SOCIAL NETWORK E BLOGOSFERA: UNA RIFLESSIONE

 


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Qualche settimana fa l’amico MikiMoz del blog Moz O’Clock ha pubblicato un post, che potete leggere QUI, riguardo le sue sensazioni e decisioni in merito al mondo dei blog. La sua decisione di dire “addio” a un certo modo di vivere la blogosfera ha suscitato una bellissima discussione sul suo e su altri blog e non nego che mi ha portato a riflettere molto sulla situazione della comunicazione digitale mediata da blog e social network.

Ho sempre ritenuto che questi ultimi rappresentino un ponte tra la vita reale in cui si lavora e si esprime il proprio essere nei rapporti interpersonali con emozioni ed educazione e il mondo virtuale dove il linguaggio per forza di cose si deve adattare e per esprimere bene se stessi bisogna impegnarsi un bel po’. Va da sé, poi, che ogni canale ha le sue regole: se su un blog si può comunicare efficacemente in un certo modo, non è detto che quel modo sia vincente per Facebook, Instagram, Twitter, Youtube...

Quindi con questo post vorrei allargare un po’ il discorso iniziato da MikiMoz e cercare di capire se sia possibile una comunicazione digitale migliore nel rispetto di tutto e di tutti e senza meccanicismi indotti.



Io vivo la parte digitale della mia vita come utente attivo su questo blog e sui social, ma anche come semplice ospite o fruitore di contenuti, e mi sono accorto che nonostante questi servizi offrano a tutti la possibilità di esprimersi al meglio e di condividere idee, critiche e opinioni, ci sono delle dinamiche che cristallizzano la comunicazione rendendola meccanica: in principio fu il Mi Piace di Facebook a imporsi come elemento sintetico della comunicazione digitale, poi replicato nel cuoricino di Instagram o nell’omonimo pulsante di Youtube mentre sui blog il modo migliore per interagire è rimasto il commento ed è qui che cade l’asino.

Se il buon Riky di Il Caffè di Riky aveva inquadrato il problema dei likes in QUESTO post, sui commenti ci sarebbe invece da aprire un capitolo a parte.

Se su un social la pressione di un like per far capire che apprezzi il contenuto postato dal suo creatore può anche andar bene, specie se consideriamo che di questi tempi tutti hanno qualcosa da dire su tutto, su un blog si vive di altre dinamiche e se capita che qualcuno legge il tuo post e non ha niente da dire in merito tu non lo saprai mai. Poi c’è il discorso degli haters, personaggi che hanno un bias cognitivo notevole secondo me, o di chi commenta senza leggere nemmeno il post.



Sono un forte sostenitore del non-obbligo a commentare perché se internet deve essere quel posto democratico e libero che tanti dicono allora è necessario che – entro i limiti della decenza e del rispetto – a tutti sia concesso un notevole grado di libertà. Per fortuna non mi sono mai confrontato con hater in questo blog e se c’è stato qualche commento un po’ tagliente all’inizio dell’avventura non me ne ricordo più; i commenti che ricevo, anche solo i saluti, sono per me graditi perché ritengo che la cosa più preziosa che abbiamo è il tempo e se qualcuno impiega tre minuti del suo per salutarmi mi fa contento; ed è per questo motivo che rispondo sempre a tutti, perché mi piace che nel mio blog chi spende il suo bene di più valore venga ricambiato a dovere. Non sarei onesto però se non dicessi che il numero di commenti lo guardo soprattutto per capire quanto ho interessato con quello che ho scritto: ho scritto post per un paio d’anni con zero commenti per il puro piacere di scriverli, poi ho studiato come prendere visibilità e sono arrivato meglio però mi chiedo sempre se quello che appassiona me possa farlo anche per chi mi legge.

Ci sono stati post che mi sono piaciuti tanto da curare e mettere in piedi che hanno ricevuto pochissimo risalto mentre altri che pensavo fossero buttati lì sono stati apprezzati tantissimo. E’ una dinamica che non mi sono impegnato a capire perché alla fine la prendo sempre come viene.
Faccio un esempio: la sezione Biblioteca a cui tenevo tanto non è stata proprio al centro dell’attenzione mentre il ciclo Misteri sta piacendo tantissimo. A me piace curare entrambi con la stessa intensità però capisco che l’una possa piacere meno che l’altra. Va benissimo così.

Il mio acerrimo nemico però è l’indifferenza.



Sulla blogosfera nell’ultimo anno ho trovato amici e tanta accoglienza, il mio profilo Instagram ad oggi ha quasi triplicato i suoi follower, la mia pagina facebook Matematica Consapevole sta facendo segnare dei numeri interessanti per essere lì da nemmeno un anno eppure c’è sempre un tarlo che mi rode il cervello: il silenzio di persone che mi conoscono da tanti anni e che non hanno nemmeno un minuto da spendere per dirti cosa pensano di quello che stai producendo. Spesso penso che il problema derivi dal tipo di contenuti che faccio, che per quanto per me rappresentino un valore aggiunto magari per altri possono apparire insignificanti.

Credo che, per certi versi, l’indifferenza faccia più rumore dei commenti degli hater e che proprio come questi sia un parametro per interpretare le meccaniche che regolano il comportamento digitale degli utenti. Se smani per commentare un post becero (magari con una grammatica discutibile) e poi non hai niente da dire su un contenuto che mostra una certa qualità credo che ci sia un problema di base: alla fine nessuno ha studiato per saper stare sui social eppure c’è chi ci sa stare meglio di altri.

Voi che ne dite?

 

E per ora è tutto gente, buona vita.

Commenti

  1. Cercherò di essere sintetica, pur volendo esprimere diversi concetti.
    Innanzitutto, non possiamo pretendere che i nostri contenuti risultano interessanti per tutti.
    Ti spiego.
    Se io scrivo di meccanica quantistica, avrò un uditorio limitatissimo e di certo non potrò aspettarmi grosse interazioni.
    Se scrivo di fumetti, magari avrò cento seguaci nerd o semplicemente appassionati.
    Se scrivo di poesia, avrò cinquanta fan affezionati.
    Insomma, non possiamo sapere davvero a chi interesseranno i nostri post, poiché anche le persone a noi molto vicine (fisicamente e sentimentalmente) possono trovare noiose le nostre passioni.
    Sui social gli apprezzamenti sono immediati, e quindi si possono trarre delle valutazioni quasi oggettive. Eppure, anche lì influiscono fattori esterni e banali quali l'orario di pubblicazione dei post, la lunghezza degli stessi.
    Se pubblico una battuta demente a mezzogiorno è più facile che faccia incetta di like, rispetto alla lunga riflessione della tarda serata. Pertanto, non dobbiamo mai pensare che la quantità di riscontri ottenuti sia davvero proporzionale alla qualità del nostro scritto.

    Io, purtroppo, con gli hater ci combatto dai miei primi mesi di blogger, e non ho ancora capito perché.
    Dicono si tratti di invidia, ma esattamente per cosa?
    Davvero facciamo confronti tra il numero dei commenti che ricevono i miei post, e quello dei tuoi? Per me è davvero assurdo.
    Non conosco nemmeno lo stipendio dei miei colleghi (perché onestamente non mi interessa), perché dovrei curarmi dell'andamento del blog di altri?
    Se tutti imparassimo a curare SOLO il nostro orticello, vivremmo in un mondo migliore, ne sono fermamente convinta.

    La blogosfera a me piace. Leggo ogni giorno contenuti interessanti e ho avuto la possibilità di conoscere alcuni amici sinceri.
    Accetto i saluti anche del tutto decontestualizzati perché, come dici tu, sono comunque indice di un minuto dedicato alla mia persona.
    Allo stesso modo, però, detesto il celebre do ut des, perché do valore al mio tempo libero e non intendo leggere cento post solo per facciata, sebbene mi capiti di leggerne alcuni che sono lontani anni luce dai miei interessi, ma che vengono semplicemente scritti da una persona a cui voglio bene.

    Insomma, il mondo è bello perché è vario. La blogosfera pure.
    Il consiglio che mi sento di dare a chiunque entri a far parte di questo ecosistema è "take it easy!". Ma attenzione, non facciate i filosofi. Che è diverso... ;)

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    1. Meno male che ho detto che volevo essere sintetica.
      Ho scritto un papiro, perdonami. Di solito sono sempre molto ermetica. :(

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    2. Un concetto di sintesi molto particolare. Scherzi a parte: hai ragione. A me sta cosa del do ut des proprio non va giù e mi sembra proprio una paraculata. Non commenterei mai per avere un commento in cambio.

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  2. "Ci sono stati post che mi sono piaciuti tanto da curare e mettere in piedi che hanno ricevuto pochissimo risalto mentre altri che pensavo fossero buttati lì sono stati apprezzati tantissimo"
    Questo te lo sottoscrivo in pieno perché è una sensazione comune avvertita su tutti i social, blog compreso, dove comunque ci si dedica con meno frenesia.
    Sull'indifferenza però non sono così drastico. Nel senso che blog amici e letti regolarmente, se disquisiscono di "anime" manga, oppure di ombretto per gli occhi o bambole cinesi (tanto per dire), neanche li leggo, tantomeno evito di proferire sciocchezze a riguardo.
    Insomma c'è indifferenza rispettosa, a mio avviso, e indifferenza dovuta al "machecacchiostaiadì", figlia solo di supponenza arrogante ignoranza di base.
    Detto questo, vengo a trovarti su Matematica Consapevole, sperando di non esserne cacciato via subito dopo e, in merito, ti mollo il link di un mio post che forse - dico forse - potrebbe interessarti... ;) https://francobattaglia.blogspot.com/search?q=paradosso+matematico
    Un abbraccio non indifferente..

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    1. Passerò sicuramente a leggere il tuo post. Il discorso sull'indifferenza che facevo riguarda proprio l'indifferenza distruttiva, quella figlia della supponenza.

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  3. Io mi impegno molto per cercare di creare contenuti che possano piacere al pubblico, ma per me il problema principale è farmi notare.
    Temo che il mio problema è stato trattare il mio blog con molta leggerezza inizialmente, postando solo di tanto in tanto. Solo ultimamente ho cominciato a mettere contenuti con più frequenza (e il mio blog l'anno prossimo compirà 10 anni).
    Non dico che pretendo commenti a fiumi, però anche un semplicissimo commento per sapere se quello che pubblico piace o meno mi farebbe motlo piacere, perché ciò mi invoglierebbe a fare meglio e a mettere più roba.
    La maggior parte delle volte i miei post vengono solo visualizzati, e in quasi 360 post che ho fatto ho avuto solo 52 commenti (di cui almeno la metà sono mie risposte).
    Certe volte mi chiedo chi me lo faccia fare, però non voglio arrendermi. Anche perché nel blog riesco a descrivere meglio ciò che faccio, a differenza di altri siti come Facebook e Instagram.

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    1. Intanto benvenuta su Pulp Standoff. Capisco il tuo discorso perché anch'io per anni ho pubblicato per me e ho faticato parecchio ad attirare l'attenzione. Ci vuole pazienza e passione.
      Vengo a dare un'occhiata al tuo blog appena posso.

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    2. Grazie per il benvenuto. Si, concordo, se mancano entrambe le cose non riescono.
      E spero davvero che il mio blog ti piaccia ^_^

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  4. Si questo argomento ci siamo tornati tutti più e più volte ancora. Credo che grosso modo il mio pensiero combaci col tuo, anzi sono assolutamente d'accordo sul fatto che bisogna prestare una particolare attenzione linguistica tra i blog e i social.
    Io sono per la libertà, non amo questo do ut des anche se in teoria devo ringraziare questo concetto perché ho notato che in effetti troppi colleghi blogger sono troppo legati al materialismo del commento ricevuto: se c'è allora vengo sul tuo blog, se non c'è... ciao!
    Non mi piace come cosa, anche perché preferisco che qualcuno mi lasci un solo commento su dieci perché magari ha trovato un post che gli interessa veramente e si sente competente per interagire.
    Ti dirò che su Instagram sto andando molto bene e i miei follower stanno aumentando. Male invece su Facebook dove il numero di utenti al gruppo e alla pagine non cresce: se poi uno cerca di mettersi in mostra ti fanno il culo a strisce per lo spam.
    Per fortuna, non ho ancora problemi con gli haters anche perché io sarei pronto a utilizzare strumenti molto spartani per eliminarli.

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    1. Noto che spesso si arriva a un blog tramite un commento e questo penso sia anche un bene, il do ut des non mi piace molto invece.
      Su Facebook è difficile crescere perchè nonostante ci sia un pubblico relativamente adulto in qualche modo risulta indifferente ai contenuti divulgativi. Mi ritengo fortunato perchè il mio progetto sulla Matematica va anbastanza bene come visualizzazioni e interazioni. Commenti pochissimi invece.

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  5. Mi concentro sul finale, visto che sul resto ho detto già tanto (e dopo ormai quasi un mese credo di essere arrivato anche a una conclusione laterale, diciamo).
    L'indifferenza di chi ci conosce: mi chiedo anche io, mi chiedevo per lo meno, come mai tanti miei amici che sanno della mia passione, è come se non la considerassero.
    Mi spiego meglio: io scrivo un articolo, unico nel suo genere (faccio un esempio, ma proprio come esempio generico, non successo) il post sui 30 anni italiani di Twin Peaks, sul berlusconismo ecc ecc.
    Lo pubblico, e poi gli amici di sempre mi linkano o taggano sotto i post simili, dei siti big, che se li apri sono giusto due cazzate di cose risapute e superficiali.
    Ora, ho fatto un esempio, ma tante volte ho risposto: lo so già, guarda che ne ho fatto un articolo una settimana fa :D

    Moz-

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    1. Mi succede spesso la stessa cosa ed è la declinazione che sottolineo dell'indifferenza. Scrivo un post ispirato su un argomento, faccio delle ricerche e dopo qualche giorno ricevo un commento, rigorosamente sui social, che dice "l'ho visto. mi è piaciuto". Questo per me è come dire "so che ti sei occupato dell'argomento ma non voglio darti soddisfazione nè voglio prenderti in considerazione.
      E va bene - direi - ma allora sticazzi che l'hai visto e ti è piaciuto.
      Non so se mi sono spiegato.

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    2. Sì, assolutamente.
      Non saprei nemmeno cosa pensare: forse davvero sono commenti lasciati sperando che facciano piacere? O nascondono invidia?

      Moz-

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    3. Credo più la seconda che hai scritto.

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  6. Ringraziandoti per la bella citazione, volevo soffermarmi sul fiale, sul concetto di indifferenza. In effetti leggendo quello che dice Moz, quello che sto per dire è forse sbagliato (clamoroso che i suoi amici gli linkino articoli di Twin Peaks..): ma vedo che in genere chi ci conosce da anni "fatica" ad approcciare a certi contenuti che magari non sono nelle sue corde. Cioé: se parli loro di un determinato argomento a cena, ok, possono anche avere attenzione, ma se linki un post del blog su Facebook e loro lo vedono, non aprono il link.
    Però io mi sono mosso sulla blogosfera (e ancor prima sul web) proprio per cercare persone con cui condividere una passione che magari le persone a me amiche e vicine non avevano.
    Quindi io non la considero un'indifferenza.
    Un'indifferenza al tema, magari, non alla persona in sè.

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    1. Be’ nel mio caso ci sono amici che pur sapendo che gestisco un blog in cui si puó commentare liberamente preferiscono non farlo e a volte ho idea che leggano solo il titolo del post.

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  7. È strano quello che affermi.
    Non perché sia inusuale quello che denunci ma perché in teoria dovresti averci fatto la “scorza dura” a queste dinamiche.
    Ci sto “male” anch’io nel mio piccolo quando guardando il mio profiloFb vedo che un post non ha avuto tanti commenti o pochi like.
    Ma di ritorno penso che me frega?
    La vita reale è più importante e segue altre dinamiche .
    Sicuramente più sincere.
    Le poche cose ad esempio che ho pubblicato sui blog , nonostante la consorte ( che manco lei le ha lette )le abbia ampiamente pubblicizzate non perché glielo abbia chiesto io , sui gruppi whatsapp degli amici , nessuno di loro mi ha mai lasciato un commento.
    Ma è così.
    Non vivono il web alla mia stessa maniera.
    Anche se ti dirò che ultimamente mi sto pure stancando io di viverlo come lo vivevo prima.
    E non sono un blogger .
    Immagino che per voi la cosa sia amplificata all’ennesima potenza , il discorso dell’indifferenza.
    E ne soffriate di più.
    Ma è forse il prezzo che si sapeva di dover pagare quando si apre un blog o uno spazio web.
    Ammiro tantissimo quelli che nonostante i loro blog viaggino veramente da anni a non dico zero commenti ma poco di più continuano imperterriti a scrivere i loro pensieri.
    Vuol dire che veramente scrivono in primis per loro stessi e il resto che arriva è regalato.
    Scusami se mi son dilungato.
    Ho visto che viaggi bene con le visualizzazioni de la tua “matematica consapevole” e mi fa piacere.
    Ma perché vorresti più commenti?
    Cioè ...averli rafforzerebbe la tua autostima?
    Te lo dico senza peli sulla lingua?
    Ma c’è guadagni qualcosa?
    Nel senso non è che voglio farti i conti in tasca.
    Non mi interessa.
    Anzi fai bene ...ma non capisco veramente il senso di fare delle lezioni on Line a gratis.
    A meno che sia una forma di pubblicità?
    Ciao

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    1. Rispondo a due cose del tuo commento.

      Non ci soffro per i commenti mancanti o per l'indifferenza: la mia è una riflessione (sicuramente di parte) su come si vive sul web quando si creano contenuti investendo tempo e idee. Io scrivo (tanto) e pubblico (una parte dei contenuti) principalmente per me e un commento in più o in meno non intacca la mia autostima in alcun modo, su quella intervengono fattori un po' più complicati.

      Riguardo alle lezioni gratis su Matematica Consapvole. Non sono lezioni, per quelle la struttura è un po' più articolata. Questo progetto risponde a una mia esigenza di divulgare parte del lavoro che faccio e della mia concezione di apprendimento di una materia.
      Pubblicità, si ovviamente lo faccio anche per farmi conoscere, per metterci la faccia e convincere chi ne ha bisogno a contattarmi per fare delle lezioni strutturate.

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    2. Si scrive in primis Max, ed il resto è davvero regalato. Pensa se avessi un blog tutto tuo, come lo soffriresti invece, visto che sei rimasto male per qualche articolo che ha dovuto comunque chiedere ospitalità, ma avrebbe potuto godere benissimo di una Casa Propria. ;)

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    3. @Frank
      Io son stato male?
      De che?😂
      Mi riferivo ai post che lascio su fb ..che ammetto comunque di non aspettarmi niente di ritorno anche se sarei ipocrita a non confessare che mi piacerebbe il contrario.
      Ma razionalmente ti spiego anche il perché.
      Perché le mie amicizie storiche o meno ma comunque
      “ fisiche” vivono/sentono meno il virtuale di me!
      E credimi che non mi sento neanche di dargli torto.
      Ciao



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  8. È molto difficile rispondere adeguatamente al tuo post perché in ballo vengono tirati diversi punti.
    Il finale l'ho letto come una critica/riflessione: "se smani per commentare un post becero e poi non hai niente da dire su un contenuto che mostra una certa qualità, allora c'è un problema di base". Poi parli di persone che ti conoscono da anni che non lasciano commenti ai tuoi post. È rivolta a loro la critica, o in ugual maniera a chi commenta sui vari blog dando la precedenza a post più leggeri, beceri come li definisci, o stai parlando soltanto dei social?
    Faccio queste domande perché non avendo esattamente capito qual è il tuo vero cruccio faccio fatica a rispondere in modo adeguato.

    Credo che innanzitutto dovresti capire tu, cosa ti spinge a scrivere, qual è la tua necessità primaria: condividere, lasciare una testimonianza, scrivi per riempire un vuoto, per fare amicizie. È importante capire qual è la molla, e da qui di conseguenza scattano le aspettative.
    Se un argomento ti appassiona come il settore biblioteca, e trovi pochi riscontri, io ne farei una questione di spazio che probabilmente su un social avrebbe più richiamo.
    Le nostre passioni sono condivise da pochi, da molti, da nessuno.... è importante credo trovare lo spazio giusto, ma non solo. Subentrano tantissimi fattori: saper incuriosire, saper raccontare, essere in sintonia, rispondere adeguatamente. Il fattore tempo, dove lo metti? Una cosa che riscontro soprattutto in blog che parlano di vari argomenti è una cosa che per me è quasi fondamentale, ovvero, manca un continuum. Mi spiego: ogni giorno un post, raramente resta su due giorni, potrebbe andar più che bene, ma sai cosa penso, che un post il giorno dopo è già scaduto come un quotidiano, perché la gente ama commentare soprattutto quando commentano gli altri, ci si interfaccia, si può dialogare, il giorno dopo è obsoleto....manca la sezione Ultimi commenti. Credo sia importante poter riprendere discussioni interessanti, quando altre persone intervengono, il post resta vivo.
    Perché si commenta un post becero? Non lo so, può essere pigrizia, voler stare sul leggero, poi non so veramente cosa intendi per post becero, ma senz'altro non tutti commentano esclusivamente per ragioni profonde o intellettuali, siamo persone diverse e questo devi metterlo in conto. Anch'io in un post di Miki: Post lunghi o corti, il primo che fece, ricordo gli dissi esattamente questo: non saprai mai quando prepari un post come andrà, il post che consideri meno sarà quello che magari può avere più commenti. Ne ho avuto riscontro da quanto dite.

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  9. Ho diviso questo mio lungo commento, magari fatti un caffè, così non ti addormenti😄
    Perché persone che ti conoscono da anni non commentano.... questo piacerebbe saperlo anche a me. Forse potrebbe essere che chi ti è amico ti vede esattamente così, mi spiego, forse non ri/conosce il personaggio del web, non sa come rapportarsi, non potrebbe essere? Credo che si tratti più di difficoltà che non di indifferenza. Magari non vivono la rete come te, io ad esempio se aprissi un blog, non lo direi a chi conosco, amerei dividere il quotidiano dal virtuale, avere commenti più onesti e non di convenienza, non me ne farei un cruccio. Nella vita ho passioni che non sempre condivido ma coltivo da sola, l'amicizia può anche non essere circoscritta da passione comune, sarebbe un più e sarebbe bello, ma ognuno deve anche poter seguire i propri interessi.
    Alla fine di questo monologo dico che per me il blog dovrebbe essere una piazza, hai presente quando da ragazzi ci si incontrava tipo "I ragazzi del muretto", persone che si incontrano, scambiano pareri, cazzeggiano (perché no?), discutono e si divertono. La realtà virtuale è simpatica se la si vive nel giusto modo, quando leggi i commenti, le risposte è come ascoltare le voci di tutti: sento la risata di Riky, la sua gentilezza, la sfrontatezza di Miki e la sua ironia, sento Mariella che dà forza alle sue parole, con intelligenza e dolcezza, l'accoglienza di Nick che abbraccia tutti, ogni persona al di là di questo schermo è sconosciuta, ma io a volte ne sento la stanchezza, l'allegria, lo sprint e lo sconforto, non so te Mick, ma per me è così.
    Quando si scrivono post dove un po' ci si scopre, e si parla di delusioni e aspettative mancate una ragione ci sarà, perché lo si fa qua?... forse perché hai degli amici anche semplicemente virtuali.

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  10. Buongiorno, stamane mi rileggo e mi chiedo se in questo commento articolato ti è alla fine arrivata una vera risposta. Quello che intendo, alla fine, è che ognuno a suo modo, dà quel che può, facciamo tutti del nostro meglio.
    Se ami scrivere, accetta quello che viene, altrimenti la delusione ogni volta è in agguato. È sempre interessante parlare di queste dinamiche, sono piccole testimonianze, studi di sociologia quasi, il blog è un esperimento iniziato per caso da un cacciatore, pensa, voleva condividere la sua passione con altri.
    Oggi si può dire che siete, siamo, tutti, cacciatori di idee.
    Buon weekend 😉

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    1. Ho molto apprezzato questo tuo discorso e ti posso dire che è proprio il confronto che si sta generando sotto questo post quello che mi convince di partecipare a un ambiente costrutrivo in cui le idee non sono strumenti commerciali o armi ma solo un modo per comunicare pensieri.
      Non è che io mi crucci di qualcosa ma è che mi interessa molto il lato metacognitivo delle cose e rifletto molto sull’impatto che le cose hanno su di me e su come possono arrivare agli altri.
      Grazie per il tuo tempo, tutti questo commenti arricchiscono la mia riflessione

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  11. - Credo che, per certi versi, l’indifferenza faccia più rumore dei commenti degli hater e che proprio come questi sia un parametro per interpretare le meccaniche che regolano il comportamento digitale degli utenti.

    Buongiorno Mick

    Premetto che è la prima volta che commento nel tuo blog e nel mentre lo faccio indago anche sulla mia spinta che mi ha indotto a farlo , magari può servire esponendone la motivazione non solo a me ma anche a te come quesito compreso nel post stesso .

    Dunque di tutte le tue considerazioni mi ha tanto colpita la frase su , perché sviscera una parte un po' più "umana"che caratterizza la diversità delle persone e che allo stesso tempo anche Miki e Riky hanno cercato di includere nei loro spazi .

    Se quindi da un lato abbiamo un hater-persona che cerca ,in modo sicuramente discutibile, visibilità attraverso la presenza di un commento ,dall'altro esistono conoscenti amici-persone che non si sporgono ,che rimangono invisibili in un certo senso ricadendo nell'indifferenza ...Capire di entrambe le dinamiche quale possa essere il male maggiore o minore , perché sia nell'una che nell'altra indubbiamente c'è un meccanismo che disumanizza l' essere umano credo no?Magari l'hater esprime la propria natura attraverso una visibilità di quei tipici atteggiamenti che sotterrano la parola rispetto e che non conoscano affatto la parola amore fondamentale che include anche il rispetto verso se stessi e conseguentemente verso gli altri .Ma un conoscente,un amico ?

    Credo che l'amico ,il conoscente non possa ricadere nell'indifferenza perché prova rispetto e un senso di amore per quell'amico .Tutto questo lo si può evincere dalla mancanza dei loro commenti nel tuo blog ?E mi chiedo è davvero indifferenza verso te amico non riuscendo a tirare fuori in modo spontaneo un commento o indifferenza verso se stessi a causa di altre motivazioni che hanno una risonanza anche nel virtuale?

    Ecco l'aspetto su cui mi sono soffermata maggiormente è stato questo e sul resto ci sono dinamiche tecniche su cui mi limito in quanto non ho competenza per scriverne non avendo io stessa un blog .Posso aggiungere però che l'indifferenza ,la superficialità , la si percepisce anche in chi commenta tra gli amici virtuali che si limitano alla velocizzazione della lettura del solo titolo del post e/o basandosi sugli altrui commenti ,rilasciando righe davvero fuori luogo e avendone anche discusso e affrontato questo tasto da Miki ... è mancata l'umiltà nel dire :ho peccato anche io di questo mi dispiace.Ovviamente il mio punto di vista non vuole ricadere nel polemico ma nemmeno percepire conseguenze che ricadono nell'ipocrisia ... perché poi non parliamo più di
    indifferenza ma ricadiamo nella mancanza di credibilità verso un lettore attento ...:)

    Auguro una buona giornata a te e ai tuoi cari lettori ...


    L.

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    1. Ciao e benvenuta sul mio blog.
      Poni degli spunti molto interessanti che mi ha fatto piacere leggere.
      In particolare il concetto di non-esposizione di amici di lunga data che rispetto alla mia riflessione sembra stia risultando centrale.
      Forse si dovrebbe affrontare la cosa in maniera diretta: chiedere ai diretti interessati perchè non commentano anche se le risposte le ho già avute in parte.

      Sul fenomeno hater credo ci si potrebbe discutere per anni senza arrivare ad altro che unantriste realtà: alcuni insultano semplicemente perchè possono farlo e non riescono a togliere l’ego da quello che scrivono o dicono. È un tipo di dinamica che viene affrontata da molti esperti di comunicazione.

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