Se Hannibal – il capo dell’A-Team – andava matto per i piani
perfettamente riusciti io adoro i trend che si confermano, in modo particolare
quando si tratta di film e, in questo, i Fratelli Coen sono una certezza.
Ancora una volta uno dei loro film racconta la stessa cosa: l’inutilità di
cercare un senso alla vita.
E’ successo anche con La ballata di Buster Scruggs.
La ballata di Buster Scruggs e altre storie della frontiera
americana è uno pseudobiblium (come il Necronomicon di H.P.Lovecraft o La Guida
Galattica per autostoppisti di Douglas Adams) che i fratelli Coen utilizzano a
mo’ di mac guffin per tenere insieme le storie di 6 personaggi ambientate nel
selvaggio West.
Take 1: un uomo guarda verso l'infinito |
Pochi secondi e il protagonista della prima storia – colui
che da il nome al film – buca impunemente la quarta parete e ci racconta delle
cose. Seguiremo quindi questo squinternato cowboy canterino fino al luogo dove
si svolgerà la sua avventura. Seguiranno le storie di un rapinatore,
un’impresario circense, un vecchio cercatore d’oro, una giovane ereditiera che
deve affrontare la frontiera e cinque viaggiatori notturni su una sinistra
diligenza.
Take 2: un altro uomo guarda verso l'infinito |
La ballata di Buster Scruggs affronta con ironia il tema
della fatalità e per farlo sfrutta le tematiche delle storie della frontiera
americana. Immagina un mondo nuovo, dove il prossimo passo che farai sarà il
primo della tua specie in quella landa desolata dove domina la natura, un mondo
dove ancora si viaggia in carrozza in mezzo a deserti polverosi e dove il
pericolo si trova davanti, dietro e ai lati sotto forma di animali pericolosi,
banditi, caldo opprimente e fatalità.
Take 3: un terzo uomo guarda verso l'infinito |
E fin qui tutto bene. Se non fosse che anche se cambia il
contesto la storia che i Coen ci raccontano è sempre la stessa. Da anni. Se è
vero che per cambiare bisogna rimanere esattamente come siamo allora i fratelli
Coen ci hanno rifilato ancora una volta la stessa minestra che, per inciso, è
buona ma è sempre la stessa. Da anni.
Io stimo Joel e Ethan Coen per avermi regalato film quali
Fargo, Il Grande Lebowski, Fratello dove sei? e Burn After Reading dove il tema
dell’inutilità del senso della vita si mescola a un’ironia molto tagliente e diventa qualcosa di veramente corroborante per la mente.
Però non apprezzo quando mi devono impacchettare sempre lo
stesso prodotto e rifilarmelo come qualcosa di nuovo quando invece è sempre la
stessa minestra. Da anni.
Take 4: il primo uomo si è rotto di guardare l'infinito |
Buona vita a tutti
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