SuperQuark e la divulgazione elegante


In principio era il verbo e il verbo era Piero Angela

 

Quando mi presento ai nuovi clienti dicendo che sono cresciuto a pane e SuperQuark (questa l’ho scritta pure nella mia bio sul sito professionale) alcuni clienti annuiscono e sorridono complici, altri invece sorridono di circostanza, forse convinti che sia una delle frasi ad effetto per vendere meglio la mia professionalità e il mio prodotto. Ci può stare, fa parte del gioco.

SuperQuark di e con Piero Angela è stata una delle trasmissioni che aspettavo con più impazienza e che guardavo con più passione rispetto ad altre che comunque fanno parte dei miei ricordi. Ogni puntata si apriva con il documentario naturalistico, proseguiva con tanti servizi di approfondimento su svariati temi e finiva con la presentazione di alcuni libri per continuare la ricerca personale. Allora non o sapevo che questo sarebbe diventato il mio modo di lavorare:

Apprendere = conoscere, studiare e pensare con la propria testa

Una delle caratteristiche che più mi convinceva di SuperQuark era l’attenzione al linguaggio con cui venivano proposti i servizi e gli ospiti – sempre estremamente competenti – che Piero Angela invitava in studio.

Mi bevevo letteralmente ogni puntata.


Ho sempre considerato Piero Angela come un personaggio simbolo della competenza sia per la conoscenza eccezionale che dimostra quando parla (e quando scrive) e anche per il modo decisamente elegante che usa nel divulgare i concetti. 

Non conta solo il messaggio ma anche come lo si trasporta

Recentemente ho messo le mani su un must delle opere di Angela, questo:


e capitolo dopo capitolo mi ritrovo a sentirmi come quando avevo dodici anni e mi mettevo di fronte allo schermo con la concentrazione al massimo.

La competenza di Angela è ovviamente indiscussa, però quello che mi sta colpendo di questo saggio esplorativo, scritto quando io non ero ancora nato tra l’altro, è il modo con cui l’autore si approccia agli argomenti. Il saggio parla di paranormale, il tono è quello dell’indagine scientifica e il metodo si basa sulle domande, quelle giuste, che creano un ragionamento logico.

Tavoli che fluttuano, gente che legge nel pensiero, fantasmi che appaiono in vecchi castelli, spiriti evocati da un misterioso fluido. La materia d’indagine può essere anche risibile ma l’approccio è serio, sistematico e competente.

L’eleganza con cui Piero Angela affronta la discussione è però quel di più che fa la differenza e che si può riassumere in un consiglio:

Se credi a qualcosa allora non ti serve nessuna dimostrazione scientifica

Il più grande errore che si può commettere quando ci si approccia a questo tipo di argomenti, infatti, è cominciare l’indagine credendo che il fenomeno esista. Sembrerà strano ma tra gli aneddoti riportati nel libro c’è n’è uno che riguarda Arthur Conan Doyle che, nonostante abbia inventato l’investigatore più scettico della storia, è rimasto suo malgrado vittima di uno dei primi esempi storici di fotografie contraffatte. Come lui anche il Premio Nobel William Crookes (il fisico che ha contribuito all'invenzione del tubo catodico) veniva sistematicamente ingannato da una medium.

Se crediamo a qualcosa, quindi, non abbiamo alcun bisogno di cercare prove scientifiche. Quando lo facciamo è perché vogliamo dimostrare che qualcosa esista “per la scienza”.

Credere e dimostrare sono due cose diverse, ne abbiamo parlato QUI.

Credete al paranormale? Se anche a voi capitasse in mano una foto del genere, che pensereste?


 

E’ tutto gente, buona vita.

 

P.S. SuperQuark tornerà in onda dal 15 Luglio alle 21:20 su RaiPlay.

 

Ora è veramente tutto, buona vita.


Commenti

  1. Anche io sono un amante di SuperQuark da quando ero bambino, e non vedo l'ora dell'inizio della nuova stagione :D
    Sull'argomento paranormale c'è poco da aggiungere: un po' come provare a convincere un fervente credente che vede un angelo nel cielo che ciò che ha visto in realtà si tratta di una nuvola o un riflesso. Lui crede, fortemente, e non ci sarà nulla che si potrà fare per convincerlo che quello che ha visto non è un angelo.
    Per quanto mi riguarda... no, non credo nel paranormale. E in tutti questi anni non ho fatto nulla per non attirarmi antipatie da chi invece ci crede ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il punto è proprio che se una persona crede in qualcosa che ha accettato senza dimostrazione scientifica allora non ha proprio senso discuterci.

      Elimina
    2. Esattamente. Ci ho messo anni per arrivare ad accettare questa cosa, e devo ammettere che da quando mi comporto così vivo molto meglio!

      Elimina

Posta un commento