Knowing: segnali di un bel film



ma solo quelli, eh!




La storia di come un gruppo di alieni decide di non salvare Nicolas Cage dalla fine del mondo.

Statisticamente parlando credo che ci sia un limite ai film brutti a cui un attore può prendere parte durante la sua carriera ma ogni regola ha la sua eccezione e quando si parla di Nicolas Cage le eccezioni sono veramente poche. Andando a memoria, nella carriera di Nick io sono disposto a salvare i film The Rock, Con Air e Face Off ma, per tre che se ne salvano ce ne sono diversi che rasentano l’inguardabile. 




Altri, come Knowing, ci provano fino alla fine ma poi crollano sotto i colpi della banalità.

John Koestler insegna astrofisica al MIT, ha un figlio brillante ma estroverso e la vita semi-distrutta dalla recente scomparsa della moglie che causa un conflitto tra la parte razionale della sua mente, che non ammette l’esistenza di un aldilà, e la parte più emotiva che, nel tentativo di dare conforto al figlio Caleb, è disposta ad accettarne l’esistenza.

Un giorno, durante una cerimonia organizzata dalla scuola di Caleb, viene aperta una time box che era stata seppellita cinquant'anni prima e il ragazzino riceve come testimonianza materiale un foglio di carta pieno zeppo di numeri che porta la firma di Lucinda Embry. Quella stessa sera per puro caso John si accorge che quei numeri sono in corrispondenza con alcune delle disgrazie più terribili accadute nei mesi e negli anni precedenti e così si mette al lavoro per scoprire il complesso codice contenuto dal foglietto numerato.

Knowing vorrebbe trattare temi importanti come l’accettazione della spiritualità, i limiti della logica e il coraggio di credere a ciò che non si può dimostrare o vedere con gli occhi. Purtroppo, però, se anche le premesse sono buone e se qualche scena è azzeccata, il film si perde nei particolari. 



La parte più interessante del film, a mio avviso, e che poteva essere espansa molto di più è quella che porta John a dipanare il mistero celato dai numeri. Va bene che egli sia un professore del MIT e un esperto di scienza però magari insistere di più sull'equilibrio tra scetticismo e convincimento avrebbe permesso di raccontare la scoperta con più verosimiglianza e magari avrebbe impedito che il film introducesse ad cazzum il tema degli extraterrestri tra l’altro con un accostamento tra fantascienza e religione degno del miglior complotto odierno. 



E qui torniamo a Nicolas Cage. Non so se per contratto in ogni film debba per forza sfoderare le sue iconiche espressioni da folle, se debba necessariamente apparire trafelato e sofferente in tutte le scene, però è proprio in questo che il film stona di più. Il suo personaggio è addolorato dalla perdita della moglie ma anche integerrimo nell'applicazione del ragionamento scientifico e non può bastare qualche scena arronzata e un paio di espressioni da maniaco per trasformarlo in un invasato. Ci vuole tempo per far maturare il personaggio e fargli cambiare approccio.

Ecco, il problema di Knowing sta proprio nell'aver ceduto al catastrofismo facile proponendo più scene dal forte impatto visivo che situazioni introspettive basate sul protagonista della storia. Capisco che non siamo in un romanzo di Richard Matheson o Philip Dick però strapazzare una buona storia in questo modo è spiacevole.

Quindi, Knowing fa trascorrere un’ora e mezza con un buon film apocalittico, con qualche bella scena ma senza alcuna profondità. Ci può stare, ma che peccato!



E’ tutto gente, buona vita

Commenti

  1. Magari... chissà, era proprio quello l'intento: non voler andare troppo in profondità, garantendo un filmetto facile-
    Peccato perché appunto con le stesse premesse si può fare di meglio.

    Moz-

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  2. Lo riguardo sempre con piacere ma arrivo sempre alla stessa tesi. Peccato.

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