Pet Sematary è un ottimo adattamento



Quando un romanzo viene adattato bene in film, soprattutto dopo che un primo tentativo non era stato riuscitissimo a causa dei limiti tecnici dell'epoca, è sempre un bel vedere.
E puoi anche far finta di non vedere qualche piccolo difettuccio.

E' questo il caso di Pet Sematary, nuovo adattamento del classico horror di Stephen King, diretto da Kevin Kolsh e Dennis Widmyer.

Il mio parere è che entrambi i registi, ma anche gli sceneggiatori Jeff Buhler e David Kajganich abbiano capito il tipo di storia che King voleva raccontare nel suo romanzo, ne abbiano carpito le emozioni fondamentali e le abbiano sapute trasporre con precisione aggiungendo dei particolari che hanno impreziosito la storia.

Se non avete visto il film questo è il momento di interrompere la lettura e andarlo a vedere. In caso contrario buon orrore a chi legge.





Di cosa parla Pet Sematary?

La famiglia Creed è composta da quattro persone: Louis, il padre, che fa il medico ed è una persona razionale e pragmatica, la madre Rachel tormentata dal ricordo della sorella malata e i figlioletti Ellie, di una decina d'anni e Gage di appena 3 anni.

I Creed si trasferiscono nel borgo di Ludlow per fuggire alla vita frenetica della città e scelgono una proprietà che comprende una grande casa e diversi ettari di bosco all'interno del quale - veniamo a sapere all'inizio del film - si scoprirà esserci un cimitero dove i ragazzi del paese vanno a seppellire i loro animaletti domestici morti.

Una famigliola felice che si trasferisce in un luogo isolato vicino a un cimitero. Cosa può andare storto?

Here's Johnny ...

La proprietà dei Creed finisce ben oltre dove Louis vorrebbe arrivare, afferma meditabondo e vagamente minaccioso Jud, il vicino di casa.

L'occasione di far chiarezza si ha quando Jud scopre il corpo senza vita del gatto di Ellie e conduce Louis all'interno della foresta, in un luogo tetro dove seppellire il cadavere. Dopo qualche ora il gatto farà ritorno, ma non sarà esattamente lo stesso gatto così Jud dovrà spiegarsi.



Ma dov'è che Louis non vorrebbe arrivare?

La tenuta dei Creed confina con una strada statale sulla quale transitano tutti i giorni dei grossi camion a velocità folle. 
Ora: mettete insieme due bambini piccoli che giocano vicino a una statale e dei camion lanciati a velocità sostenuta e bilanciate da soli l'equazione.

Quando ci sarete riusciti avrete messo solo un piede nella stanza degli orrori.


Quello che fa di Pet Sematary un ottimo film è l'aver saputo cogliere il particolare che fa di Stephen King un ottimo scrittore di storie dell'orrore.

Sono le insicurezze e i fantasmi del passato dei protagonisti a guidarli verso azioni sconsiderate e a creare i mostri che poi devono affrontare. In questo il nuovo adattamento di Pet Sematary è perfetto.

Ad impreziosire il film ci pensano degli aggiustamenti della trama che rendono quest'opera diversa dal romanzo da cui tre spunto in modo da essere - in qualche modo - più verosimile.

Peccato solo per aver aggiunto, nella prima parte, qualche jumpscare di troppo che disturba un po' la visione e non aver aggiunto quei 10 minuti in più nel finale che magari avrebbero portato ancora un po' di inquietudine. 

Ma va bene così perché il confronto tra la scena iniziale e l'epilogo è geniale e stravolgente.  

Quindi si, dopo il nuovo adattamento di It (ne abbiamo parlato qui) anche questo Pet Sematary mi ha convinto.

Buona vita a tutti.

Commenti

  1. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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    1. Qualcuno ce l'ha con te Moz! Sono l'unico amministratore e non l'ho cancellato io.

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    2. Oo ma che dici... impossibile! Assurda questa cosa! :o
      Comunque, ripeto: già non mi piacque IT, solitamente questi remake diventano perfettini, leccatini... rispetto alle versioni precedenti, più sporche... (avevo scritto questo, più o meno...)

      Moz-

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  2. Se devo essere sincero, ora che mi ci fai pensare, It questa impressione me l'ha data. Pet Sematary invece no, capiamoci, è un horror moderno (vedi l'utilizzo esagerato di jumpscare) ma sono riusciti a mantenere l'idea di fondo.

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