IL SIGNOR DIAVOLO: AVATI TORNA ALL’HORROR

 


E FA BENISSIMO

 

Ho conosciuto la vena horror di Pupi Avati nel 2011 in occasione dell’Italian Horror Fest in quel di Nettuno (RM). In quell’occasione proiettarono, tra gli altri film italiani di questo genere, quelli che per me sono i capolavori di Avati vale a dire La casa dalle finestre che ridono e L’arcano incantatore. Nota a margine, che non c’entra niente con il tema del post: questa fu anche l’occasione in cui vidi per la prima volta Sharknado con tanto di regista, un imbarazzatissimo Anthony Ferrante, che presentò il suo lavoro dopo la proiezione del primo dei due film che ho citato prima.

Nel 2019 Pupi Avati dichiara di volere tornare a dirigere horror dopo qualche decina d’anni e per farlo vorrebbe realizzare una serie di film sul Male ambientati nella provincia italiana: Il signor Diavolo dovrebbe essere il primo di questa serie.



Avevo adocchiato Il signor Diavolo prima che la pandemia chiudesse i cinema e purtroppo non sono riuscito a vederlo finché è passato sugli schermi, ma le vie di Netflix sono infinite ed ecco che appena l’ho visto aggiunto al catalogo della piattaforma l’ho messo in lista e durante lo scorso weekend di (finta) zona rossa ho deciso di godermelo.

Eh, già, perché quando si parla del cinema horror di Pupi Avati i film me li godo proprio nonostante l’horror non sia uno dei miei generi preferiti. Meno che mai l’horror religioso. Tuttavia, Avati riesce a scavare nel mondo della superstizione popolare, delle dicerie bigotte, della morale ultrareligiosa e a costruire delle storie semplici, ma spaventose. Effetti speciali ridotti al minimo, qualche scena forte grazie al trucco e al parrucco e poi è tutto in mano a fotografia e regia. Un mix spettacolare per un concetto diretto: la paura è un argomento semplice.

Per me Pupi Avati sta al cinema horror come Stephen King sta alla letteratura horror.

Veniamo a Il signor Diavolo.



Siamo a Lio Piccolo, un borgo nei dintorni di Venezia, nel 1952. Furio Momenté, un giovane ispettore del Ministero di Grazia e Giustizia, viene inviato qui per far luce su uno strano omicidio commesso da un adolescente, Carlo, ai danni di un coetaneo, Emilio. Carlo dice di aver ucciso Emilio poiché questi è il Diavolo in persona. Preoccupate dalla situazione politica che vede la Democrazia Cristiana perdere consensi in Veneto e a Venezia per l’atteggiamento divenuto ostile della madre di Emilio (che appartiene a una famiglia politicamente in vista), le Alte Sfere vogliono ripristinare lo status quo quindi mandano l'ispettore. Momenté però trova un muro di omertà dietro al quale si celano mistero e superstizione in una zona rurale con una ingombrante presenza cattolica oscurantista e un livello culturale molto al di sotto della media. Il fatto che poi il giovane Emilio sia al centro di dicerie che lo vorrebbero essere stato generato durante un rito satanico ed essere l’assassino della sorellina ancora in fasce non semplifica il lavoro dell’ispettore.

Il signor Diavolo gioca tanto sulla tensione emotiva e sulla curiosità. Già dalle primissime scene, complici una fotografia che esalta i toni freddi e un sonoro che inquieta parecchio, si capisce che le cose non potranno che prendere una piega spaventosa; eppure c’è quel solletico, quella voglia di sapere se oltre la superstizione religiosa c’è qualcosa che possa essere spiegato razionalmente. Se, però, sentite un leggero odore di zolfo misto a incenso state pur certi che la razionalità lascerà il posto alla paura quanto più le spiegazioni dei vari personaggi saranno ambigue, omertose e fintamente timorate di Dio.



Altro punto a favore di Il signor Diavolo è che non si perde in sciocchezze. Se è vero che gli effetti speciali sono abbastanza basici (e si nota che sono effetti speciali!) è altrettanto vero che il film va diretto al sodo senza perdersi dietro spiegoni e fronzoli vari.

Ad un certo punto, quel furbacchione di Avati ci butta dentro un particolare ancora più interessante. Nella chiesa di Lio Piccolo, proprio davanti all'altare, c'è una botola che sarà importante nell'economia della storia. E' una piccola botola rettangolare coperta con una lastra di marmo su cui campeggia una scritta curiosa: Terribilis est locus iste ovverosia questo luogo è terribile. Sapete in quale altro posto compare questa iscrizione? Nella chiesa di Rennes Le Chateau, per volere del parroco Berenger Sauniere: ne abbiamo parlato QUI in una puntata di MISTERI.
In realtà, però, l'iscrizione si riferisce a un passo del libro della Genesi in cui Giacobbe, fermatosi a riposare in una città, vede in sogno una scala che sale verso il cielo (...and it makes me wonder...scusate, questa la capiranno in pochissimi) e al suo risveglio pronuncia proprio le parole dell'iscrizione. Strano, vero? Per niente, basta conoscere il latino almeno un po' per sapere che alcune traduzioni presentano sfumature diverse infatti la traduzione esatta di quell'iscrizione sarebbe questo luogo incute rispetto

Comunque...

Se vi va di passare un’oretta e mezza onesta con un film fatto come si deve e con una storia intrigante e spaventosa (non solo per la presenza del Diavolo ma anche per la potenza della superstizione religiosa) allora Il signor Diavolo è il film che può fare per voi.

E adesso voti.

Storia: 7,5

Personaggi: 7

Tematica: 7,5

Effetto sorpresa: 6,5

Tecnica: 7,5

Media: 7,2

 

E per ora è tutto gente, buona vita

Commenti

  1. Credo ci dedicherò un po' di tempo.. e lode sempre ai Led Zeppelin.. ;)

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  2. Beh, io sono di parte. Adoro gli horror avatiani...
    E se un paio di effetti speciali sono effettivamente deludenti (mannaggia alla cgi), il film secondo me colpisce il bersaglio, eccome, grazie anche a un ottimo cast (Cavina su tutti).
    Soprattutto sono belle le sfumature sulla Chiesa. La Chiesa che ha il potere e quella che invece si basa ancora sulle credenze popolari.
    Ovviamente Avati si concentra sulle sfumature "negative"; non sugli aspetti positivi.
    ps
    Dovrebbe essere il primo capitolo di una trilogia, con i libri siamo già al secondo capitolo. C'è tanta carne al fuoco.

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    1. Infatti ho una mezza idea di cominciare a leggere i romanzi

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    2. Li leggi in poco tempo. Forse il secondo richiede più attenzione per l'intreccio più complesso

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  3. L'unica cosa che potrebbe fermare la nuova trilogia è che, almeno sulla base dei primi dati, sembrava che "Il Signor Diavolo" avesse incassato poco, però conoscendo l'amore di Avati per il genere horror sono convinto che non si fermerà.

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    1. Speriamo che arrivi almeno il terzo libro :)

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    2. Non sono tutti come quel cialtrone di George R.R. Martin

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  4. Ce l'ho in lista da tempo, ma non riesco mai a trovare il momento giusto per guardarlo. Devo decidermi. E tornerò per dare i voti anch'io ;)

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    1. Eccomi!
      A me non ha entusiasmato per niente, soprattutto per quanto riguarda recitazione e finale. Comunque...

      Storia: 5
      Personaggi: 5
      Tematica: 7
      Effetto sorpresa: 5
      Tecnica: 6,5
      Media: 5,7

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    2. Ok aggiorno la media allora. Forse lo fai scendere in classifica.

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