[CATECHISMO DEL DRUGO] LO STILE DEGLI ALTRI

 


Nel corso della vita può capitare di incontrare una persona che con una frase, un commento o una critica accende in noi la scintilla della riflessione e ci permette di fare un’analisi più oggettiva della situazione e scoprire che forse la nostra opinione sui fatti non è che sia tutta sta bellezza. Oppure anche tutto il contrario.

Quando il Drugo incontra il Cowboy baffuto al bar, un’icona americana, questi gli ricorda che a volte se tu che mangi l’orso e a volte è l’orso che mangia te. Il Drugo, però è stressato, soprattutto dal comportamento dell’amico Walter e allora non capisce.

Il fatto è che la vita frenetica che conduciamo, con molti input e output e tendente alla dimensione ansiosa spesso ci porta a criticare nell’altro cose che riconosciamo in noi stessi. La tendenza sempre più diffusa a criticare gli altri sulla base dei nostri pregiudizi rischia di trasformarci in teste di cazzo, come scrive Oliver Benjamin, il fondatore della Chiesa dell’Avvento del Drugo.

Per evitarlo è necessario permettersi di permettere agli altri di avere opinioni diverse dalle nostra, preferire il silenzio tattico oppure una decisa scrollata di spalle con annesso “ehi, è solo la tua opinione” piuttosto che iniziare una diatriba verbalmente violenta e tremendamente faticosa.

Tutti gli altri hanno uno stile proprio e non devono di certo chiederci il permesso per seguirlo. Noi possiamo confrontarci in maniera rilassata oppure allontanarci con un vaffanculo liberatorio e definitivo qualora il tizio in questione abbia uno stile completamente opposto rispetto al nostro.

Si tratta di tracciare una linea nella sabbia.

 

Tenete botta e prendetela come viene fino alla prossima,

buon inizio settimana

Commenti

  1. Di base non sono per i vaffanculo, ma per il confronto rilassato e spesso arricchente.
    Ma ci sono alcuni che li pretendono proprio. ;)

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    1. Anche io. Il dialogo prima di tutto ma finché si rispettano regole condivise.

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  2. Francamente sono giunta ad una fase in cui non tollero assolutamente di dover discutere della mia vita con terzi. Pertanto, non accetto giudizi (non richiesti), né consigli.
    Non vado a mettere il naso nelle vite degli altri, e pretendo di essere trattata allo stesso modo.
    Dunque, il vaffanculo liberatorio è uno stile di vita, ormai. ;)

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    1. Ci sta giudicare nel senso di analizzare una situazione e trasformare il giudizio in un consiglio o in un parere.
      Ci sta confrontarsi quando si hanno idee opposte :)

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    2. Credo Claudia si riferisse all'invadenza di alcune persone che pretendono di avere la soluzione ai tuoi problemi e non sentono ragioni. Per costoro il vaffanculo è l'unica moneta di scambio possibile

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    3. Grazie Mick. Hai capito benissimo quel che intendevo.
      Tutti hanno la soluzione in tasca con i problemi degli altri.
      Grrrrrr!!

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    4. ahahah
      Comunque io sono fortunato, non mi sono mai imbattuto in codesti soggetti :D

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    5. @Claudia: quanto non li sopporto.
      @Riky: non sai quanto sei fortunato

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  3. Il confronto, come ha detto Franco, arricchisce davvero.
    E' fondamentale per capire davvero al meglio ogni cosa. E noi stessi spesso dobbiamo metterci nei panni del prossimo e valutare le cose "mettendoci nelle scarpe degli altri".

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    1. Sacrosanto, ma senza invadere la sfera personale altrui

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  4. Mi sta piacendo sempre di più la filosofia del drugo!

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  5. Mi è capitato di assistere spesso a questa forma di "diatriba verbalmente violenta e tremendamente faticosa" soprattutto in rete ,ma anche fuori dalla rete .Cosa ne penso onestamente?Penso che porgere l'altra guancia è spesso "umiliante" per le persone si fa prima a chiudere una relazione con quella unica parola e peggio ancora con una determinazione che non si concede mai un passo indietro ...


    "Lo stile degli altri "...se ci pensiamo bene contiene anche il nostro ,perché in quegli "altri" ci siamo anche noi per qualcuno .

    Io sono per il confronto perché credo sia Sempre costruttivo, dirò di più ,spesso anche uno scontro acceso può finire in un incontro senza perdere necessariamente le staffe...occorre soprattutto buon senso da ambo le parti .Nella peggiore delle ipotesi io personalmente non liquiderei mai una persona con un termine simile ,non cederei ad un comportamento anche verbale che mi snaturi ,chiuderei senza ricadere in assurde tentazioni del momento .Credo che manchiamo di rispetto fondamentalmente a noi per prima in certe circostanze .



    Però la filosofia del Drugo mi incuriosisce in senso positivo:)

    Ciao Mick


    L.

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    1. Secondo alcune teorie gli altri sono il nostro specchio

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    2. ..il buon senso... questo sconosciuto..

      due cose essenziali: quel non riconoscere che, spesso, ciò che rimproveriamo "agli altri" siamo noi a praticarlo, senza neanche riconoscerlo.
      Ma soprattutto quel "mancare di rispetto fondamentalmente a noi" quando perdiamo il senso della misura. Esattamente. ;)

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    3. @Mick
      Molte volte le teorie rimangono teoria ..è nella praticità il riscontro più attendibile ,quella in cui ti vede più protagonista nello specchio del te stesso ,perché se ci rifletti e ci mediti un po su ,nessuno ti costringe ad essere ciò che non sei ,sei tu che devi esercitare il tuo spirito ,la tua intelligenza in modo costruttivo e non offensivo o controffensivo ,vedendo le situazioni anche meno piacevoli come opportunità di crescita personale .Partire dal fatto che siamo tutti imperfetti ,e che tutti si può sbagliare , capire che nel giudizio delle imperfezioni altrui spesso si pecca di perfezione assoluta anche inconsapevole...Un bel lavoro che dovremmo sempre fare tutti noi credo quotidianamente:)
      Grazie ...


      @Franco Battaglia

      Sento ci siamo capiti ...

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  6. Non ricordo di avere mai incontrato chi volesse dirmi quello che dovevo fare...per gli errori e le cose belle devo solo ringraziare me stesso.
    Son sempre stato molto libero nelle mie scelte.
    I consigli son sempre ben accetti se sinceri.
    Mi piace dire la mia ma non sono invasivo.
    Non sono dittatore in questo senso.
    Ciao

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    1. Sei stato fortunato allora. Dai!

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    2. Si Mick...ma è chiaro che mi riferisco a un periodo dove ero “indipendente “ mentalmente.
      Perché quando avevo 13-14 anni erano i miei a prendere decisioni al posto mio.
      Per il mio bene per carità ma comunque non avevo libera scelta.
      Volevo sottolineare questo sono sembra che sia nato imparato

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    3. Be' da piccoli e in determinati contesti è chiaro che il genitore sceglie per te. Da adulto, invece, se ti trovi di fronte qualcuno che vuole insegnarti a pensare o addirittura la vita credo che chiunque reagirebbe male.

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  7. C'era un tempo in cui da certi tizi effettivamente mi allontanavo con un bel vaffanculo. Oggi invece, con quei tizi, mi allontano comunque. Ma in maniera rilassata ;)
    Insomma, investo nel confronto soltanto con chi ne vale la pena.

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