Love, Death & Robots: la serie animata che fa incazzare i nerd…





… e scusate per il turpiloquio del titolo ma se guardate la serie animata di cui sto per parlarvi capirete quanto sia a tema.


Lo scorso 15 marzo Netflix ha pubblicato una nuova serie animata dal titolo Love, Death & Robots composta da 18 episodi a tema rigorosamente fantascientifico in cui si affrontano temi come l’amore – in tutte le sue forme – lo spettro della morte e l’aspetto più spersonalizzante della tecnologia. Il tutto è narrato con uno stile grafico che varia da episodio ad episodio e non ci risparmia nudità e violenza estrema.

Sinceramente la serie mi ha intrattenuto e mi ha convinto, non che mi aspettassi chissà quale capolavoro di genere, ma – questo è un mio parere – Love, Death & Robots ha il suo perché.





Dietro a Love, Death & Robots c’è il lavoro di David Fincher (The Social Network, House of Cards) e di Tim Miller (Deadpool) ed essendo una serie antologica può essere vista come l’equivalente di una raccolta di racconti. Personalmente il mio modo di fruire di un prodotto del genere è quello di assaporarlo poco alla volta.

Ci sono episodi molto dark come quello di apertura – Il vantaggio di Sonnie – in cui si riprendono le tematiche cyberpunk del controllo neurale; episodi leggeri e profondamente ironici come I Tre Robot oppure puntate decisamente mindtwisting come la Testimone. Questo fermandomi ai primi tre episodi che ho visto e non voglio dire di più perché vorrei lasciare ad ognuno il piacere della scoperta visto e considerato che l’ordine degli episodi – come vedremo tra qualche riga – non è lo stesso per tutti.


Prima la polemica . . .

Se cercate sul web troverete tra i primissimi risultati una bella polemica legata a questa serie perché sembra proprio che non si possa fare a meno di sollevare polemiche un po’ su tutto.


Qualcuno ha notato che gli episodi di Love, Death & Robots non sono ordinati nella stessa maniera per tutti gli utenti di Netflix. In particolare un utente (dichiaratamente gay) ha pensato che l’ordine dipendesse dai suoi gusti sessuali perché nella sua lista gli episodi dove venivano esplorato il tema dell’omosessualità venivano prima degli altri mentre nel profilo di un amico etero l’ordine era diverso.

Da qui sono partiti parecchi tweet in cui si chiedeva conto e ragione a Netflix di questo ordine diverso delle puntate e in cui si accusava il servizio di manipolare dati sensibili degli utenti come i gusti sessuali.

C’è voluta una spiegazione ufficiale per dirimere la questione: Netflix ha chiarito che gli episodi di Love, Death & Robots sono stati ordinati in quattro modi diversi che vengono proposti in maniera random nei profili degli utenti. Motivo: puro marketing.


. . . e poi anche le recensioni sbrigative . . .

Alcuni blog e siti internet hanno recensito Love, Death & Robots dando pareri negativi e chiarendo che a un pubblico generalista la serie sarebbe anche potuta piacere, ma a un utente più scafato – il corsivo è di chi ha scritto una delle recensioni che ho letto – sembrava una minestra già vista.

Premesso che non ho niente contro la cultura nerd e che tutti i pareri hanno il diritto di essere ascoltati e considerati, devo dire che digerisco molto male gli atteggiamenti altezzosi di alcuni di loro. Se essere più scafati significa dover criticare tutto trovando sempre un difetto e, per questo, vivere costantemente nel ricordo di qualcosa di bellissimo a cui tutti si ispirano ma che non si ripeterà più allora preferisco rimanere nella mia inesperienza e saper passare una bella serata guardando una serie animata.

Non so e non credo che faccia la differenza – per quanto mi riguarda – che Love, Death & Robots sia simile ad altri prodotti: la serie parla di fantascienza e snocciola tutti i clichè del caso quindi non mi sorprende se ci rivedessi dentro delle tematiche già affrontate da altri film o serie TV del genere.

A guardarlo mi sono divertito e tanto mi basta per avere un parere positivo sul prodotto, le polemiche da edotti le lascio agli altri.

Buona vita a tutti.

Commenti

  1. Non conosco l'opera, anche perché non amo la fantascienza.
    L'idea di quattro approcci diversi è figa, anche se appunto si basa sul marketing ergo valuta la persona che fruirà del prodotto.
    Da un lato figa, dicevo, dall'altro è alienante: pensa, io e un amico vediamo questa serie per tot episodi, da soli.
    Poi gli ultimi tre vogliamo spararceli insieme davanti a una pizza e birra. Solo che non sono le stesse puntate.
    Elogio alla solitudine? Alla masturbatorietà di Netflix?

    Moz-

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  2. Questo è un modo interessante di interpretare la cosa.

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  3. Vista da pochissimo, insieme ai nuovi otto episodi.. ne ho trovato alcuni superflui, altri fantastici, nel complesso in grado di stuzzicare utenze molto diverse, probabilmente questo il pregio maggiore..

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