... PIU’ CHE LE REGOLE E’ IMPORTANTE LA GENTILEZZA
di Carlo Rovelli
Carlo Rovelli è il professore che avrei voluto avere.
Con
tutto il rispetto per i professori che ho avuto durante i miei anni di studi, alcuni
dei quali mi hanno lasciato dei piacevoli ricordi, se potessi esprimere un
desiderio retronostalgico direi che avrei voluto studiare con Rovelli. Questo
perché lo scienziato italiano ha una capacità di trasmettere l’amore per la sua
materia (la fisica) in un modo che va oltre la bravura di un ottimo
divulgatore, in un modo che riesce a suscitare prima la curiosità di leggere
quello che lui ha da dire e poi la voglia di andare ad approfondire
l’argomento. Il tutto – mi permetto – con la fascinazione degli occhi di un
bambino che apre un regalo tanto atteso.
Nel saggio Ci sono luoghi al mondo dove più che le regole
conta la gentilezza, Rovelli ha raccolto 52 articoli e saggi brevi che ha
scritto nell’ultimo decennio e che sono apparsi su vari quotidiani o rivista di
approfondimento. Questa antologia di pensieri è organizzata in modo da poter
spaziare tra politica,
scienza, religione, scienze sociali e viaggi: c’è dentro di tutto ed è un
piacere leggerlo.
Un saggio come questo è perfetto per il cross-reading ovvero
quella attività (follia per alcuni) di leggere più libri contemporaneamente
intervallandone la lettura. I mini-saggi di Rovelli sono perfetti per staccare
un attimo da un romanzo e poi riprenderne il corso.
Non pensiate però che i saggi proposti dall’autore siano
difficili da leggere o da capire, tutt’altro. Non c’è bisogno di chissà quale
conoscenza degli argomenti per godersi la lettura. C’è bisogno solo di darsi
l’opportunità di avvicinarsi ad alcuni argomenti erroneamente considerati
difficili se non impossibili da capire. Un esempio perfetto sono i saggi (3)
dedicati ai buchi neri in cui si presenta l’affascinante mondo della
singolarità rappresentata da un buco nero, si spiega che – secondo Hawking –
emana un certo tipo di calore e che al suo interno il tempo accelera sempre di
più finché eventi che accadono in pochi centesimi di secondo sono percepiti
nell’universo circostante come se durassero centinaia di migliaia di anni.
Forte, no?
La parte che ritengono più bella e potente dal punto di vista
divulgativo, oltre a essere molto attuale vista la realtà in cui stiamo
vivendo, è quella che riguarda la visione della scienza, del suo lavoro e degli
obiettivi.
Le idee nuove – scrive Rovelli – non cascano dal cielo.
Nascono da una profonda immersione nella conoscenza presente[...] Il sapere
nuovo nasce dal sapere del presente perché in questo ci sono contraddizioni,
tensioni irrisolte, dettagli che non tornano[...] Le tensioni interne fra
componenti del nostro sapere generano la tensione apparentemente irrisolvibile
da cui scaturisce il nuovo.
L’intelligenza non è
intestardirsi sulle proprie opinioni - scrive ancora più avanti – è essere
pronti a cambiarle. Per capire il mondo bisogna avere il coraggio di provare
idee, non aver paura di sbagliare [...] Avere il coraggio di sbagliare, di
cambiare idea, non una volta ma ripetutamente, per poter arrivare a capire.
L’importante non è aver ragione. E’ arrivare a capire.
L'importante non è aver ragione. E' arrivare a capire.
La scienza – conclude alla fine – non è l’operazione di
adattare il reale alle proprie categorie: è lo sforzo continuo di scovare e poi
abituarsi a categorie nuove che si adattino al reale.
Come fai a non apprezzare un approccio del genere?
E allora ecco che il saggio propone un Newton insolitamente
appassionato di alchimia, un Leopardi che scrive la storia dell’astronomia,
Einstein che cambia idea svariate volte commettendo parecchi errori, Georges
Lemaitre, sacerdote cattolico belga, che riesce a coniugare il pensiero
religioso con quello scientifico rimbrottando Einstein e il Papa, il matematico
italiano Bruno De Finetti che dimostra il carattere convergente della
conoscenza.
E, ad aprire e a chiudere l’antologia, due racconti dei
viaggi di Rovelli e del suo incontro con due realtà paradossalmente opposte ma
che giustificano il titolo del saggio: da un lato le regole della comunità
islamica, dall’altro la gentilezza del popolo di raccoglitori/cacciatori degli
Hazda.
Se è vero che la
cultura è un insieme di strati sovrapposti allora qui abbiamo a disposizione di
che impastare alcuni di questi strati.
Concludo con un altro passaggio del libro.
Lo spazio dei nostri pensieri è lo spazio delle combinazioni possibili in cui
ciascuna sinapsi è attiva o no. E questo numero è 2 moltiplicato per se stesso
centinaia di migliaia di miliardi di volte[...] Questo numero quantifica
l’immenso spazio del pensabile.
E per ora è tutto gente, buona vita.
Mi piace sottolineare due cose:
RispondiEliminala parola "gentilezza" che in questi anni sembra sparire dai nostri vocabolari;
il concetto di intelligenza che è anche cambiare idee. Concordo al 150%. Il bello è anche confrontarsi con le persone, capire il loro punto di vista, crescere, migliorarsi. Ecco spesso si dice "ho cambiato idea". E' sbagliato: dovremmo dire "ho perfezionato l'idea".
E' vero che "gentilezza" è ormai sparita dai discorsi. Pensa che è il secondo libro in poco tempo che riporta nel titolo questa parola. Un concetto importante quello della gentilezza in un mondo che ha trasformato la competizione in normalità distorcendo anche una teoria profonda come quella di Darwin, altro punto che viene chiarito a dovere in questo splendido saggio.
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