John Keel: profezie, UFO e strane creature



Qualche tempo fa ho approfittato di un buono sconto per degli ebook e, tra gli altri, ho acquistato The Mothman Prophecies di John Keel.


Non l’ho letto subito ma, come mi succede spesso, l’ho messo nella mia reading list per poi dimenticarlo inesorabilmente. 

Per 5 anni non ho più ripensato a questo libro finché qualche giorno fa l’algoritmo di youtube mi segnala un video che si intitola La leggenda dell’uomo falena, Mothman

Si tratta di un canale che seguo con frequenza - si chiama l’Inspiegabile e si occupa di misteri - quindi lo guardo e mi tornano subito in mente il libro messo da parte e l’omonimo film con Richard Gere che pure avevo visto ma che ho dimenticato.

Grazie ai potenti mezzi tecnologici che possiedo ci metto quasi una settimana a ritrovare l’ebook nei meandri dei miei hard disk e nel frattempo rivedo anche il film.

Ebbene: si apre un mondo dai contenuti molto interessanti.




Chi è John Keel?

Sarebbe meglio dire chi era poiché Keel è morto nel 2009. 

John Keel era un ufologo anche se lui ha sempre rigettato questa definizione. Ha scritto numerosi articoli sul tema degli UFO e diversi libri di inchiesta sui contatti tra esseri umani e alieni in cui ha fatto conoscere al mondo le sue teorie. 

Il suo approccio è basato sull'ironia socratica e leggendo le sue pubblicazioni ci si chiede se quello che rivelano i contattisti nelle loro interviste sia frutto della loro immaginazione oppure - tenetevi forte - di un condizionamento psicologico. Al netto, ovviamente, di quelle persone che per avere il loro quarto d’ora di notorietà sono disposte a inventarsi le migliori bugie.

Cos’è il Mothman?


una scena del film Mothman

L’Uomo Falena (in inglese Mothman) sarebbe una creatura mostruosa dalle sembianze umane, con grosse ali, occhi rossi e ipnotici che si è trovato al centro di una matassa di fatti strani verificatisi nell'arco di 13 mesi a Point Pleasant, una cittadina che conta qualche migliaio di abitanti situata nella Virginia Occidentale.

Qual è il mistero trattato nel libro?

Keel racconta quello che accadde mentre indagava su alcune strane apparizioni UFO a Point Pleasant nel periodo che va dal novembre 1966 al dicembre 1967. 

Gli avvistamenti dell’Uomo Falena si susseguono numerosi, strane luci appaiono nel cielo notturno descrivendo i movimenti tipici descritti nei libri che parlano di UFO e poi - il fatto che mi ha più incuriosito e inquietato - arrivano misteriosi personaggi che si comportano in modi molto strani, fanno domande apparentemente insulse agli abitanti del luogo e, con toni sempre più espliciti, minacciano tutti coloro che collaborano con l’autore del libro.

Keel si accorge che qualcuno sta cercando di depistare le sue ricerche screditando le persone che intervista e cercando di farle letteralmente impazzire di paura utilizzando metodi sempre più fantasiosi. Lo stesso autore -  e lo racconta in un capitolo tra i più interessanti di The Mothman Prophecies - rimane vittima di persecuzioni di questo tipo fino alla fine della sua inchiesta. Scopre di avere il telefono di casa intercettato, che qualcuno risponde alle chiamate al posto suo e fa chiamate a suo nome; inoltre viene pedinato per cui tutti i suoi spostamenti sono costantemente controllati e anticipati. Quando comincia a ricevere telefonate ambigue in cui una voce artificiale profetizza sciagure che si verificheranno nei mesi successivi - e che puntualmente avvengono non nelle date esatte ma nei modi in cui sono state annunciate - Keel si convince che qualcuno stia cercando di farlo diventare paranoico.

In una delle ultime profezie telefoniche Keel viene informato che una tremenda sciagura si abbatterà su Point Pleasant.

The Mothman Prophecies si chiude con il crollo di un ponte situato vicino a Point Pleasant in cui perdono la vita 46 persone. Qualcuno afferma di aver visto l'Uomo Falena appollaiato su un pilone del ponte qualche ora prima del disastro.




Negli anni successivi il mito dell’Uomo Falena conquista i media diventando una leggenda metropolitana in cui si contano avvistamenti un po' in tutto il mondo (anche in Italia) e qualcuno nota una caratteristica interessante: gli avvistamenti della creatura si concentrano nei giorni immediatamente vicini ad alcuni fatti di interesse collettivo, spesso disastri. Si consoliderà quindi l’idea che questa creatura possa essere un’entità soprannaturale che appare nei momenti critici per l’umanità: lo hanno visto volare sopra Chernobyl qualche giorno prima del collasso del reattore nucleare, una foto lo ritrae nel cielo sopra Ground Zero l’undici settembre del 2001 e vi risparmio la serie di avvistamenti collegati con altre sciagure perché sinceramente credo siano solo speculazioni da complottisti incalliti.

Ma il libro di Keel non si concentra né sugli UFO né sul Mothman bensì sulle strane persecuzioni di cui egli stesso fu il bersaglio nell'anno in cui lavorò al caso. Keel associa ai fatti di Point Pleasant la teoria dei Men In Black, i famosi agenti governativi che in qualche modo intervengono tutte le volte che c'è un avvistamento UFO sin dal 1947. Gli stessi che hanno ispirato i film con Will Smith.

Qualcuno, forse il governo stesso, sta cercando di creare un clima di paura foraggiando con mosse abili la mente di coloro che sono propensi a credere nelle più fantasiose teorie sugli UFO e gli extraterrestri.

Il pensiero di John Keel

Forse vi sorprenderà, a questo punto, come ha sorpreso me che John Keel non creda alla natura extraterrestre degli UFO. 
Neanche un po'.
Ed è adottando un metodo di indagine che si basa sull'ironia e sullo studio e l'interpretazione del soprannaturale nelle culture e nelle epoche del passato che egli smonta le teorie ufologiche.

In uno dei capitoli iniziali Keel spiega così:

Siamo vittime di questo fenomeno da sempre. È il fondamento delle nostre religioni e delle nostre credenze occulte, delle nostre filosofie e delle nostre culture. Gli antichi cinesi segnavano i percorsi delle luci nel cielo e le chiamavano “sentieri dei dragoni”, durante la caccia alle streghe di qualche secolo fa, la gente era davvero convinta di vedere streghe che volavano nell'aria, con lanterne appese alle loro scope. Le leggende mitteleuropee sui vampiri sono quasi identiche a quelle odierne sugli UFO. Fino al XIX secolo, per molte persone il diavolo era un personaggio fisico.

Se vivete nel 1475 e vedete una strana luce nel cielo, sapete che si tratta di una strega, perché avete sentito che anche altri hanno visto le streghe sorvolare le cime degli alberi. Se vivete nel 1975, potete decidere che il fenomeno sia collegato a un’astronave giunta da un altro pianeta. Questa conclusione, in realtà, non è una deduzione qualificata, ma il frutto di anni di propaganda, per non dire di lavaggio del cervello. Se avete meno di trent'anni, siete cresciuti con una dieta a base di fumetti, film e programmi tv che vi hanno educato a credere all'ipotesi extraterrestre.

Gli dei dell’antica Grecia sono di nuovo tra noi, con un nuovo aspetto ma con lo stesso vecchio slogan: credete.

E, alla fine, nella postfazione chiude i conti:

Abbiamo cominciato il Novecento con un numero illimitato di illusioni sul nostro conto e sull'universo. Il mondo sembrava un posto meraviglioso. Astronomi di fama ci assicuravano che anche su Marte ferveva la vita e che i suoi canali erano opere di alta ingegneria. Si perfezionavano le automobili e le macchine volanti. Il XX secolo doveva essere straordinario. Ma, alla fine, ci siamo ritrovati cinici, amareggiati, stanchi delle guerre e sospettosi dei misteri e di tutti coloro che li promuovevano. Il XX secolo era stato una maledetta truffa.
Inganni, frodi e imbrogli evidenti sono sempre stati un importante elemento di questa specie di circo.
L’ufomania non è diversa della demonomania. Il fanatismo religioso o politico è legato ad altre forme maniacali quali la paranoia e la schizofrenia. Noi siamo sicuramente pazzi: è una parte essenziale della condizione umana.


Forse vi starete chiedendo quale sia la teoria di Keel su questi fenomeni, ma il post è già troppo lungo così. Ritorneremo ancora su questo argomento.

Nel frattempo non seguite le luci nel cielo e attenzione ai Men In Black.

Buona vita a tutti.

Commenti

  1. Interessante. Sono peraltro d'accordissimo con questo autore quando dice che dipende dal periodo storico ma il fenomeno è lo stesso.
    Ma anche dalla geografia: un rapimento alieno per un americano è ovviamente una paralisi notturna, ma per un italiano è una pantafica o incubus, mentre per un giapponese è quella stronzetta di Samara.
    Il fenomeno è ciò che conta, in effetti.
    E la capacità dell'uomo di stravedere, sempre e comunque. L'uomo è pericoloso, è il Man in Black di se stesso.

    Moz-

    RispondiElimina
  2. Io credo che a volte la spiegazione razionale sia più terrificante di quella soprannaturale. Ci sono cose che il cervello si rifiuta di concepire e allora meglio un mostro. Lovecraft ci ha creato una carriera su questo.

    RispondiElimina

Posta un commento