Sully, Tom Hanks e il messaggio umanista







Aerei e New York, un connubio che ci ricorda fatti molto tristi e che evoca immagini scioccanti come il mondo intero non ne aveva mai viste, almeno fino all'autunno del 2001. Otto anni dopo gli occhi di molti newyorkesi saranno ancora una volta rivolti verso il cielo a seguire la traiettoria pericolosamente bassa di un volo di linea: per la teoria della probabilità non saranno in pochi ad essere terrorizzati pensando a un attacco terroristico, ma stavolta la tragedia sarà solamente sfiorata.

Si parlerà di un atto di eroismo, di un’idea folle e coraggiosa, di un esempio di professionalità.


Ma andiamo con ordine.




Nel primo pomeriggio del 15 Gennaio 2009 il volo US Airways 1549 decolla dall'aeroporto LaGuardia di New York alla volta di Charlotte, in Carolina, ma dopo pochi minuti l’aereo impatta contro uno stormo di uccelli e ne esce con entrambi i motori danneggiati al punto di spegnersi. Nonostante l’invito da parte della torre di controllo di tornare all'aeroporto LaGuardia o di cercare di raggiungere il Teterboro Airport, il comandante Chelsey “Sully” Sullenberger decide di ammarrare sul fiume Hudson.


L’atterraggio di fortuna riesce e tutte le 155 persone a bordo si salvano.


E qui, per il comandante Sully inizia un viaggio tra sensi di colpa, soddisfazione personale e paure.

Nel 2016 il regista Clint Eastwood ha portato sul grande schermo l’adattamento cinematografico del passaggio della biografia del comandante Sullenberger relativo a questo fatto. Il film insiste molto sullo stato psichico del comandante nei momenti successivi al birdstrike e all'ammarraggio sull'Hudson (sottolineando a più riprese quanto questa sia un caso più unico che raro).

Birdstrike: impatto con uccelli, può provocare ingenti danni a un aereo

Sully, interpretato da Tom Hanks, deve affrontare la commissione di inchiesta che sta cercando di mettere ordine nei fatti che riguardano il volo di cui era comandante. Nonostante uno stato di servizio impeccabile, una lunga e stimata carriera e delle competenze che rendono Sully uno dei massimi esperti di sicurezza dei voli, gli inquirenti scavano per cercare il fatidico errore umano. Sono convinti che ci sarebbe stato tempo sufficiente per atterrare comodamente in un aeroporto suggerito ed evitare la distruzione dell’aereo e l’inutile pericolo a cui sono stati esposti equipaggio e passeggeri.

Per supportare la loro tesi ordinano l’esecuzione di alcune simulazioni seguendo i dati tecnici forniti dall'equipaggio del volo 1549. In pratica vengono ricreate al simulatore le condizioni di volo subito dopo l’impatto con lo stormo di uccelli. Tutte le simulazioni danno esito favorevole.

Sully avrebbe potuto, secondo le simulazioni, riportare l’aereo in aeroporto.


Ma c’è un piccolo tassello che non combacia, un’inezia che si rivela essere la chiave di volta di un ragionamento più profondo di quanto il film non faccia intendere in prima battuta.

Il simulatore e i piloti coinvolti nelle simulazioni erano stati avvisati che ci sarebbe stato il birdstrike e quindi i loro tempi di reazione erano impeccabili, perfetti. Inserendo questa variabile nell'equazione il risultato è che in nessuna delle decine di simulazioni il velivolo riesce a raggiungere la pista prima di schiantarsi.

L’esperienza umana di Sully, maturata in anni di voli e di decisioni responsabili, non la puoi trasmettere a una macchina.

Per una legge naturale che trascuriamo, la versatilità dell'intelletto è il compenso ai mutamenti, ai pericoli e alle difficoltà. H.G. Wells

Sully non è un film di fantascienza ma riesce a spiegare benissimo un passaggio fondamentale che tantissimi film del genere non sono proprio riusciti a far passare: se togliamo la variabile umana dall'equazione il risultato è disastroso.

Questo, ovviamente se la sopravvivenza dei nostri simili ci sta a cuore.



Viviamo un periodo storico in cui è forte la tendenza a lasciare che macchine e sistemi computerizzati facciano il lavoro dell’uomo ed è altrimenti vivo l’interesse per la sperimentazione sulle intelligenze artificiali: tutto questo è progresso, è il futuro.

Non v'è intelligenza là dove non vi sono mutamenti o necessità di mutamenti. H.G.Wells

Ma se il futuro dovrà essere a misura d’uomo si dovrà sempre tener presente che anche l’intelligenza artificiale più sofisticata non potrà mai prendere una decisione in nome dell’autoconservazione della specie umana.

Nel caso del volo 1549 una IA avrebbe processato miliardi di righe di codice con l’unico obiettivo di salvare l’aereo. L’aereo non le persone a bordo.

Buona vita e buona umanità a tutti

Commenti

  1. Non era il mio film e l'ho lasciato dove si trovata, anche se comunque zio Clint è una garanzia (oh, ma fa un film l'anno, il vecchiaccio texano!).
    Mi intriga la morale della variabile, verissima.

    Moz-

    RispondiElimina
  2. Io l'ho beccato di striscio facendo zapping: una cosa che faccio due volte l'anno se va bene.
    Si, la teoria della variabile umana pare riesca più chiara quando non è propriamente un film di fantascienza. Vai a capire perché...

    RispondiElimina

Posta un commento