A questo punto le tue aspettative sono già ai minimi storici
e nemmeno il fatto che hai scelto il film perché è una dark comedy basata su
fatti realmente accaduti può migliorare la situazione.
Il fatto è questo. Tra la fine del 1994 e l’inizio del 1995
in Florida si verificarono rapimenti, estorsioni e due omicidi commessi da un
gruppo di individui che di giorno facevano i bodybuilder e di notte diventavano
feroci criminali. La Sun Gym Gang – questo il nome appioppato al gruppo dai
giornalisti investigativi che ne raccontarono la storia – era formata da alcuni
bodybuilder che lavoravano per una palestra di Miami capitanati da Daniel Lugo
e Adrien Doorbal e formata da altri mezzi criminali tra il cui il proprietario
della palestra stessa. Nonostante la preparazione atletica, però, questi
criminali improvvisati finirono per fare un sacco di casini e commettere due
omicidi più per idiozia che per reale volontà, cosa, questa, che non riuscì ad
evitare la condanna a morte per Lugo e Doorbal.
Nel 2013 il regista Michael Bay decide di raccontare a modo
suo questa vicenda rocambolesca costruendo una dark comedy con tanti elementi
di azione che rimane tale solo nelle intenzioni – credo – perchè il film Pain
& Gain è un lunghissimo campionario di violenza verbale e fisica,
rappresentazione di ignoranza dell’americano medio, nazionalismo e stupidaggini
come se piovessero. La linea comica che avrebbe dovuto caratterizzare l’aspetto
comedy non è pervenuta e anche quando ci si sforza alla fine ti tocca
rimpiangere Nando Martellone e il suo bbbuciodeculo. Il lato dark invece ce lo
scordiamo proprio.
Daniel Lugo (Mark Wahlberg) è istruttore di fitness e bodybuilder in una palestra di Miami ma è ossessionato dal denaro e dal desiderio di averne tanto da poter vivere una vita da sogno. Adrien Doorbal (Anthony Mackie) sta messo ancora peggio: al verde, imbottito di steroidi e sessualmente impotente. A loro si aggiunge il personaggio fittizio che gli sceneggiatori hanno dovuto inserire per creare la linea comica: Paul Doyle (Dwayne Johnson). Costui è un bodybuilder ed ex detenuto che durante il soggiorno in carcere ha sentito la chiamata di Gesù Cristo quindi mostra una certa ritrosia a commettere reati insieme agli altri due. Questo è il massimo della linea comica che il film riesce a esprimere. Ovviamente nessuno dei tre è un criminale navigato quindi il grande colpo che avrebbe dovuto cambiare la loro vita si trasforma in una serie di piccole disavventure che li portano ad alzare l’asticella del crimine sempre più in là fino all'inevitabile.
Pain & Gain è un film imbarazzante perché è talmente
palese il tentativo di fare qualcosa che vuole essere leggero che il risultato
è veramente una paraculata senza appello. Come quei lavoretti che a Giovanni
Mucciaccia riuscivano benissimo e quando li facevi tu venivano una merda: ecco
la stessa cosa.
Per fortuna a metà film entra in scena un attore vero, Ed
Harris, nei panni dell’investigatore privato e voce narrante che ci
accompagnerà fino alla fine del film facendoci capire qualcosa tra scene
inutili, violenze gratuite e azione
fuori luogo.
L’unico motivo di interesse di Pain & Gain è
rappresentato dal fatto che in sede di sceneggiatura hanno dovuto semplificare
diversi passaggi della vicenda perché nella realtà erano molto più assurdi di
quanto non appaiano sullo schermo. Pensare che una cosa del genere possa essere
accaduta veramente ti fa riflettere su cosa fa la società a quegli individui
che rimangono ai margini del sistema e che pensano che tutto sia lecito per
raggiungere i propri obiettivi.
Per ora è tutto gente, buona vita
Commenti
Posta un commento