LEGIONI DI INVISIBILI

 


RESPONSABILITA’ E PREGIUDIZI

 

Scicli, il paese in cui sono cresciuto, meno di 30mila anime nella parte Sud-Orientale della Sicilia, nelle ultime settimane ha visto impennarsi il numero di contagi da Covid 19 passando dalle poche decine di inizio 2021 ai quasi 200 di questi giorni. Complici la disattenzione, la superficialità, l’arroganza, il non rispetto delle regole e, nel complesso, una lenta e costante sottovalutazione del problema che viaggia parallela a un’endemica sfiducia nei confronti di una politica “continentale” lontana, nell’immaginario di molti, dai problemi territoriali.

Negli ultimi giorni l’attenzione della comunità, veicolata dalla stampa locale, ma anche dalle tante (fin troppe, a dire il vero) dicerie e pettegolezzi, si è concentrata sulla comunità albanese che vive in zona, rea secondo il racconto dei fatti, di aver contribuito sensibilmente a diffondere il contagio per non aver rispettato le regole di contenimento. Oggetto del contendere sono i bar, diversi presenti in paese, dove ragazzi e adulti si incontrano anche a dispetto di multe, chiusure temporanee e divieti di sorta. A peggiorare la situazione c’è stato il caso di una scuola elementare frequentata da figli di coppie albanesi che avrebbero diffuso il contagio tra i loro coetanei e poi a tutto il personale scolastico.

Nei punti del discorso dove ho usato il condizionale motivo questa scelta perché non ho sufficienti dati per poter usare un modo verbale diverso e più preciso. Non ho certezze che quello che ho letto e ascoltato da compaesani sia vero anche se in paese i più sono convinti che non ci siano dubbi: gli albanesi hanno violato le regole e infettato l’intero paese. Da dove venga questa certezza, non lo so, ma tanti con cui ho parlato e con cui ho scambiato messaggi si sono trincerati dietro un imbarazzo ingombrante senza però aver dati certi che supportassero il loro essere sicuri. Vabbè...



Sto scrivendo con la tristezza nel cuore perché anche se mi trovo a un migliaio di chilometri da lì non posso non percepire un’immanente senso di sospetto, di mal sopportazione e di convenienza in alcuni ragionamenti.

La comunità albanese si è creata in paese a partire dagli anni ’90 e negli ultimi vent’anni l’integrazione non è andata oltre lo sfruttamento lavorativo in nero, per lo più, e la sopportazione nervosa di alcuni comportamenti che la società cittadina ha sempre bollato come molesti. Bivaccare fuori da un bar con in corpo più alcool che cibo sicuramente non è l’immagine che visualizziamo quando pensiamo a un extracomunitario che fatica a integrarsi nella nostra comunità, e che viene sfruttato da essa, forse molti si immaginano qualcuno che supplica fuori dai supermercati, che lava i vetri ai semafori o più semplicemente che passa il tempo a piangere nascosto alla vista di chi può cambiare auto ogni anno, comprare il nuovo modello di smartphone non appena esce o vivere nella casa ereditata dalla famiglia lamentandosi delle tasse mentre gioca al superenalotto, al gratta e vinci o scommette su partite simulate da un computer.

La maggior parte degli albanesi che vivono nella zona di Scicli lavora nelle aziende agricole. Molti di questi in nero. Altri fanno i badanti, le pulizie o altri lavori umili. Sempre in nero. Sono invisibili per lo Stato Italiano spesso per loro volere e molto più spesso per volere di chi li “assume”; sono invisibili per la società cittadina a parte quando si sente che si sono azzuffati tra loro tra i fumi dell’alcool; sono invisibili persino per loro stessi perché vivono in uno Stato che non li integra, insieme a persone che troppo spesso non li accettano ma che poi per pagare di meno un servizio se ne servono come manodopera a bassissimo costo.

Voi, come vi sentireste in questa situazione? Se fossero i vostri genitori, figli, parenti a vivere in questo modo come vi sentireste?

Come ho letto sulla pagina FB di un amico molto bravo a usare le parole: come possiamo aspettarci che queste persone seguano le nostre regole quando non gli abbiamo elargito i diritti che meritano come Persone?



Ecco, a questo punto sarei un po’ ipocrita se non ammettessi di pensare che violare le regole in questo periodo sia più grave del solito e, indipendentemente dalla nazionalità o dallo status, chi le infrange va redarguito e quando opportuno punito a dovere. E tengo anche in considerazione che il degrado prodotto da gente che si ubriaca in bar che vengono chiusi dalle forze dell’ordine per essere aperti abusivamente (sempre se è vero) poche ore dopo non è facile da accettare neanche per me.

Eppure penso a quanto siamo ipocriti a parlare di persone che per il resto della nostra esperienza trattiamo da invisibili e sulle quali sputiamo sentenze senza aver mai buttato un’occhio alla loro storia. Troppo facile formulare giudizi, facilissimo scagliare la prima pietra.

E non preoccupatevi: nessuna buona azione resterà impunita.

 

Per ora è tutto gente, buona vita.

Commenti

  1. Il problema che stiamo ancora qui, a distanza di un anno, a cercare l'untore o il colpevole, la dice lunga sul livello intellettivo degli Italiani.
    Se ci aggiungiamo, poi, l'aspetto razzista e pregiudizievole di questa vicenda, è peggio ancora.
    Cosa potrei aggiungere?
    Nulla. Che è meglio!

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    1. E' una delle cose che non mi manca per niente di quel posto

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  2. E' una storia triste quella del lavoro nero nei campi.. le prime preoccupazioni sorsero lo scorso anno, quando in piena pandemia ci si cominciò a domandare chi avrebbe raccolto pomodori e cocomeri a due lire per le nostre belle tavole imbandite.. ma il problema persiste da una vita e non si vedono sbocchi, non solo nella splendida Sicilia (meravigliosa quella porzione di isola!) ma un po' in tutta Italia .. e si continua a fare orecchie da mercante su infinite problematiche..

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    1. Il problema, caro Franco, è che non gli funzionano orecchie (e cervello) ma la bocca gli funziona eccome

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  3. Condivido l'aspetto pregiudiziale nei confronti delle minoranze. Vizio che condividiamo con tutto il mondo considerato "sviluppato e industrializzato". Ma una cosa non capisco, perché per forza deve metterci che lavorano in nero? Come fate tutti ad avere contezza di questo fatto? Anche lei così cade nel tranello del pregiudizio, stavolta nei confronti di un'altra categoria di emarginati: gli agricoltori. Vi assicuro che con il presidio di disoccupazione si prendono un sacco di soldi, è un ammortizzatore sociale dello stato italiano e, specie se si ha famiglia con figli a carico, nessuno e dico nessuno, si sogna di lavorare in nero lasciando questi soldi, così come nessun titolare di impresa nel 2021, si sogna di far lavorare in nero rischiando una denuncia/vertenza degli stessi dipendenti oltre che incappare nei controlli che già vengono fatti dall'ASL (spresal) sul territorio e oltre ancora alle numerose verifiche b2b che subiscono da clienti o loro mandatari.
    È così difficile raccontare una verità senza edulcolarla in questo cavolo di paese?

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    1. Benvenuto sul blog e grazie per il commento che aggiunge informazioni interessanti. Io ho scritto che molti lavorano n nero, non tutti.

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  4. Tantissime problematiche hai esposto in questo tuo articolo. Difficile veramente trovare le parole giuste. Purtroppo, qui da me a Pagani la gente ha deciso di strappare nastri che vietavano l'accesso alle piazze e si sono buttate a destra e a sinistra come una normalissima giornata a cavallo tra primavera ed estate. Siamo in zona rossa come tante altre regioni, eppure la gente continua a fare quello che vuole: questo è triste perché mi fa pensare che qualcuno, a cazzi suoi, pensi che l'arrivo del vaccino abbia effettivamente risolto qualcosa... crede.
    Per quanto riguarda la comunità albanese di Scicli, penso che i suoi esponenti siano stati additati come capri espiatori del contagio cittadino. Qualcuno ancora oggi pensa che "se sono stranieri è sempre meglio, magari se sono pure neri". Ma su una cittadina di 27mila abitanti non puoi scaricare tutte le colpe all'albanese (poi non so quanto sia vasta questa comunità). La questione del lavoro nero e dello sfruttamento? Eh! Se ci fosse una materia in merito da insegnare al prossimo probabilmente la gente capirebbe che questi poveri disgraziati non sono così "ladri di lavoro" come dicono, ma sono le vittime perfette da sacrificare a discapito dell'italiano che vuole il contratto regolare o dell'italiano che non ha voglia di lavorare. Gli extracomunitari che vengono a lavorare in Italia, nella maggior parte dei casi sono marchiati, destinati a una vita di umiliazioni, di sforzi e sottopagamenti, per poi finire male quando c'è qualcosa in ballo che non può essere messo da parte.
    All'Italia (e parlo da italiano) manca l'educazione del tutto: se fossimo stati subito avviati alla tolleranza e al vero studio della storia, delle leggi, del mondo, dei piani integrativi ecc, forse parleremmo d'altro. Ilproblema è che o si parla stando su un solo lato della barca oppure si sta dall'altra parta: mai nessuno che stia in mezzo a creare quell'equilibrio che impedirebbe alla barca di affondare.

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    1. E' una comunità corposa e influente sulla vita pubblica del paese. Purtroppo alcuni di loro sono riottosi a seguire la qualsivoglia regola di quieto vivere ma torniamo al discorso del post e allo stereotipo dell'immigrato sfruttato. Come si evince giustamente da un commento qui sopra, ci sono comunque degli aiuti economici e delle agevolazioni di assistenza che però il problema non lo risolvono.

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  5. Io faccio mea culpa. Lo scorso anno ho parlato e pensato male di persone che ho ritenuto degli untori. Ovviamente non sono suonato: diciamo che queste persone potevano comportarsi meglio.
    Però è comunque un atteggiamento sbagliato.
    Ad ogni modo secondo me non è una questione di razzismo.
    E' la situazione che esaspera e facilita la caccia all'untore.
    Chiaramente lo straniero è sempre un facile bersaglio.
    Comunque molto bello il commento di Pakos qui sopra, condivido in particolare il finale:

    All'Italia (e parlo da italiano) manca l'educazione del tutto: se fossimo stati subito avviati alla tolleranza e al vero studio della storia, delle leggi, del mondo, dei piani integrativi ecc, forse parleremmo d'altro. Il problema è che o si parla stando su un solo lato della barca oppure si sta dall'altra parta: mai nessuno che stia in mezzo a creare quell'equilibrio che impedirebbe alla barca di affondare.

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    1. Bisognerebbe inserirla tra le materie scolastiche l'educazione del tutto. Condivido pienamente.
      Purtroppo la caccia all'untore è diventata lo sport preferito di molti e se puoi infierire su chi non ha voce in capitolo per difendersi è pure meglio. Parliamo comunque di un tessuto sociale dove si va spesso avanti per conoscenza e scambio di favori, una realtà in cui è difficile estirpare i problemi di integrazione e in cui le uniche misure previste sono di cieco e sconsiderato assistenzialismo.

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  6. Sulla situazione Covid è successa più o meno la stessa cosa nel mio paesino d'origine (ma gli abitanti sono circa il 10% di quelli della tua Scicli). Sugli invisibili, non posso che concordare con te. Il bello, anzi il brutto, è che quando ci facciamo domande tipo "come vi sentireste in questa situazione?", sbagliamo interlocutore. Quel tipo di persone è incapace di provare empatia.

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    1. L'empatia la dovrebbero vendere al supermercato e anche così...

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  7. Se non ti conoscessi un po’...metterei in dubbio la fondatezza di quello che hai scritto.
    Non riguardo ai sospetti della diffusione del COVID , gli ignoranti ci son dappertutto ma verso gli albanesi e alla loro situazione integrativa nel paese da dove provieni..
    Sembra veramente stai a parlare di un altro mondo.
    Da noi gli albanesi sono integrati benissimo..e si “mimetizzano” senza problemi con i “nativi”.
    Ti dirò che quando sento parlare di extracomunitari è da tanto che non penso più agli albanesi.
    Ti potrei raccontare moltissimi episodi positivi riguardo a loro.
    Poi chiaramente le mele marce ci son dappertutto ma vale per tutti.
    Vabbè resto sorpreso per quello che scrivi e basta..più di notare un arretratezza mentale degli attori di questa vicenda non saprei che altro dire .
    Buona Pasqua.

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  8. Ma poi ..penso pure a quanti albanesi laureati che conosco ...che son meglio degli italiani.
    Mah...poi il lavoro in nero neo campi ho sempre sentito di senegalesi , nigeriani ..sfruttati .

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    1. Il fatto è che serve sempre prendersela con qualcuno e di solito è meglio se quel qualcuno non può difendersi. In paese c'è chi si sente legittimata a violare la zona rozza perché i ferramenta sono aperti e loro hanno bisogno di chiodi. Però se qualcun altro va al bar (aperto) allora è un criminale...

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