Strike first, strike hard, no mercy
La prima stagione di Cobra Kai mi aveva stupito per la
schiettezza con cui raccontava il tentativo di riscatto di un ex-antagonista,
un personaggio che dovrebbe starci antipatico ma che invece vediamo
realisticamente come una persona che ha commesso degli errori ed è rimasto
invischiato nelle conseguenze che ne sono derivate.
QUI il post sulla prima stagione di Cobra Kai.
Dopo la seconda stagione, la serie è ancora convincente?
Secondo me si, ma in un modo diverso.
Se nella prima stagione ho visto un Johnny arrabbiato per la
vita grama che gli è derivata dopo il crollo dei suoi ideali e il “tradimento”
del maestro Kreese, condizione per la quale incolpava Daniel, in questa seconda
stagione ho visto Johnny desideroso di andare avanti e migliorarsi affrontando
quelle conseguenze che derivavano dalle sue azioni: parlo del rapporto con il
figlio e, in certa misura, anche di quello con Daniel.
In questa stagione si capisce come dal passato sia
difficilissimo scappare e per quanto ci si possa impegnare esso verrà sempre a
pretendere la sua libbra di carne, anche sotto forma di un vecchio maestro che
torna contrito e desideroso di redimersi. Tuttavia, in alcune situazioni, prima
di vedere l’alba deve arrivare la mezzanotte e questa è la chiave di lettura
della stagione che forse poteva essere gestita in modo più originale.
Personalmente la seconda stagione mi è piaciuta perché mi
piace il brand e ho apprezzato le evoluzioni di alcuni personaggi e le
non-evoluzioni di altri, però non posso non sottolineare la ripetitività con
cui la dinamica del rapporto Daniel – Johnny finisce per migliorare un poco per
poi peggiorare di brutto poco dopo a causa di fraintendimenti o dei caratteri
difficili dei due personaggi. Ecco, se nella prima stagione Daniel, tutto
sommato, riusciva ancora a ricordare il timido ragazzino di Karate Kid, in
questa seconda stagione, al contrario, sembra un vero e proprio stronzo.
Detto questo, non vedo l’ora di vedere la terza stagione.
E per ora è tutto gente, buona vita.
ahah, il buono è diventato stronzo, ci sta :)
RispondiEliminaBello lo spunto di riflessione sulla mezzanotte che è passaggio fondamentale prima dell'alba.
Infatti il dolore e la tristezza ci fanno poi apprezzare meglio i momenti di felicità.
Il buono qui è convinto di essere nel giusto e di non sbagliare mai anche quando si sta comportando da emerito stronzo
EliminaVero, ho notato anche io che hanno ripetuto lo schema dell "proviamo a distendere la tensione" seguito dalla catastrofe nel rapporto.
RispondiEliminaProbabilmente sarà proprio così, una sorta di chiave che si ripete.
Moz-
Molto probabile. A gennaio vedremo nella terza stagione
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