I MORTI NON MUOIONO DI JIM JARMUSH

 


QUANDO I FILM SONO GRANDIOSI

 

Prendi un tema utilizzato parecchie centinaia di volte, spesso a sproposito, e inseriscilo in una storia costruita intorno a un brano musicale di un musicista quasi sconosciuto, mettici un cast stellare ed ecco che ti ritrovi un piccolo capolavoro di ironia. Questo, ovviamente se ti chiami im Jarmush.

I morti non muoiono e il titolo di un famoso brano del musicista country Sturgill Simpson che diventa un mcguffin per modellare la storia di Centerville, una piccola cittadina degli Stati Uniti dove tutti conoscono tutti e dove chiunque conduce una vita tranquilla, banalotta e, per certi versi, insulsa.
C’è il meccanico che flirta con la cameriera del bar, il buzzurro razzista che si esprime in modo sguaiato, la straniera stramba, il matto del villaggio,  il commissario di polizia che gestisce una piccola stazione con soli due agenti oltre a lui e sullo sfondo le rimanenti poche centinaia di abitanti che conducono i loro affari.



Un giorno, mentre il commissario Cliff Robertson (Bill Murray) e il suo vice Ronnie Peterson (Adam Driver) indagano sul presunto pollo che l’eremita Bob (Tom Waits) avrebbe rubato all’agricoltore buzzurro e razzista Frank (Steve Buscemi) cominciano a verificarsi dei fatti strani come smartphone che cominciano a non avere campo, strani comportamenti degli animali e di alcune persone, fenomeni magnetici inspiegabili. Ciliegina sulla torta, quella notte i morti cominciano a uscire fuori dalle tombe aggredendo i vivi. Di fronte a una situazione per cui sono palesemente impreparati, Cliff e Ronnie, insieme alla collega Mindy (Chloe Sevigny) e alla stramba Zelda (Tilda Swinton) cercano di far fronte all’orda di zombie che sciama a Centerville.



I morti non muoiono è una metafora e non un film. Una metafora che attinge al campionario del cinema di genere (zombie, paura dell’orrore, eroismo, strafottenza, capacità di adattamento) e che vuole raccontare la vacuità della vita in cui si danno per scontate troppe cose salvo poi accorgersi di non avere tempo sufficiente per fare quello che conta veramente. Sfruttando l’immagine dello zombie, un essere spinto solo dal bisogno primario di nutrirsi, Jarmush ci dà un bello schiaffone ricordandoci che passare la vita dietro alle futilità contando su certezze effemere ci trasforma proprio in quello: zombie a caccia di cibo.
Nel nostro caso, però, non si tratta di cibo mangereccio ma di cibo per la mente, informazioni di cui siamo costantemente a caccia: un comportamento che oltre a renderci inebetiti e distratti finisce per farci perdere il senso delle cose.

Jarmush ci gira molto alla larga e usa il testo della canzone di Simpson, scritta per l’occorrenza, per supportare la trama del film e questo è un passaggio molto delicato e potenzialmente critico per I morti non muoiono: se, infatti, non si va a leggere il testo qualche passaggio del film risulta fin troppo sciocco. Cosa che, ovviamente, non è.

Quindi siamo zombi davanti a uno schermo. Già visto, già sentito. Eppure I morti non muoiono mi ha divertito parecchio anche e soprattutto per la bravura di Murray e Driver, per alcuni dialoghi veramente ispirati che sanno tanto di meta-cinema e che distruggono la quarta parete. Un film che non sarà un capolavoro, ma che è un modo piacevole per vedere una buona idea sviluppata su uno schermo.

Veniamo ai voti.

Storia: 6,5

Personaggi: 7,5

Tematica: 6

Effetto Sorpresa: 6

Tecnica: 7

Media: 6,6


E per ora è tutto gente, buona vita

Commenti

  1. Effettivamente si tratta di una gran bella metafora, Jarmush è riuscito a dire qualcosa di nuovo utilizzando un tema stra -abusato come quello degli zombi, io nel vedere il film nutrivo sensazioni perverse, tipo far mangiare l'intero cast di "The Walking Dead" con le loro trame e discussioni senza senso dai morti viventi di Jarmush.

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    1. Gli sceneggiatori di The Walking Dead. Loro dovevano essere mangiati dagli zombi

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    2. ahah vi adoro! Sono d'accordissimo su voi per TWD.

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    3. Prima stagione molto interessante, poi il delirio

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    4. Ecco.. concordo totalmente su TWD. Una serie da rigurgito.

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    5. E non per le immagini mostrate quanto per la messa in scena di intere stagioni

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  2. Ahaha alla fine l'hai visto, vedi che le dirette Instagram servono? :D Il cast è veramente impressionante, l'ho proposto alla moglie ma quando ha sentito parlare di "zombie" ha declinato l'invito

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    1. Vabbè dai ci sono solo un paio di scene un po' disturbanti, per il resto è molto seguibile

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  3. Un cast straordinario e mi ha fatto piacere rivedere anche quel simpaticone di Danny Glover (mitico). La critica fu anche abbastanza favorevole verso questo film che non sarà un capolavoro ma è godibile!

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  4. "Sfruttando l’immagine dello zombie, un essere spinto solo dal bisogno primario di nutrirsi, Jarmush ci dà un bello schiaffone ricordandoci che passare la vita dietro alle futilità contando su certezze effimere ci trasforma proprio in quello: zombie a caccia di cibo".

    Beh, in effetti si usa spesso il paragone uomo = zombie, ad esempio parlando dell'uomo sempre attaccato al telefonino...
    Direi quindi che il film coglie il bersaglio..

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    1. Esatto, il film sta tutto lì come storia, poi la bravura degli interpreti fa il resto

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