Ok, sputo il rospo.
Vorrei sputare un grosso rospo che mi sta causando un groppo
in gola e che non voglio mandare giù perché sarebbe decisamente velenoso: Tolo
Tolo, l’ultima fatica di Checco Zalone.
E’ il primo film che ho visto in sala in questo 2020 e
nonostante il mio giudizio fosse molto tagliente mi ero limitato a un post su
Facebook pensando che ce l’avrei fatta a liquidare la questione, ma non può
essere così.
Negli ultimi giorni ho letto:
- Tolo Tolo è un film campione di incassi
- Tolo Tolo è il nuovo La vita è bella
- Tolo Tolo è geniale
Dunque, vediamo di fare chiarezza.
Tolo Tolo è un film campione di incassi è assolutamente
vero.
Oltre al fatto che lo dicono i
numeri, Zalone (ovvero Luca Medici) ha trovato la ricetta giusta per
attirare quanta più gente possibile (me compreso) in sala con un bombardamento
mediatico capillare e un trailer che è stato creato ad arte e ha ottenuto l’effetto
desiderato; inoltre i numeri si spiegano con il fatto che il nutrito pubblico storico di Zalone non aveva bisogno di
incentivi per alzare il culo dalla sedia, interrompere la visione del GF Vip o
di un qualunque programma di Barbara D’Urso, e dirigersi in un cinema
pregustando già le grasse risate promesse dal comico pugliese.
Tolo Tolo è il nuovo La vita è bella anche no.
Non perché io
sia particolarmente legato al film di Benigni, anzi, credo che anche il comico
toscano abbia ecceduto nelle semplificazioni e nella leggerezza quando ha
mostrato la vita in un lager come se fosse un gioco a premi. I libri di storia
e i racconti dei sopravvissuti raccontano ben altro che la mente accetta con
non poca fatica. Il fatto è però che questa mania di confrontare sempre le cose
come se chiunque proponga qualcosa si ispiri ad altro già visto e
apprezzato prima è una moda che proprio non riesco ad accettare; meno che mai
poi se si paragona La vita è bella, un film che sotto diverse chiavi di lettura
può essere convincente, a uno scempio di tecnica, scrittura e ideazione come
Tolo Tolo.
Tolo Tolo è geniale assolutamente no.
Non è che io ce l’abbia
con Luca Medici e la sua comicità: i suoi film precedenti mi avevano fatto fare
diverse risate perché, in fin dei conti, si tratta di intrattenimento e in
questo è dai tempi di Zelig che Checco riesce ad essere vincente. Poi,
ovviamente, è sempre una questione di gusti. Il fatto è che non riesco a capire
dove stia la genialità in Tolo Tolo: Zalone propone lo stesso personaggio già
visto in passato che si confronta con un tema di attualità recente in modo
becero, ignorante e ammiccante con il chiaro tentativo di mettere alla berlina
un certo tipo di pensiero e comportamento e una certa tipologia di persone.
Qual è il tratto geniale?
In definitiva Tolo Tolo è un film mediocre e imbarazzante,
con gravi difetti tecnici (l’assenza di Gennaro Nunziante alla regia si sente
eccome) e una gestione pessima dell’idea di fondo. Non intrattiene come i film
precedenti di Zalone e soprattutto non fa ridere quasi mai.
Ah, già che ci siamo, il genio è altro...
E’ tutto gente, buona vita a tutti!
Ciao non sbavo per Zalone e non sono andato ancora al cinema a vedere il suo film.
RispondiEliminaPenso di trovarmi davanti ad un film commedia in stile Zalone appunto con un forte messaggio sociale .
Qualcosa che aveva già fatto due anni prima Rovazzi con il suo "Il Vegetale" dove affrontava con il sorriso un pò amaro la triste realtà del precariato giovanile e lo sfruttamento degli immigrati nel lavoro clandestino e ne era uscito sorprendentemente un forte messaggio sull'integrazione e la tolleranza.
Su Benigni e quello che scrivi non son tanto d'accordo riguardo a "La vita è bella".
Non tradendo la sua natura di comico gli riconosco il merito di essere riuscito a raccontare a suo modo il dramma dell'olocausto attraverso un film che può vedere anche un bambino di dieci anni... proprio quell'età in cui nelle scuole cominciano a parlare di antisemitismo e giornata della memoria.
Ciao, non è la prima volta che sento nominare il film Il Vegetale, mi sa che devo darci un'occhiata. Grazie dell'imbeccata.
RispondiEliminaRiguardo a Benigni (grande professionista) e a La vita è bella (buon film sotto certi aspetti) credo ci sia un minimo di estremizzazione del concetto di semplicità.
Io non l'ho (ancora) visto, però me ne hanno parlato parecchio bene i due che l'hanno visto.
RispondiEliminaVedremo, va!