The Titan: il sapore del pane secco



Dalle mie parti quando il pane diventava raffermo o si dava al cane o si friggeva. Oggi, all'insegna di un riciclo creativo e dello sviluppo dell’arte del riuso anche in cucina, il pane raffermo si trasforma in crostini buoni per accompagnare una zuppa di verdure.

Quindi, che ci fai con un film che ha il sapore del pane secco duro da masticare? 

La risposta è: niente. Te lo tieni così com’è e provi a vedere quanto c’è di buono. Se c’è n’è.

In The Titan, uno degli ultimi titoli caricati su Netflix, qualcosa di buono c’è, ma è diluito in troppe sciocchezze così da non poterlo apprezzare appieno.



Il buono di TheTitan è rappresentato dal mistero che prelude al disastro. Il disastro è prevedibile, bisogna dirlo per giustezza, ma il mistero che ruota intorno alla vicenda ha quel sapore esotico che ti fa amare il piatto anche se sembra un’oscenità gastronomica.

Tipo la pizza con l’ananas per capirci. Anche se quella fa proprio schifo. Senza mistero.

Nella macedonia fantascientifica che è The Titan, il pianeta Terra si trova al collasso (ma che novità, eh?) e alcuni scienziati della NATO, con la collaborazione della NASA, escogitano un piano sensazionale per salvare il futuro della razza umana.

La Terra è perduta? Noi andiamo su Titano, la luna più grande di Saturno.

Titano si trova a oltre 1,3 miliardi di chilometri dalla Terra, ha un’atmosfera composta al 95% di azoto e il suo suolo alterna superfici ghiacciate ad oceani di metano liquido.
Tutto questo non spaventa però i nostri scienziati che si inventano una modifica genetica del DNA umano per adattare il corpo dell’uomo terrestre alle condizioni del nuovo pianeta. Vengono quindi selezionati dei militari che verranno utilizzati come vere e proprie cavie per questa terapia genetica innovativa.

L’obiettivo è la super-evoluzione e la nascita dell’homo titanicus. Praticamente il solito delirio di onnipotenza dell’ennesimo scienziato fissato con delle idee al limite della moralità ma che si autodefinisce un pioniere dell’evoluzione.

L’aspetto migliore del film è quello che lo accomuna con la storia cartacea del Dr. Frankenstein.

Uno scienziato con pochi scrupoli e un’idea coraggiosa. Il resto è fantascienza.

Purtroppo laddove il classico della Shelley sposta la narrazione sulle remore morali di Viktor e sulla neonata capacità di pensiero della creatura, The Titan si sposta su tematiche più vendibili sullo schermo: botte, sparatorie e violenza. E qui comincia la parte che mi è piaciuta di meno del film.

Sorvolo sul dettaglio scientifico delle teorie perché parliamo di fantascienza, ma non riesco a far finta di niente di fronte ad una storia che mi crea delle aspettative pazzesche e poi le delude scadendo nel solito copione da film da mezza tacca.

Stai creando l’homo titanicus iniettando sostanze misteriose nel corpo di alcune persone; modifichi chirurgicamente il corpo dei soggetti per adattarlo all'ambiente di Titano; crei un’aura di mistero intorno alle controindicazioni della terapia; mi fai capire che il professore ha detto un sacco di bugie e non sa come sarà questa creatura e poi…
…poi scade tutto in sangue, spari e gente che muore. E di salvare la razza umana non interessa più a nessuno.

Ah, in realtà alla fine il protagonista....ehm no, lo spoiler ve lo risparmio.

Peccato, date le premesse poteva venir fuori veramente qualcosa di migliore.


P.s. Un'altra cosa buona del film sarebbe la presenza di Natalie Emmanuel (Missandei nella serie Il trono di Spade) ma la inquadrano molto poco.

Verme Grigio non ha l'attributo, The Titan non ha gli attributi, ma che ho fatto di male?



Buon binge watching e buona vita a tutti

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