Tecnica vs Emozione: cosa conta di più in un film?

Sulla possibilità di guardare i film con cuore e cervello in equilibrio




E' tutta una questione di equilibrio.




Recentemente ho partecipato a diverse discussioni sulle pagine Facebook che trattano di cinema e quello che ho notato si può riassumere in questi punti


  1. alcuni pensano di sapere molto più di quello che sanno
  2. molti considerano consustanziali a loro stessi le cose che pensano di sapere
  3. tutti sono fermamente convinti di avere ragione
Di conseguenza, più che discussioni questi scambi di battute potrebbero essere definiti come delle televendite in cui ognuno propone se stesso e il suo presunto sapere cinematografico come il prodotto migliore sul mercato.
Alla fine di questa fiera non rimane altro che un'eco di saccenteria che lascia il tempo che trova.

Alla luce di quello che ho letto in questi piccoli spazi di esaltazione del proprio ego mi sono chiesto:

E' meglio un film tecnicamente perfetto oppure uno emotivamente coinvolgente?

Va da sé che la distinzione che propongo è tra film ineccepibili dal punto di vista tecnico ma dalla scarsa emissione di emozioni e, dall'altra parte, film emotivamente molto coinvolgenti ma con evidenti difetti tecnici.

Oggi siamo tutti super esperti di cinema: sappiamo cosa sia la fotografia in un film, cosa sono i movimenti di macchina e le inquadrature e spesso ci concediamo giudizi tecnici in cui utilizziamo espressioni come "buchi di sceneggiatura" e "recitazione inconsistente", fino ad arrivare a un laconico e netto "non mi è piaciuto" che per molti basta a recensire un film dall'alto della loro superbia.

Quello che però trascuriamo è l'emozione. Siamo talmente concentrati a rilevare quanto sia bella quell'inquadratura lì, quanto sia geniale quell'evoluzione di trama e quanto il film sia un fenomeno virale che scordiamo di provare emozioni. Dimentichiamo che il film non va guardato solo con gli occhi ma anche con il cuore, che un film oltre che visto va sentito.

E siccome ognuno di noi ha una storia che è diversa da quella di chiunque altro allora è facile comprendere come ognuno percepisca un film in modo diverso.

Se considero la mia esperienza personale posso tranquillamente fare degli esempi.

Jurassic Park (1993)



Avevo dodici anni nel lontanissimo 1996, anno in cui andò in onda in TV Jurassic Park di Steven Spielberg (il cinema non c'era nel paesino dove vivevo quindi ho dovuto aspettare per vederlo in TV). A quell'età la mia passione per il cinema era ancora acerba per cui il carico emozionale di questo film mi colpì senza filtri ma anche senza i condizionamenti dell'età adulta: dinosauri e uomini, ingegneria genetica, avventura.


Per me Jurassic Park rappresenta un groviglio di emozioni impossibile da spiegare se non con il seguente esempio: il mio Io Adulto sa bene che, ammesso che si potesse riportare in vita un Velociraptor, questo animale preistorico non saprebbe usare le maniglie delle porte, ma il mio Io Bambino se ne frega di questa sottigliezza e sgrana gli occhi tutte le volte che rivedo il film.

Cloud Atlas (2012)



Visto e rivisto più volte, Cloud Atlas mi lascia sempre la stessa sensazione: un po' più di tecnica e sarebbe caduto nel freddo manierismo, un po' più di sentimento e sarebbe diventato ancor più controverso di quel che è.
Io lo considero un film eccezionale in cui cervello e cuore riescono perfettamente a stare in equilibrio. La tecnica è asservita all'emozione tanto quanto l'emozione da spessore e calore a fredde e piatte soluzione tecniche.

Revenant (2015)


Il film che è valso l'oscar a Leonardo Di Caprio e che vede coinvolti due dei miei attori preferiti, lo stesso Di Caprio e Tom Hardy. Un film freddo come le zone in cui è ambientato, che mi ha trasmesso pochissimo sul piano emozionale ma al tempo stesso un film tecnicamente perfetto. Bellissimo.

Questa mini lista di film è ovviamente personale e chiunque potrebbe aver da ridire sul lato tecnico ed emozionale dei film che ho citato ma il bello è proprio questo. 

Ogni opinione conta ma nessuna è necessaria


Lasciamo che il nostro Io Adulto e il nostro Io Bambino vadano insieme al cinema.

P.S.

Piccola curiosità su Jurassic Park: i suoni con cui comunicano i velociraptor sono stati ottenuti mescolando delle registrazioni di cavalli che sbuffavano, oche che starnazzavano e tartarughe che si accoppiavano.

Piccola curiosità su Cloud Atlas: l'idea per la realizzazione del film tratto dall'omonimo romanzo di David Mitchell è venuta a Lana Wachowski dopo che l'attrice Natalie Portman le aveva prestato una copia durante le riprese di V per Vendetta.

Piccola curiosità su Revenant: Per dare veridicità alla sua interpretazione Di Caprio ha recitato anche mentre era in precarie condizioni di salute dovute al clima impossibile della location dove le temperature scendevano di decine di gradi sotto zero anche nelle poche ore di luce in cui si lavorava.

Buona vita a tutti


Commenti

  1. Bellissimo quel che hai scritto, Mick: io bambino + io adulto.
    E sai? Forse sono i film degli anni '80, maggiormente, ad avere questa magia.
    Io, dal mio punto di vista, non bado molto alla tecnica (specie negli effetti speciali) se il film è potente.

    Moz-

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  2. Grazie. A dover di cronaca la suddivisione dell'io in Io Bambino, Io Genitore e Io Adulto è dello psicologo Eric Berne ma calzava molto a pennello e me ne sono appropriato.
    I film degli anni '80 puntavano tutto sulla magia e sulla meraviglia e anche se avevano tantissimi difetti tecnici comunque rimangono il top dopo 40 anni: penso a Howard il papero, Navigator o i Goonies

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    1. Esattamente: sapevano stupire a prescindere...^^

      Moz-

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  3. Se un film è bello ed emoziona lo è su tutti e due i piani citati.

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