Errementari: se il fabbro è più furbo del diavolo…


Di patti, diavoli e furbizia.



Questa storia, così come tante altre, inizia da un uomo in carne ed ossa. Un uomo che ha saputo eludere il patto con grande astuzia.



Nei paesi baschi si dice viva un fabbro (in basco errementari) che tutti evitano come la peste dato il suo caratteraccio. Questo tizio vive in mezzo a una foresta in una fucina in rovina dalla quale provengono delle urla disumane e all'interno della quale nessuno vuole mettere piede poiché corre voce che il suddetto fabbro nasconda un terribile segreto.


Il regista basco Paul Urkijo Alijo alla sua prima volta dietro la macchina da presa ci trasporta nella Spagna del 1833, periodo nel quale si sono combattute quattro guerre civili passate alla storia come guerre carliste ma di cui solo gli studiosi della storia dei paesi baschi hanno sentito parlare. Errementari è tratto dal racconto orale Errementari Patxi del sacerdote e antropologo Josè Miguael Barandarian, un’ autorità per quanto riguarda il folklore e la mitologia basca.


Fatto sta che 3 anni dopo la conclusione di questo conflitto, in un piccolo paesino del nord della Spagna (nei pressi di Bilbao per l’esattezza) si racconta la fiaba, leggenda o storia che dir si voglia del fabbro con cui ho aperto questo post. Questo fabbro sarebbe così terrificante da mettere paura anche al re dell’inferno e a tutti i suoi sottoposti.

Con queste premesse veniamo catapultati in un’atmosfera che ricorda molto da vicino film come Il labirinto del fauno, Il patto dei lupi (anche questo tratto dal folklore regionale) o The Village. Luci fredde, scenari di desolazione, personaggi sospettosi e molta superstizione religiosa. Al centro di tutto una piccola orfana, Usue, che un giorno si trova faccia a faccia con il fabbro e con il segreto che questo nasconde dietro la porta fortificata della sua triste dimora.


Se siete stati attenti fino a qui allora avrete capito che il segreto a che fare con un patto demoniaco. Ebbene, la prassi di questo film è distruggere qualsiasi tipo di colpo di scena che lo riguardi. Se è una tecnica narrativa voluta è geniale, se non lo è allora si tratta del caso più clamoroso di legge della compensazione: i colpi di scena sono così scontati che in 20 minuti di film hai capito tutto. O quasi.


Però lo guardi lo stesso perché Errementari, tutto sommato, è un buon film e suscita parecchia curiosità. Sarà stato l’incedere a tratti a mo’ di thriller e a tratti tipo fiaba dark o forse la difficoltà estrema di riuscire a distinguere i diavoli con le corna e la coda a punta da quelli con la barba, l’incarnato roseo e il crocefisso appeso al collo ma a me questo film è piaciuto tanto.

Oltre ad avermi mostrato qualcosa riguardo la cultura basca – il che per me è una assoluta novità – mi ha lasciato alcuni momenti che ricordano molto il folklore della mia terra oltre alla dimostrazione del fatto che in ogni parte del mondo che possiamo considerare c’è sempre qualcuno che può raccontarti una storia, un barzelletta o anche solo declamarti un aforisma e il contenuto del messaggio è consustanziale non solo alla cultura di quel posto ma – da quel momento in poi – anche della tua.

Buona vita

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