Sopravvivere al Polo Nord
Un
uomo che deve combattere contro un territorio e un clima ostili alla vita umana
e nessun altro fronzolo narrativo: questo è Arctic, film del 2018 del film-maker
brasiliano Joe Penna.
Un uomo di nome Overgard (Mads Mikkelsen) è prigioniero dei
ghiacci del Polo Nord dopo quello che sembra essere un evidente incidente aereo e, mentre aspetta i
soccorsi, si impegna in attività giornaliere per garantirsi la sopravvivenza in
un ambiente decisamente ostile. Tutti i giorni pesca, esplora un pezzo di
territorio circostante alla carlinga devastata in cui vive e si reca sulle
alture vicine per cercare canali radio o intercettare trasmissioni e chiedere
aiuto. Un giorno, del tutto casualmente, intercetta il segnale radio di un
elicottero che sta sorvolando la zona e i suoi patimenti sembrano avere
finalmente fine ma in realtà sarà solo l’inizio della vera avventura di
sopravvivenza.
Arctic è un film che ti tiene incollato allo schermo a
chiederti in sostanza due cose:
- Adesso cosa farà Overgard?
- Io cosa avrei fatto?
Se parliamo di sfida Uomo-Natura, istinto di sopravvivenza e
scelte difficili, Overgard rappresenta chiunque di noi si trovi alle prese con una
situazione limite. Come
si capisce mentre il film va avanti, Overgard è preparato a gestire un
consistente ventaglio di situazioni, ha le conoscenze giuste per resistere in
quell'ambiente ma l’animo umano deve nutrirsi di speranza per non abbattersi e
in un territorio completamente bianco dove qualsiasi elemento sembra essere
contrario all'esistenza della vita umana, trovare un briciolo di speranza
sembra essere quasi un miracolo.
Arctic mi ha colpito, oltre che per l’ennesima prova della grande espressività e bravura di Mads Mikkelsen, per la costruzione basilare della storia che racconta. Nella ripetitività dei gesti di Overgard, nel suo essere pragmatico, pratico, nei suoi momenti di scoramento e poi, successivamente, di estremo coraggio risiede tutto il suo spirito di sopravvivenza.
E poi, quale metafora sulla scelta della strada da seguire
può essere più azzeccata di un terreno completamente bianco, che cela sotto la
neve svariati pericoli? Quale metafora sulla vita è più aderente dell’avventura
di Overgard?
Arctic è un film che fa riflettere.
Per ora è tutto gente, buona vita.
Questo proprio non fa per me, nonostante possa riconoscere che sembra intrigante e stimolante. Ma spazi freddi, enormi e per questo desolanti... non mi attirano molto...
RispondiEliminaFinisce bene?
Moz-
in realtà non saprei...il finale è coraggioso
Eliminaal limite della sopravvivenza e quando il protagonista si arrende capendo che nonostante i suoi sforzi e il suo coraggio ormai non c'è più niente da fare, si intravede sullo sfondo il muso di un elicottero che sta atterrando vicino ai due sopravvissuti, o è solo un suo sogno?
RispondiEliminaFilm bellissimo nella sua scarna semplicità, sicuramente non destinato ad incontrare il successo da botteghino, ma che rimarrà nella memoria di chi sarà affascinato da questi paesaggi estremi nei quali l'uomo per una volta non può dominare ma solo cercare di salvarsi, in una lotta determinata , paziente e intelligente che assume significati ben più ampi.
Sono d'accordo. Il tema è la lotta per la sopravvivenza contro una natura indifferente. Film pieno di significati.
EliminaMa il finale si vede lui è lei sdraiati nella neve mano nella mano addormentati e dietro l'elicottero che è a atterrato.... Ma non ho capito se loro sono morti o che si salvano....🤷♂️🤷♂️🤷♂️
RispondiEliminaProbabilmente lasciano che sia lo spettatore a decidere
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