Questa è una storia di sangue e di violenza ma anche di
poesia e musica. Prima Carlo Lucarelli nel suo romanzo del 1997 e poi Alex
Infascelli nell'adattamento cinematografico si sono mostrati ottimi chef nel
mescolare bene questi ingredienti per creare qualcosa di terribilmente
affascinante e orrendamente bello: Almost Blue.
Quasi triste, come il grande pezzo jazz scritto da Elvis Costello e reso celebre dall'interpretazione di Chet Baker, brano che non da solo il titolo al romanzo di Lucarelli e al film di Infascelli ma che ne diventa una sorte di voce narrante fuori campo.
Siamo a Bologna. Simone è un ragazzo cieco che passa le
giornate con uno scanner radiofonico con il quale intercetta le comunicazioni altrui
classificando le voci in base a una scala di colori che lui associa con le
sensazioni che i particolari timbri di voce gli scatenano. Grazia Negro è una
giovane poliziotta di un nuovo reparto della polizia scientifica che
vuole far riaprire le indagini su una particolare serie di delitti dietro alla
quale sembra esserci un serial killer.
L’iguana, questo il nome assegnato al killer, ha un modus operandi terribile e sanguinario, ha un che di animalesco, di viscido come se fosse un rettile e la sua voce – ci dice Simone – rispecchia tutta la sua malvagità. La sua voce è verde. Aiutata dall'orecchio sopraffino di Simone e dal suo istinto, Grazia dovrà fermare L’iguana.
L’iguana, questo il nome assegnato al killer, ha un modus operandi terribile e sanguinario, ha un che di animalesco, di viscido come se fosse un rettile e la sua voce – ci dice Simone – rispecchia tutta la sua malvagità. La sua voce è verde. Aiutata dall'orecchio sopraffino di Simone e dal suo istinto, Grazia dovrà fermare L’iguana.
Almost Blue racconta una Bologna a due facce, un po’ come la
Los Angeles tratteggiata da James Ellroy. Da un lato una cittadina piena di
vita, di studenti di ogni parte d'Italia con le loro speranze e le loro esperienze,
dall'altro un insieme di vicoli e stradine che svelano un mondo sotterraneo
fatto di droga, violenza e sangue in cui i reietti della società trovano asilo.
Questo dualismo è rappresentato simbolicamente da un vicoletto in centro a Bologna, una stradina laterale, in cui a un certo punto, guardando bene un anonimo portoncino di legno, si nota una specie di sportellino. Aprendolo si può guardare un canale pieno d’acqua in mezzo alle case con diverse porticine che si aprono sullo stesso. Uno scenario inaspettato.
Questo dualismo è rappresentato simbolicamente da un vicoletto in centro a Bologna, una stradina laterale, in cui a un certo punto, guardando bene un anonimo portoncino di legno, si nota una specie di sportellino. Aprendolo si può guardare un canale pieno d’acqua in mezzo alle case con diverse porticine che si aprono sullo stesso. Uno scenario inaspettato.
Pur essendo un thriller cupo e crudo che racconta una storia
violenta, Almost Blue contiene anche tanta poesia e tanta musica.
Simone ha questo modo tutto suo di spiegare come “vede” le
persone attraverso il timbro della loro voce, associando i colori alle emozioni
che prova. Anche se i colori non li ha mai visti, li immagina dal nome che
hanno e dalla presenza in esso di consonanti e suoni, che scivolano sulla
lingua o che vengono sputati fuori con forza. Ecco perché a lui piacciono le
voci blu, perché è un colore il cui nome scivola liquido fuori dalla bocca, è
infastidito dalle voci viola perché la pronuncia di questo nome comporta un
movimento ampio della bocca e quindi risulta sguaiato, ed è terrorizzato dalle
persone con la voce verde per il fatto che questo nome inciampa sulla lingua e
deve essere sputato fuori esattamente come fanno i rettili con la lingua.
E poi c’è la musica che simboleggia lo stato emotivo dei
personaggi. Simone e Grazia hanno Almost Blue come colonna sonora per i loro
modi pacati e i loro atteggiamenti misurati, specialmente il primo dovendo fare
a meno della vista. L’iguana invece se ne va in giro con un paio di cuffie in
cui spara a tutto volume i brani dei Nine Inch Nails: il suo è un animo
tormentato e inquieto, perfettamente rappresentato dal sound industrial metal
della band americana.
Sono sincero. A me è piaciuto molto più il romanzo rispetto
al film. Sembra una banalità, lo so, però pur ritenendo il film piacevole e ben
fatto devo sottolineare che il romanzo ha la caratteristica di prendersi i
tempi giusti per spiegare meglio i personaggi e i rapporti che li legano,
approfondisce la psiche dell’assassino e caratterizza meglio Simone e Grazia.
Almost Blue rimane comunque un film di genere noir\thriller con un’ottima dinamica e un buon cast in cui spiccano Claudio Santamaria, Marco Giallini e Rolando Ravello.
E per ora è tutto gente, buona vita.
Mi sono fermato alle prime righe della recensione, perché questo film lo devo assolutamente vedere entro la fine dell'estate. Un film dark ambientato a Bologna...mi sono promesso di recuperarlo!
RispondiEliminaGiustissimo, comunque non spoilero niente.
EliminaE' veramente un gran bel film di genere che risente molto degli anni in cui è stato fatto, ma che impatto visivo e che sonoro!
Il film mi è piaciuto, ma non ho letto il libro. Me l'ero ripromesso all'epoca, subito dopo averlo visto, ma poi alla fine non l'ho mai nemmeno comprato. E da quello che scrivi mi pare proprio che il libro meriti eccome...
RispondiEliminaMerita tantissimo. Anche e soprattuto perchè è breve e diretto.
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