Il principio è la fine, la fine è il principio
Se non avete letto il post sulla prima stagione di DARK questo è il momento di farlo e QUESTO il posto dove farlo.
ATTENZIONE: in questo post ho cercato di non fare spoiler ma
per descrivere meglio alcune caratteristiche ho dovuto anticipare delle cose
che se non avete visto la seconda stagione della serie potrebbero risultarvi
nuove. Niente di decisivo, fondamentale o che in qualche modo non si sia già
capito dalla prima stagione, comunque.
La seconda stagione di DARK eredita dalla prima due aspetti
fondamentali:
La predestinazione – In un loop temporale, secondo il
principio di autoconsistenza di cui abbiamo parlato nel post precedente, non
c’è possibilità di modificare gli eventi ma solo di fare in modo che accadano.
In questa ottica qualsiasi personaggio sarà solo una pedina dello schema e le
sue azioni controllate dal sistema stesso.
L’intreccio – Le 4 famiglie protagoniste, Kahnwald, Tiedemann,
Nielsen e Doppler hanno storie che si annodano tra loro in maniera tanto più
fitta quanto più conosciamo riguardo al loro passato, presente e futuro. E' questa rappresenta la chiave di lettura degli eventi.
Questi due aspetti convergono alla domanda fondamentale che
da inizio agli eventi della seconda stagione:
In uno schema di cui si conosce il principio e la fine, e si
sa che tutte le azioni dei protagonisti porteranno inevitabilmente a quella
fine in una dinamica che si ripete ancora e ancora, come si interviene per
fermare il tutto?
Risposta: si va a caccia dell’evento da cui tutto ha avuto
inizio.
E qui si passa alla trama centrale della stagione che si
basa sul mito del viaggio dell’eroe, cioè Jonas Kahnwald,
l’unico a poter porre rimedio alla situazione e contemporaneamente anche la
causa di tutta la situazione perché pasticciare avanti e indietro nel tempo
comporta delle conseguenze.
Assistiamo all'entrata in scena di Adam, un controverso personaggio che fa da mentore a uno spaesato Jonas, guidandolo verso il suo destino. Questo personaggio è stato pensato bene e inserito nella trama al punto giusto.
In questa seconda stagione di DARK si fanno balzi avanti e
indietro nel tempo che servono a farci comprendere come sono andate le cose e
come il comportamento dei vari personaggi abbia solo l’apparenza di essere
scelto liberamente ma ogni azione è prevista dal sistema che ad essa si adatta
per generare sempre le stesse conseguenze. Difficile, vero?
Esatto. Questa è una delle cose che più mi ha distratto della
seconda stagione. Questi 8 episodi sono stati dinamici, visivamente d’impatto e
avvincenti per quanto riguarda la trama principale della storia, ma la tendenza
a complicare le cose per forza mi è risultata fastidiosa e col senno di poi è
chiaro che sia stata una scelta utile a produrre minutaggio aggiuntivo nei vari
episodi.
Altra cosa che mi ha lasciato perplesso è la scelta di come
rappresentare il futuro apocalittico. Una realtà già viste mille volte, realizzata anche con pochi attori e
pochissime comparse come se non ci fosse proprio interesse a gestire bene
quella parte. Questa cosa stride tanto con il resto che invece viene curato
molto meglio. Questo contrasto non mi è piaciuto.
Per fortuna, sbavature e forzature a parte, la dinamica del
loop temporale è una figata pazzesca che ti costringe a riflettere su quello
che hai visto nelle puntate precedenti e su come lo hai interpretato, come hai
giudicato il comportamento di alcuni personaggi e come hai percepito le loro
motivazioni. Questo è l’aspetto vincente della seconda stagione di DARK.
E adesso via con la terza.
Per ora, però, è tutto gente, buona vita
Non so se tu abbia già visto la Terza Stagione, ma alla fine credo che la perplessità sul futuro apocalittico d cui parli, in fin dei conti venga risolta abbastanza bene, anche se effettivamente poteva essere curata meglio.
RispondiEliminaCome ti ho già accennato, a me la Seconda Stagione è piaciuta parecchio. Complessa, certo, ma a parte piccole sbavature l'ho trovata di una coerenza incredibile proprio per la complessità della storia. Soprattutto dopo aver visto Serie e Serie che si sono perse clamorosamente avendo storie di gran lunga più semplici e lineari...
Già vista la terza e a inizio settimana arriva il post. Al netto delle cose che ho trovato un po' leggere nella concezione e nella realizzazione, DARK rimane comunque una serie migliore di tante altre a tema sci-fi che si sono accartocciate su plot sempre più scontati, una di queste è stata L'esercito delle 12 scimmie che è partita bene e poi è collassata miseramente oppure The 100's che mi avevo preso molto bene all'inizio mai poi è scesa di parecchio.
EliminaLe mie analisi servono a smarcarmi dal dualismo CAPOLAVORO o, all'opposto SCHIFEZZA. DARK, secondo me, sta proprio in mezzo un tantino spostata verso il primo estremo.