Enemy: ragni, simboli e introspezione




Sei aracnofobico? 


Nel 2013 il regista canadese Denis Villeneuve dirige un film introspettivo e controverso costruito con una potente simbologia che rimanda alla mitologia e alla psicoanalisi freudiana.

Titolo dell’opera: Enemy.

Il caos – si cita all'inizio del film – è ordine non ancora decifrato.

E allora ecco che entra in campo la simbologia per aiutarci a decifrare l’avventura di Adam, un semplice professore di storia, solitario e depresso, spaccato tra un’amante esigente e una moglie scontenta, che un giorno scopre l’esistenza di un suo doppelgänger.

Adam viene quindi trascinato in intrico di circostanze, coincidenze e fissazioni, ossessionato dal bisogno di spiegazioni si imbarca in una ricerca compulsiva che lo trascinerà in un mondo in cui il suo nemico assume simbolicamente la forma di un ragno.


Perché il ragno?


Presso alcune civiltà precolombiane il ragno era uno psicopompo ovvero un animale che accompagnava le anime nella loro traversata tra la vita terrena e quella ultraterrena dopo la morte; per i Nativi Americani il ragno era simbolo della Grande Madre dispensatrice di conoscenza. L’immagine stessa del ragno come tessitore fu ripresa e collegata con il concetto di destino dell’uomo dagli egizi e nella cultura greca mentre in pieno medioevo, secondo la concezione del Cristianesimo, il ragno simboleggiava il male tentatore che avvince l’uomo con i fili del peccato; nei bestiari la sua immagine coincideva con quella del Diavolo delle sacre scritture e, per estensione, della lussuria. In psicoanalisi, Freud considerava il ragno come la madre, l’essere da cui l’uomo si deve affrancare per riscattare la propria identità schiacciandolo.

Un animale tanto piccolo, insomma, quanto carico di significati, usato da Villeneuve per rappresentare simbolicamente l’agente del caos che minaccia la sanità mentale di Adam e contemporaneamente l’avversario che deve essere sconfitto per ricavare l’ordine dal caos.

Enemy è un film estremamente significativo e anche abbastanza cervellotico che vi porterà a fare numerose supposizioni su come andrà a finire e che mostra tutta la bravura di Villeneuve e del suo staff di sceneggiatori nell'adattare in forma di lungometraggio un romanzo complesso e articolato come L’uomo Duplicato di José Saramago.



E’ tutto gente, buona vita

Commenti

  1. Cavolo, molto kafkian-lynchana come storia.
    Sembra disturbante il giusto.
    Mi hai incuriosito!

    Moz-

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    1. Una sfida anche guardarlo. Oltre che una gioia per la mente.

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  2. Ne ho sentito parlare , sicuramente Villeneuve ne avrà fatto un buon lavoro dell’opera di Saramago , di cui ho letto solo Cecità per ora.
    I ragni non mi spaventano ..di solito neanche quelli a otto zampe lunghe che trovi in casa li uccido anche perché dicono che portino guadagno.

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    1. Allora io dovrei essere schifosamente ricco visto che in campagna dai miei ne faccio strage ogni estate.
      Su Saramago: Cecità l'ho letto molti anni fa e mi piacque tantissimo. Saramgo ha uno stile molto particolare e ostico per chi non ha la tempra da lettore. L'uomo Duplicato lo sto leggendo proprio in questi giorni.

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  3. Si si Cecità è piaciuto un sacco pure a me.
    Ne hanno fatto un film nel 2008 Blindness ma dicono che non sia assolutamente all’altezza del libro .
    Enemy invece mi prende molto...ho visto prima il trailer , deve essere molto bello.
    Lo devo recuperare.
    Hai frainteso ...sui ragni.
    Ma ho scritto veramente male io , scusami.
    Intendevo che non li uccido perché c’è il detto dalle mie parti che “ragno porta guadagno” ...in vita naturalmente.
    Se li hai uccisi allora adesso sai il motivo perché non sei ricco ahahaha!!!
    Ciao

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    1. Adesso torna tutto ahahahah.

      Confermo che il film Cecità non è assolutamente all'altezza del romanzo. Secondo me l'unico modo per trasporre bene i romanzi e prenderne la traccia fondamentale, l'anima e farla diventare una sceneggiatura facendosi aiutare dalla regia e dalla fotografia in modo non invadente.

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