The Boys: supereroi o pupazzi?

 


Quando le calzamaglie puzzano


 In un universo di film e serie TV politicamente corretti fino al disgusto più totale, The Boys è una ventata di freschezza che Avengers e Justice League scansatevi proprio: basta sviolinate buoniste che dividono le squadre di supereroi in schieramenti in lotta tra loro per il solo godimento dei fan più fondamentalisti.

The Boys è forte come un diretto al plesso solare.



Nel mondo di The Boys i supereroi sono dipendenti della Vought American, un conglomerato industriale che amministra le loro azioni e le loro carriere, produce merchandising e aspira a controllare una grossa fetta del potere politico americano. I più importanti eroi formano un gruppo scelto, I Sette, famosissimi e potentissimi, ovvero Patriota, Queen Maeve, A-Train, Abisso, Black Noir, Traslucent e la nuova arrivata Starlight. Sono impegnati a mantenere gli Stati Uniti un posto sicuro e ad abbassare il tasso di criminalità ma contemporaneamente curano la propria immagine sociale perché il business che gira loro intorno ammonta a svariati miliardi di dollari all'anno: pensate che per assicurarsi le prestazioni di uno di loro, un sindaco di una città americana deve spendere non meno di 300 milioni di dollari ogni anno.
Un successo economico, di immagine e sociale inarrestabile se non fosse per due problemi mica da poco.

Il primo è rappresentato dal fatto che gran parte dei supereroi, compresi quasi tutti i Sette, sono degli stronzi con il pedigree, pieni di vizi, difetti e ipocriti fino al midollo. Il secondo problema è che ad un certo punto qualcuno comincia a non credere alla favoletta dei buoni difensori della società e dei valori americani, specialmente il giovane Hughie che perde la fidanzata a causa della “disattenzione” di uno dei Sette; e poi c’è anche quel personaggione di Billy Butcher (Karl Urban) che invece ai super vuole proprio fargli il culetto a strisce a prescindere.



The Boys riesce a farti odiare i supereroi perché te li mostra deboli moralmente, dediti a tutta una serie di vizi e assetati di potere, insomma niente amichevoli Spiderman di quartiere, nè geni miliardari playboy filantropi con armature hi-tech o gagliarde divinità scese da Asgard. Qui gli eroi fanno schifo forse anche più dei criminali che combattono, qui gli eroi scendono a compromessi che farebbero vergognare qualche villain. Ce ne sono un paio – non vi dico chi per non rovinarvi la sorpresa -  al cui confronto Joker, Norman Osbourne o Lex Luthor sembrano quasi simpatici.

La forza di The Boys è proprio quella di aver ribaltato il paradigma del supereroe trasformandolo in un personaggio negativo che non solo accetta come danni collaterali necessari i crimini di cui si macchia ma comincia anche a mostrare quella superiorità rispetto alle persone comuni indulgendo in discorsi che parlano di Noi (con i poteri) e di Loro (poveri sfigati senza poteri). E poi c’è la Vought gestita dai soci del misterioso ottantaduesimo piano che si servono degli eroi come se fossero un servizio da vendere: decidono il tipo e il colore dei costumi, gli atteggiamenti da tenere e le occasioni pubbliche in cui sfruttare la popolarità acquisita.


In The Boys c’è anche parecchio coraggio a usare un linguaggio parlato e visivo molto duro, violento e a tratti anche disturbante che credo sia stato scelto per far da supporto al clima della storia mentre cresce la simpatia per questo personaggio o l’antipatia per quell'altro. Per quanto mi riguarda io ho trovato insopportabili quasi tutti i supereroi, troppo pieni di sé e convinti di essere padroni di tutto, e anche viscidi in modo inammissibile, bugiardi e opportunisti.

Credo – ed è un mio parere personale – che la chiave di lettura principale di The Boys sia la sprezzante critica all'industria dell’intrattenimento basata sui supereroi. Negli ultimi dieci anni i nostri schermi sono stati invasi da serie TV, film, serie di film dove tizi con poteri sovrannaturali compiono gesta eroiche ma soprattutto fanno guadagnare cifre a sei zeri ai produttori. Ecco, The Boys esaspera il tema del supereroe mercificato immaginando una realtà in cui la mercificazione avviene a monte, infatti prima di essere star del cinema e modelli per il merchandising più sfrenato, i Sette sono dei pupazzoni vestiti da scemi al soldo di una grossa azienda. A sostegno di questa mia idea c’è innanzitutto il modo con cui sono stati presentati questi eroi: Il Patriota è praticamente Captain America con i poteri di Superman (anche l’attore che hanno scelto somiglia molto a Chris Evans), Queen Maeve ricorda moltissimo Wonder Woman, Abisso è Aquaman, Starlight è una specie di Captain Marvel depotenziata. Insomma, non è che sia cambiato quello che vediamo, il fatto è che gli showrunner della serie, sono riusciti a prendere l’anima del fumetto di Garth Ennis scritto nel 2006 e ad adattarne i contenuti in in prodotto originale che ci fa vedere i supereroi da una nuova prospettiva.

Questo fa di The Boys sicuramente una migliori serie sui supereroi ma anche un prodotto che supera in profondità di narrazione gran parte del materiale che abbiamo visto fino ad oggi su questo tema.

E per ora è tutto gente, buona vita.

Commenti

  1. Ho letto un po' di fumetto e visto un po' di serie televisiva.
    Il primo è indubbiamente un'opera fortemente innovativa proprio perché si inserisce nel panorama fumettistico americano; opera di rottura, che preme l'acceleratore su sesso e splatter, un'exploitation a fumetti ben fatta.
    La serie televisiva? Non ha la stessa forza espressiva.
    Purtroppo scendere a compromessi con i cliché e con i meccanismi narrativi delle serie televisive americane di successo ne ha sottratto, secondo me, la forza espressiva.
    Poi a parte Karl Urban e una Shue volutamente caricaturale e quindi secondo me odiosa, non ho visto un gran cast di attori.
    Ok, potete insultarmi :D

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    1. Faccio fatica anche a spiegarmi, ma tipo: l'attore che fa il patriota è vero che assomiglia a Chris Evans, ma ha la faccia, più che belloccio, del biondo stupido.
      Dovevano invece scegliere un bellissimo ragazzo con faccia da principe azzurro. Allora sì che avrebbe avuto una forza espressiva dirompente.

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    2. Insultare non è il miglior modo per difendere la propria idea e nemmeno il mio modo di comunicare. Ovviamente ad ognuno di noi le cose arrivano in modo diverso a seconda delle proprie esperienze e delle proprie aspettative. Io ho sempre il dente avvelenato con i tizi in calzamaglia sugli schermi e questa serie mi ha sorpreso in positivo soprattutto per la metafora della mercificazione del supereroe.
      Per me il biondo stupido ma stronzo fino al midollo quell'attore riesce a farlo benissimo.
      In fin dei conti, però, i gusti sono gusti e tutti i pareri costruttivi sono accettabili.

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    3. Oh... per una volta non sono d'accordo con Riky! :D
      Soprattutto per quanto riguarda Patriota. Per me è azzeccato nel ruolo: è il classico eroe di plastica americano che piace agli americani (guarda un po' chi hanno scelto come Presidente). E mi piace da morire anche quando con un semplice cambio di sguardo riesce a mettere in mostra la sua vera natura: a tratti terrificante.
      Ma i gusti sono gusti! ;)

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  2. Per me è una serie tv eccellente..i supereroi sono veramente (quasi tutti) degli stronzi.. il tizio che interpreta Patriota poi è bravissimo, con quei sorrisi forzati che fa. La seconda stagione sembrava partita in sordina ma poi tipo la puntata scorsa ne sono successe veramente di tutti i colori, il finale di stagione si annuncia scoppiettante!

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    1. Sono d'accordo con te. Sto aspettando che finisca tutta la seconda stagione e poi la guarderò.

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  3. Con tutto che rispetto al fumetto è una versione edulcorata e ripulita, la prima stagione mi ha divertito, ora li aspetto al varco con la seconda. Cheers!

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    1. Anche io e mi sta venendo voglia di recuperare il fumetto

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  4. A me la Prima Stagione è piaciuta da morire. Peccato che per mettermi sotto con la Seconda non abbia trovato ancora il tempo. Ma da quanto ho sentito e letto, non mi pare sia, per il momento, all'altezza della Prima. Vedremo...

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    1. Non sto leggendo o vedendo niente sulla seconda per non lasciarmi influenzare. Quando saranno pubblicate tutte le puntate mi ci butteró sopra e allora vedremo se le promesse saranno state mantenute

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