Oltre un certo limite tutto diventa ossessione
Il romanzo Il disperso di Eugen Ruge è perfettamente in linea con il nome di questo blog: ci sono uno stallo (standoff) e una situazione ingarbugliata (pulp).
Il romanzo è ambientato in un mondo futuribile datato 2055
in cui la società è diventata iper-tecnologica al punto di essere gestita per
quanto riguarda le comunicazioni di massa da una rete internet chiamata
UNIVERSE che ingloba tutti i servizi social, i messaggi e le chiamate e veicola
tutto in speciali occhiali (i GLASS) con realtà aumentata gestibili con il
movimento degli occhi. In questa società – così immaginata da Ruge – si parla
una specie di neolingua (reminiscenza orwelliana?) che sostituisce termini
espliciti considerati troppo scorretti da un punto di vista sociale e politico
con delle locuzioni più adeguate.
Il protagonista del romanzo è un pubblicitario di nome Nio
Schultz, un personaggio insipido che ha poca stima di sé stesso ed è in
contrasto professionale e morale con il suo capo, una arcigna e sgrammaticata
bulgara e il suo segretario particolare logorroico e offensivo. All'inizio
della storia Nio non viene riconosciuto dai suoi Glass così perde il contatto
con la realtà ultra dinamica in cui vive ed essendo, come tutti gli altri,
adepto del culto della perfezione estrema del sé finisce per perdersi in un
mondo che non riconosce e che non lo riconosce più.
Ai capitoli in cui assistiamo al crescendo dello stato
confusionale di Nio si alternano tabelle di dati che corrispondono alle
indagini statistiche della rete UNIVERSE che cerca di incasellare ogni
cittadino in base alle comunicazioni effettuate e ai contenuti visualizzati e,
in base a questi dati, ne traccia un profilo psicologico.
Il taglio che Ruge da al suo romanzo è allo stesso tempo
ironico e tagliente. Nio impiega un bel po'di tempo a trovare da solo una
definizione politically correct adatta a sostituire la parola afroamericano e
alla fine si accontenta di individuo con forte pigmentazione cutanea;
successivamente ritiene che individuo appartenente a una minoranza etnica
europea originariamente costretta al nomadismo sia meglio di zingaro.
Compiaciuto, sale in ascensore per recarsi a un importante incontro di lavoro e
rimane psicologicamente bloccato di fronte a una donna dall'aspetto
appariscente e in abiti estremamente succinti per la quale non riesce a trovare
una definizione picì (politicamente corretta in neolingua) e con la quale non
riesce ad approcciare per paura che le sue interazioni possano essere scambiate
per molestie.
Cosa ci vuole dire Ruge con tutto questo?
Secondo me vuole
spiegare attraverso il meccanismo del ridicolo la condizione dell’uomo di oggi
che, immerso in una società che è educata e corretta solo di facciata si trova
(dis)perso quando la sua componente più nascosta viene a galla e non può più
essere repressa.
In conclusione Il disperso di Eugen Ruge è un libro molto
interessante, dinamico e persino divertente in alcuni punti. Una lettura
azzeccata per chi non vuole prendere troppo sul serio l’ideale dell’uomo
connesso al sistema, ma al tempo stesso vuole avere un’occhio più critico su
cosa stiamo diventando e cosa stiamo sacrificando per renderlo possibile.
Titolo: Il disperso
Titolo originale: Follower
Autore: Eugen Ruge
Anno:2018
Editore: Mondadori
Pagine:225
Prezzo: €20 (edizione cartacea in libreria)
Buona lettura e buona vita a tutti
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