le abbiamo viste prima, le conoscevamo già. C’era solo una porta da aprire.

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