Nascondete gli alcolici
Non sono mai stato un grande appassionato delle serie
animate, neanche delle più famose: non mi piacciono granché i Simpson, American
Dad o I Griffin e se anche riesco a guardare qualche puntata di fila di questi show,
non è mai scattato l’amore come invece è stato per altri tipi di prodotti
seriali d’animazione come Dragonball, One Piece o Naruto. Riguardo a Bojack
Horseman, un fenomeno virale che mi ha sfiorato una prima volta per poi
convincermi al secondo tentativo, confesso che avevo provato a iniziarlo un
annetto fa per poi arenarmi a metà della prima stagione. Poi, su consiglio di
un’amica dall’occhio lungo per queste cose, ho ripreso a vederlo e durante l’estate
appena trascorsa me lo sono sciroppato tutto. (Ne avevo già parlato QUI)
Quella di Bojack Horseman è la storia della riscoperta di sé
stessi senza il fardello del giudizio a tutti i costi o, meglio, con un
giudizio che riesce a trovare all’esterno le cause per i problemi che invece
sono all’interno. E’ un’ordalia strabiliante, tragicomica e straziante di una
persona che a un certo punto smette di piacersi e di raccontarsi quanto è figo
per sprofondare in un’abisso di sensi di colpa, cadute e temporanee risalite
in attesa di riprendere tutto dall’inizio ancora una volta. E una volta ancora.
Bojack Horseman è un attore di mezza età che è diventato
famosissimo grazie a una serie TV, Horsin’ Around, di cui era l’attore
principale. Il successo gli ha permesso di ritagliarsi un pezzo nel cielo di
Hollywood e gli ha fatto dimenticare per qualche decennio le miserie della sua
vita che, in un periodo di stasi professionale e di confusione emotiva, tornano
a battere cassa e con gli interessi. La vita di Bojack è un inferno luccicante
fatto di feste a base alcolica, bizze da grande star e amori fuggevoli; nella
sua fissazione per una grandezza che risulta sempre più effimera, Bojack
finisce per trattare con sufficienza le persone che gli girano intorno a
partire dal coinquilino abusivo Todd, dalla fidanzata storica Princess Carolyn fino ad arrivare all’amico invadente Mr. Peanutbutter. Tutto questo finché la
ghost writer Diane non irrompe nella sua vita per aiutarlo a scrivere la sua
biografia: fatto, questo, che lo metterà di nuovo di fronte alle macerie di cui
è fatta la sua vita.
Creata da un soggetto di Raphael Bob-Waksberg per Netflix,
la serie è ambientata in una Hollywood estremizzata in cui vivono i personaggi,
tutti animali antropomorfi ma che mantengono alcuni dei loro comportamenti
naturali, e aggira il cliché della solita storia in cui si rispecchia il mondo
dello spettacolo introducendo una comicità tagliente che porta a riflessioni
profonde. La Hollywood creata per questo show è una città cinica, assolutamente
anti-meritocratica e dominata dall’opportunismo sfrenato contro cui sbattono a
turno Bojack & Co. convincendosi sempre di più di quanto il successo sia
generato più dal caso o da fattori imprevedibili piuttosto che dal duro lavoro
e dal talento.
Bojack è il personaggio nichilista e negativo per eccellenza
che sprofonda nei problemi accusando gli altri di non saperlo aiutare anche
quando stanno dando l’anima per lui. Princess Carolyn è una manager che scopre
in tempo di aver sacrificato la sua vita sull’altare di un successo che non ha
sapore e che la spinge a diventare il personaggio che evolve meglio e di più
all’interno della serie. Todd è lo scemotto che non sai mai se ci è o ci fa e
nelle rare volte in cui sembra lucido e padrone di se stesso è il mondo intorno
a lui ad essere totalmente impazzito. Mr. Peanutbutter è l’ottimista di turno,
ingenuo, buono e gentile e per questo difficile da afferrare. E infine c’è
Diane, la giornalista che viene catapultata in quel mondo e che lotterà con
tutte le sue forze per non conformarsi ad esso.
Perché guardare Bojack Horseman? Perché è una serie
drammatica mascherata da serie comica e mostra quanto inseguire il mito del
successo a tutti i costi sia l’equivalente di andare in giro con una ruspa da
demolizioni incolpando gli altri per le macerie che ti lasci dietro.
E per ora è tutto, gente. Buona vita.
Il problema (e la bellezza) di questa serie che mette a nudo un po' tutti.
RispondiEliminaNon siamo attori di hollywood, ma spesso ci ritroviamo negli atteggiamenti di Bojack, pur senza bere e drogarsi: il sentirsi spesso "uno stupido pezzo di merda", ad esempio.
Illuminante la concezione di amore: non è un completarsi, ma è semplicemente "un sopportarsi". Ma detta così sembra negativa come cosa, invece è la realtà: nel senso che anche io condivido che l'amore non sia l'unione di due metà, ma semplicemente il sentimento che lega due persone. Sentimento che si sviluppa per una serie di condizioni...
Ed è bellissima la frase "rendersi conto che ti amano tutti, ma non piaci a nessuno"..
Detta da un attore ha un senso, detto da una persona normale..ha un altro senso. Terribile e veritiero.
Hai proprio centrato il senso di quello che questa serie mi ha trasmesso.
Elimina"Rendersi conto che ti amano tutti ma non piaci a nessuno" è proprio la migliore sintesi del discorso. Certo, nella vita di una persona normale (non un attore intendo) questo concetto apre scenari interessanti.
A me mancano le ultime stagioni, comunque è una serie che mi piace molto..non solo semplice "cartone animato" ma vera e propria serie drammatica con inserti comici, oltre con trovate semplicemente geniali
RispondiEliminaÈ proprio quello che mi ha sorpreso
EliminaDevo convincermi a iniziarla.
RispondiEliminaE ti dirò: una serie così, con una trama così, è ottima anche per un live action (senza animali, ovviamente)...
Moz-
Potrebbe funzionare
EliminaSerie fantastica... una delle mie preferite in assoluto. Mi è dispiaciuto che sia finita, ma meglio così che allungarla all'infinito.
RispondiEliminaConcordo pienamente
EliminaUna delle serie, animate o non, più belle, ingtense e strazianti che abbia mai visto in vita mia. Dovrei dire grazie a chi me l'ha vivamente consigliata, se mi solo ricordassi chi è...
RispondiEliminaUn saluto
Intensa e straziante sono le definizioni corrette
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