Breaking Bad 2....

...ovvero come decisi di guardare per la seconda volta Breaking Bad e quali sono le conseguenze.




Breaking Bad è da molti considerata una delle serie TV migliori di sempre, da altri una delle tante e da altri ancora una serie sopravvalutata.

Personalmente non entro nel merito dei gusti personali poiché è chiaro che chi non è attratto dalla tipologia di tematiche raccontate in BB non avrà voglia di vederla, quindi questo post è indirizzato alla fanbase di BB, a tutti noi che ancora ripetiamo i tormentoni della serie, che riconduciamo qualsiasi altro prodotto a questa serie e che ci siamo sentiti un po’ orfani alla fine dell’ultima puntata.

Un altro campo in cui non voglio entrare è quello della tecnica. Recitazione, sceneggiatura, musica, regia e tutto quanto concerne l’aspetto più tecnico di BB sono indiscutibilmente punti di riferimento per chi ama lo spettacolo del grande e piccolo schermo e su questo non c’è polemica che tenga: riveda le proprie conoscenze cinematografiche chi non è d’accordo su questo punto.

Ho rivisto BB da poco e ho deciso di farlo poiché diversi miei amici hanno cominciato a vederla per la prima volta e mi hanno riportato sensazioni opposte riguardo a quello che vedevano. Quindi mi sono chiesto: vuoi vedere che con gli anni i miei mutevoli gusti sono cambiati? Come sarà rivedere una serie TV che ti sei goduto diversi anni prima?


La seconda volta è come la prima...



Un mesetto è bastato per gustarmela per la seconda volta, ripassare alcuni concetti che avevo dimenticato e rivedere alcune scene che fanno di questa serie il gioiello che è.

Alla fine, la sensazione è stata identica alla prima visione e ne ha ricalcato i punti principali:

  1. ho odiato Skyler White e la sorella
  2. mi ha fatto pena Jesse
  3. ho trovato insopportabile l’americanità oscena di Hank
  4. ho amato Walter


…invece no!




La seconda visione è stata più consapevole della prima e sono cambiati parecchi ragionamenti e considerazioni sui personaggi.

C’è un passaggio di un film di Mathieu Kassovitz (il titolo originale è La Haine con Vincent Cassel, 1995) in cui uno dei personaggi racconta questa storia:

Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di cinquanta piani. Mano a mano che cadendo passa da un piano all'altro, il tizio, per farsi coraggio, si ripete: "Fino a qui tutto bene. Fino a qui tutto bene. Fino a qui tutto bene." Il problema non è la caduta, ma l'atterraggio.

Teniamola a mente perché sarà necessaria per comprendere il mio cambiamento di valutazione su Breaking Bad.

Ho capito che BB non racconta la storia di Walter White da un punto di vista orizzontale ma da quello verticale, soggetto a una delle forze naturali più difficilmente contrastabili: la forza di gravità. Illusoriamente Walter è convinto dell’esistenza di un male necessario per l’affermazione di un bene superiore come se le due cose non fossero correlate anche se l’altra discende dalla prima.
E allora Walter sale su un palazzo di svariati piani in preda a questa visione schellinghiana della sua esistenza, diventa Heisenberg e si convince di poter mantenere il suo potere e mettere a posto le cose. Però man mano che sale perde di vista il suo obiettivo fino a dimenticarsene (in realtà se ne ricorderà troppo tardi) e raggiungere così la cima del palazzo.

E a questo punto inizia la caduta.

Prima l’omicidio di Emilio e Crazy-8, poi Tuco Salamanca, Jane Margolis, Gus Fring, Hector Salamanca, Mike, Hank e Todd e la sua famiglia. Omicidi in cui Walt è direttamente responsabile o coinvolto in qualche modo. Ad ognuno di questi omicidi si dice (ci diciamo): ok, fin qui tutto bene.
Ma il problema è l’atterraggio.

E l’atterraggio di Walt è tremendo: non solo gli viene sbattuto in faccia il motivo per cui è iniziato tutto questo ma è proprio il mancato raggiungimento di quell'obiettivo che porta al tragico ed epico felina di BB.



Dunque se ordino per punti questa mia nuova consapevolezza, ecco cosa rimane della seconda visione di BB

Skyler e Marie rappresentano la voce della ragione, fino a un certo punto, poi si identificano in quello che la ragione può diventare quando la sete di potere di Walt sconvolge tutto: rassegnazione (Skyler) oppure ostinazione (Marie).

Jesse Pinkman è l’ago della bilancia dell’equilibrio di BB, la cartina tornasole di quanto le cose stiano volgendo al peggio: parte da sbandato per sbandare ancora di più, cerca di ripulirsi ma ritorna nel baratro, lui e le persone che decidono di stargli vicino. Lui è la vittima di Walt.

Hank è la nemesi di Walt. Intelligente, ostinato e pronto a tutto per raggiungere il suo obiettivo. Muore in una scena da oscar in cui non si piega nemmeno di fronte a una pistola spianata.

Odio Walter White


Per quanto possano essere divertenti le sue reazioni, per quanto il suo cambiamento sia la chiave di volta di tutta BB e per quanto possa essere condivisibile la sua scelta, Walt è il male inconsapevole. E’ un bimbo che gioca con la pistola del padre, con una sete di affermazione e di potere e una predisposizione a far si che il fine giustifichi i mezzi che nemmeno un criminale come Gus riesce a raggiungere. Dice bene Mike quando lo riprende per aver sovvertito un perfetto e dinamico equilibrio in nome della sua soddisfazione personale. E per ultimo è orribile il modo in cui scarica le responsabilità da se stesso per tutti gli omicidi in cui ha una responsabilità diretta: la filosofa polacca Wislawa Szymborska ebbe a scrivere sull'odio:

È un maestro del contrasto
tra fracasso e silenzio
tra sangue rosso e neve bianca.
E soprattutto non lo annoia mai
il motivo del lindo carnefice
sopra la vittima insozzata.
 In ogni istante è pronto a nuovi compiti.
Se deve aspettare aspetterà.
Lo dicono cieco. Cieco?
Ha la vista acuta del cecchino
e guarda risoluto al futuro
- lui solo.

Adoro Walter White 



Anche io cedo all'interpretazione di Schelling sul male necessario e mi accorgo di adorare il modo in cui Walt si trasforma da timido e impacciato professore di liceo al ricercato numero 1 in tutti gli Stati Uniti. In ogni puntata Walt cambia un po’ e dice bene nell'ultima puntata: non l’ha fatto per la famiglia ma per se stesso. E per farlo ha fatto un salto nel buio più nero che ci sia e quando fai un salto nel buio con una bambina neonata, un ragazzo problematico e una moglie rompipalle a carico significa che di coraggio ne hai da vendere.



Se avete voglia di approfondire alcuni dei temi che ho ripreso per scrivere questo post seguite questi link:


La Haine di Mathieu Kassovitz 

Infografica sugli omicidi in Breaking Bad 

Testo completo della poesia L’odio di Wislawa Szymborska

Buona vita a tutti


Commenti

  1. Io non sono mai stato fan sfegatato di BB, in primis perché ci ho rivisto la copia-carbone di The Shield, che adoro, e poi perché quando iniziò la serie, avevo in mente ancora (e lo avrò per sempre) Hal di Malcolm. Ogni cosa che diceva o faceva il protagonista mi sembrava qualcosa da ridere... specie la fine del pilot, coi pantaloni che volano via.

    Però posso immaginare ciò che dici: anche per me le seconde visioni (o letture) di alcune opere sono migliori, più consapevoli e ancora più forti^^

    Moz-

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  2. A questo punto voglio vedere The Shield

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    1. Te lo descrivo così: protagonista pelato, fa un lavoro "giusto" ma in realtà aggira la legge per i suoi scopi. Diventa sempre più avido, e polizia e fbi gli stanno alle costole. Ma compie le sue azioni anche e soprattutto per amore verso la sua famiglia.
      Che telefilm ho descritto? :D

      Moz-

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  3. Ho capito il nesso. E mi hai fatto venire una bella idea.

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  4. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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