Il nome della Rosa #2: mannaggia alle sottotrame





La trama sta cominciando a entrare nel vivo mentre flashback e sottotrame ci aiutano a conoscere meglio i personaggi coinvolti nella vicenda. 

Se vi siete persi la recensione della prima puntata questo è il momento di andarla a recuperare ___LINK___

La seconda puntata de Il nome della Rosa conferma alcune delle sensazioni suscitate dalla prima, apre nuovi scenari di interpretazione ma rischia di perdersi a cause delle sottotrame.


Mentre l’assassino che si aggira per l’abbazia miete un’altra vittima, Guglielmo e Adso sono impegnati a dipanare il mistero della biblioteca dopo che la prima sortita notturna si è rivelata un fallimento. Il monaco francescano comincia a mal sopportare l’atteggiamento finto omertoso di molti frati, specialmente del cellario Remigio e di Salvatore, uno sfortunato malato di mente che sembra sapere molte cose ma le dice in modo molto confuso data la sua condizione. 
Adso invece è sempre più distratto da una ragazza occitana (che aveva incontrato mentre si dirigeva con Guglielmo verso l’abbazia) al punto da fare pensieri non proprio degni di un religioso sulla giovane. 

Nel frattempo continua la marcia di avvicinamento di Bernardo Gui e noi continuiamo a scoprire particolari in più sulla sua persona e sui suoi rapporti con gli eretici dolciniani che dovrebbero spiegarci il motivo per cui una ragazza arciere tenta di farlo fuori.

Questa seconda puntata mi ha convinto solo a metà e credo che la metà oscura non sia di facile interpretazione se non facendo delle ipotesi un po' azzardate.



L’indagine di Guglielmo – cioè la trama principale – domina la prima parte, quella più convincente, della puntata. 
Il francescano viene a capo di molti dei misteri che circondano la biblioteca e si appresta a fare luce sui segreti che essa contiene sfruttando ingegnose deduzioni e una buona dose di coraggio. Ho apprezzato il fatto che non si sia indugiato troppo su codici segreti o sulle deduzioni perché ciò ha reso la visione più fluida e meno cerebrale. 
D’altra parte chi vuole comprendere bene il codice segreto di Venanzio o l’enigma delle stanze della biblioteca può sempre andare a recuperare il romanzo.



I due punti a sfavore di questa puntata sono però le due sottotrame scelte per accompagnare la storia principale. Capisco che senza si esse il tutto sarebbe durato appena 3 puntate - mentre lo show ne comprende 8 – ma almeno si sarebbe potuto scegliere delle soluzioni narrative un po' più articolate e in tema con il carattere profondo dell’opera.

Adso e l’occitana

Il giovane novizio ha proprio perso la testa per la giovane vagabonda che abita la foresta nei dintorni dell’abbazia. Il suo voto di castità è messo a dura prova ed è solo per via dei traumi del passato della giovane che i due non si lasciano andare ad unire i loro nudi ventri, come direbbe il venerabile Jorge. 
Tutto ciò mi è sembrato alquanto scontato e noioso, parecchio lontano rispetto alla profondità della trama principale e credo sia servito solo a condurci a un meraviglioso monologo di Guglielmo sulla ruolo della donna nella vita.

Gui e l’eresia dolciniana 

Ho capito che vogliono presentarci l’inquisitore nel miglior modo possibile per farci capire che lui è il personaggio opposto rispetto a Guglielmo; allora va bene prendere in prestito dalla storia una fase famosa di un altro inquisitore e anche usare i flashback per farci capire perché una ragazza vestita da arciere vuol fargli la pelle: pura vendetta. Ma anche questo è un tema molto stantio.

Queste due sottotrame hanno rischiato di rovinare il clima della puntata ma credo che portino a una riflessione importante.

Azzardando un’ipotesi…

Eco era un maestro della semantica e Il nome della Rosa è un romanzo costruito a strati e che si può interpretare mediante molteplici chiavi di lettura. 
Il titolo stesso è un rimando al pensiero filosofico del nominalismo il quale sostiene (semplificando) che possiamo concepire i concetti universali solo come nomi. Ad esempio, la rosa possiamo concepirla solo come nome associato a un oggetto specifico, un fiore in questo caso, ma non a un concetto universale.

Una spiegazione del genere ha un grosso impatto se inserita in un contesto dove la religione domina il pensiero umano con i suoi dogmi.

In questo senso posso intendere la sottotrama dell’amore che sta nascendo tra Adso e la ragazza ma anche il tema della vendetta che riguarda Gui in un contesto più ampio in cui si ragiona – filosoficamente, come ci ha insegnato il maestro Eco – sul concetto dell’amore di cui noi, ovviamente, abbiamo solo il nome sia esso un sentimento che lega due esseri umani, un padre e una figlia oppure un religioso e la sua missione.

D’altra parte Eco lo scrive proprio all'inizio del romanzo:

Videmus nunc per speculum et in aenigmate

Ora vediamo come attraverso uno specchio e in modo distorto

Riassumendo: per la seconda puntata de Il nome della Rosa è un si con una grossa riserva.

Per la prossima elucubrazione cervellotica su questa serie TV ci vediamo martedì prossimo.

Buona vita a tutti  

Commenti

  1. E io ancora non vedo niente.
    Comunque, la ragazza vendicativa che vuole uccidere Gui mi ricorda proprio l'entrata in scena di Mozgus in Berserk: l'inquisitore viene travolto da alcune frecce sparate da un manipolo di cittadini rancorosi.
    Il cerchio si chiude :D

    Moz-

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