Nascita di una micronazione
Domenica è stata una giornata curiosa e interessante anche se viviamo in un momento storico che di novità belle, quelle che piace sentire e
vivere, ce ne sono ben poche. Col senno di poi posso dire che la parola chiave
della giornata sia stata autodeterminazione: questo perché ho visto un episodio
di The Crown – quello che racconta la presentazione di Carlo come principe del
Galles – in cui il tema centrale era la cultura locale di una zona della Gran
Bretagna, il Galles appunto, che non riconosceva l’autorità di una regnante
che non conosceva né il territorio né le necessità di chi ci viveva.
Ma è nel pomeriggio di domenica che avevo visto così forte
una declinazione del principio di autodeterminazione in una storia che è –
trattandosi di una storia italiana – pulp e surreale. Ed è anche una storia
vera.
Sto parlando del film L’incredibile storia dell’Isola delle
rose di Sidney Sibilia, anno 2020, con Elio Germano, Matilda De Angelis, Andrea
Pennacchi, Luca Zingaretti e Fabrizio Bentivoglio distribuito da Netflix.
E’ un film con Elio Germano e mentirei se non ammettessi che
questo è uno dei motivi per cui mi ha attirato, insieme al fatto che me ne
consigliava la visione mio fratello perché ha conosciuto qualcuno che ha
vissuto quell’avventura.
Il film racconta ( in forma romanzata) la storia dell’Isola
delle rose, una micronazione nata nella primavera del 1968 a poco più di 11
chilometri di fronte alle spiagge di Rimini, in pieno Mar Adriatico. Si tratta
di una storia molto delicata che ha messo in leggero imbarazzo il governo
italiano e ha “quasi” costretto l’ONU a
spostare il confine delle acque territoriali da 6 a 12 miglia nautiche dalla
costa.
Giorgio Rosa (Elio Germano) è un brillante ingegnere
bolognese che vive con partecipazione la primavera rivoluzionaria del 1968 con
le idee di contestazione contro i vecchi sistemi e la voglia di un mondo
diverso, lontano dagli orrori dei due conflitti mondiali e delle loro
conseguenze tragiche. Irrequieto e spinto dalla voglia di farsi considerare
dalla sua ex fidanzata Gabriella (Matilda De Angelis), Giorgio coinvolge l’amico
Maurizio (Leonardo Lidi) nel progetto folle di costruire un’isola fuori dalle
acque territoriali italiane dove costruire una società più equa con meno regole
restrittive e più libertà. In poco tempo la piattaforma in mezzo al mare
accoglie diverse persone e diventa un centro di riferimento per l’estate
romagnola e infine, su desiderio di Rosa e dei suoi compagni, diventa una
micronazione con la sua lingua (l’Esperanto) la sua moneta e il suo sistema di
governo. E questo, ovviamente, non può non attirare le attenzioni del
dimissionario governo italiano guidato da Giovanni Leone (Luca Zingaretti) che
incarica il determinatissimo ministro dell’interno Franco Restivo (Fabrizio
Bentivoglio) di risolvere la faccenda in un modo o nell’altro.
L’incredibile storia dell’Isola delle rose è una bella
commedia a tratti velata di drammaticità in cui spicca la bravura degli attori,
Germano e Bentivoglio sono sempre delle bestie rare davanti alla cinepresa, e
in cui l’adattamento semplificato rispetto ai fatti reali rende la storia più
simile a una bella favola piuttosto che a un’idea folle ma comunque coraggiosa.
E' un'avventura sessantottina con quelli che oggi sarebbero definiti perdenti come protagonisti e a me queste storie piacciono un sacco. Sono convinto che sia meglio essere definito un perdente perché si è seguito un ideale di libertà e fratellanza piuttosto che passare alla storia come un vincente ma ligio a un sistema malato e corrotto.
Il film ha anche una colonna sonora di tutto rispetto che,
riprendendo i classici dell’epoca, ti spara nelle orecchie un caleidoscopio di
note che spaziano da Edoardo Vianello a Jimi Hendrix e in cui spicca quel
capolavoro assoluto della music contro la guerra che è Eve Of Destruction di
Barry McGuire.
E per ora è tutto gente, buona vita.
Cazzo, Eve of destruction è la colonna sonora di una mia storia... già solo per questo, DEVO vedere questo film.
RispondiEliminaLa questione mi intriga, caspita... addirittura conoscete chi l'ha vissuta!
Proprio io che sognavo di fare una specie di paesino a parte, ideale/utopistico...^^
Moz-
E' un gran pezzo inserito in una scena tra le più belle del film
EliminaFico fico^^
EliminaMoz-
Credo sia un film da non perdere. Spero di riuscire presto a vederlo, poi ti dirò se mi sarà piaciuto (ma i presupposti, leggendo la tua rece, ci sono tutti). Ciao!
RispondiEliminaSperiamo ti piaccia allora, a me è piaciuto tanto anche perché è un film abbastanza basico, che non forza la trama. O almeno che lo fa pochissimo.
EliminaPer i riminesi è un film di culto..io lo sento meno mio essendo della collina :D, ma sicuramente lo guarderò durante queste festività.
RispondiEliminaAvevo sentito che fosse parecchio sentito in quel di Rimini. Credo che la storia sia bella a prescindere dal campanilismo, una di quelle situazioni in cui la macchina politica si inceppa di fronte alla determinazione del singolo.
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